‘CSU NON PUO’ MODIFICARE PROPOSTA E DARCI DEGLI EVASORI’
I commercialisti prima e gli artigiani poi. La riforma fiscale continua ad alimentare la
polemica. E se alla fine della scorsa settimana e’ scoppiata la pace tra segreteria di Stato per le Finanze e Centrale sindacale unitaria, sono ora le associazioni di categoria a disotterrare
l’ascia di guerra. In particolare l’Unas, che rappresenta gli artigiani. “Non e’ possibile che il sindacato possa condizionare e modificare la proposta di riforma, occorre tornare al testo
uscito dalla commissione”, tuona il presidente Loretta Menicucci, decisamente stanca delle accuse di evasione che arrivano dalla Csu. “Non puo’ passare- attacca- il concetto che dato che ci sono degli evasori noi dobbiamo pagare di piu'”. Le piccole e medie imprese dell’artigianato sono in difficolta’, con “imprenditori che si indebitano per mandare avanti l’azienda e che ora vengono massacrati da questa riforma”.
L’Unas dunque dice “basta” al clima da caccia alle streghe, a chi alimenta lo scontro sociale “mettendo contro le categorie e penalizzando chi non evade”. E si schiera nettamente a favore di una vera equita’. “Non si puo’ pretendere di colpire- si accalora il presidente- chi e’ gia’ in difficolta’, e’ una discriminazione. E noi siamo i primi a subirla”.
L’associazione chiede di tornare indietro sulle ultime modifiche concordate con il sindacato, come la tassa fissa per autonomi e imprese individuali, che per i redditi fino a 14 mila euro e’ pari all’attuale minimum tax, ovvero a mille euro e sale progressivamente per le fasce
ulteriori fino a 1.400 euro. “Il testo uscito dalla commissione -ribadisce Menicucci- ricercava l’equita’ e ascoltava le nostre perplessita’, ma dai sindacati e’ arrivata una pressione
tremenda”. E il risultato e’ una “netta discriminazione verso le Pmi”.
L’Unas non ci sta, ha avuto incontri con il titolare delle Finanze e non manchera’ di fare sentire la sua voce anche durante il dibattito consigliare, per esempio attraverso il consigliere
democristiano, Gian Franco Terenzi, “storico” esponente dell’associazione. “E’ il momento di rispettare l’equita’ fiscale, non e’ giusto che tutta una categoria debba pagare.
Siamo stanchi di essere accusati di evasione”, ribadisce il presidente Menicucci “molto preoccupata dalle ultime modifiche”, su cui occorre fare marcia indietro. “Siamo l’economia sana -conclude- la ricchezza del Paese. Non si puo’ andare avanti alimentando lo scontro sociale come fa il sindacato per un proprio tornaconto”. Altrimenti “si puo’ drammaticamente
condizionare la nostra economia”.
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