FISCO. RIFORMA, SI ALLONTANA SUO APPRODO IN AULA Agenzia Dire-Torre1

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INCONTRO VALENTINI-CAPIGRUPPO. DC: “NON FAREMO GUERRE PUNICHE”
Si fa sempre piu’ ripida la strada che dovrebbe condurre la riforma tributaria nel prossimo e ultimo Consiglio grande e generale della legislatura.
Il termometro delle disponibilita’, sondate in un incontro tenuto questa mattina a Palazzo Begni dal segretario per le Finanze, Pasquale Valentini, e tutti i capigruppo, segnava il livello
minimo. E se l’avversita’ di Su, Upr, Ps e Moderati era praticamente scontata, e’ la mancanza di entusiasmo del Psd, neo alleato di quel che resta del Patto, a far aprire gli occhi
all’asse Pdcs-Ap. Cosi’ la posizione del capogruppo dei socialisti e democratici, Claudio Felici, appare un perentorio aut-aut: “O c’e’ condivisione generale sulla riforma tributaria-
sintetizza- o fare forzature e’ pericoloso”.
   Parole che fanno in sostanza desistere a procedere anche i sostenitori piu’ convinti, Ap e Pdcs. A rappresentare il primo partito del Patto, nell’incontro di oggi, e’ Teodoro Lonfernini
che ne riassume le conclusioni: “Upr, Su, Moderati e socialisti chiedono di portare all’esame solo stralci della riforma che, per noi, e’ invece indispensabile in toto”. Mentre da parte dell’asse con il Psd “c’e’ ancora confusione”, chiosa. Prima di arrivare alla decisione finale di inserire o meno all’ordine del giorno la riforma, che sara’ presa venerdi’ dall’ufficio di presidenza, si susseguiranno altri incontri tra Dc-Ap-Ns e Psd per dipanare le nebbie.
Ma alla fine dei conti, “non vogliamo trovarci- conclude Lonfernini- di fronte a guerre
puniche nel Consiglio dello scioglimento”. Parole che suonano come preludio alla resa. Anche il capogruppo di Alleanza popolare, Roberto Giorgetti, respinge l’ipotesi di approvare solo
stralci di riforma: “Tecnicamente non si puo’ fare, salterebbero fuori solo dei pastrocchi”. Sarebbe quindi opportuno, ribadisce, portare in Aula la riforma intera, “ma se proprio non la si vuole fare- ammonisce- ognuno si prendera’ le sue responsabilita’”.
Dall’altra parte, Su, Moderati, Ps e Upr fanno fronte comune.
“Senza piu’ una maggioranza- manda a dire Angela Venturini dei Moderati- non ci sono piu’ le condizioni per portare in Consiglio una riforma tributaria che non piace alle categorie”. Porta
aperta invece per “eventuali stralci” utili a mettere i conti pubblici in sicurezza e ad aiutare il Paese all’esame dell’Ocse, come pure c’e’ disponibilita’ alla modifica del codice penale sul
reato di evasione fiscale. Anche Paolo Crescentini, Ps, ribadisce che non e’ il caso di presentare “la riforma di un governo entrato in crisi”. Ma i socialisti si dicono disponibili verso
stralci necessari per l’esame con gli organismi internazionali o “a portare in Consiglio, con procedura d’urgenza, una legge ad hoc per introdurre il reato di evasione fiscale”. Alle proposte di Ps e Mod, l’Upr aggiunge l’idea di valutare la presentazione di un ordine del giorno ampiamente condiviso che contenga le linee guida di quanto fatto e si dovra’ fare da consegnare all’Ocse, riprendendo i passi compiuti con l’Fmi. Per il capogruppo Giovanni Lonfernini, il documento rappresentera’ infatti una maggiore garanzia per il Paese.
Infine, anche Sinistra unita, si dice favorevole unicamente a “un pacchetto di norme per il superamento dell’esame Ocse”.

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