Fondazione 2020: appello per la semplificazione burocratica

Fondazione 2020: appello per la semplificazione burocratica

APPELLO PER LA SEMPLIFICAZIONE BUROCRATICA
Fondazione San Marino 2020
Istanza N.02/2012
San Marino, 10 dicembre 2012
La Fondazione San Marino 2020 ha realizzato, congiuntamente alla Fondazione dei Dottori Commercialisti, il 30 novembre 2012, l’evento tematico dal titolo “Di burocrazia si muore”.
I contributi raccolti, miranti a comparare alcune caratteristiche di sistemi Paese simili a San Marino (Lussemburgo, Svizzera, Malta) sotto l’aspetto degli strumenti societari, tributari e procedurali e correlati alla revisione contabile, nonché a prendere atto delle politiche dell’Unione Europea verso la semplificazione burocratica, hanno permesso di delineare alcuni aspetti di grande importanza strategica.
L’Unione Europea in primis, già dal 2008 (Small Business Act), si è posta il problema, nel contesto della nuova strategia di politica industriale, di identificare traiettorie utili al sostegno delle PMI che rappresentano oggettivamente la base della futura competitività e prosperità del sistema economico comunitario. Grande attenzione è stata data ai fattori capaci di creare un ambiente favorevole alla nascita, allo sviluppo ed al successo delle imprese.
Il tema della modernizzazione e semplificazione delle normative sia in ambito UE sia in ambito nazionale e l’ambizioso programma di ridurre il carico amministrativo in capo alle imprese del 25% entro il 2012 per quanto attiene la posizione UE (risultato nei fatti superato con il raggiungimento del 33% di riduzione degli oneri amministrativi derivanti dalle procedure UE) divengono dei riferimenti indispensabili per il processo di sviluppo economico.
Grazie al principio del “Think Small First”, dunque, il sistema europeo ed i singoli Stati nazionali sono chiamati ad adottare un approccio al sistema economico e produttivo ispirato al principio per cui, in occasione dell’elaborazione di ogni atto normativo, si debba tener conto degli impatti che esso genera in capo alle imprese, soprattutto se PMI, eliminando ogni fattore che divenga un freno allo sviluppo delle stesse. I tre pilastri di riferimento di questo approccio strategico sono: la facilitazione nell’accesso al credito; la semplificazione degli oneri amministrativi; il potenziamento dell’accesso ai mercati con valorizzazione del mercato interno e la spinta all’internazionalizzazione.
Dal 2013 l’UE ogni anno mirerà a rielaborare 20 testi normativi impattanti sulle imprese; adotterà la presunzione di esenzione delle micro imprese (con meno di 10 dipendenti) dall’applicazione di ogni norma UE che comporti un onere amministrativo che provochi svantaggio alle PMI; adotterà il principio della graduazione degli oneri rispetto alla dimensionalità aziendale; aumenterà le opportunità di consultazione con i destinatari degli atti normativi per evitare le “worse practices” (cattive pratiche) e creare soluzioni virtuose.
Lo Small Business Act, adottato a livello di UE e declinato in ogni Stato Membro, invita i Governi nazionali a:
•    ridurre il livello dei costi richiesti dalle PA per la registrazione delle società prendendo esempio dai casi europei più virtuosi;
•    ridurre il tempo necessario alla costituzione di una società fino ad arrivare a tempistiche inferiori ad una settimana;
•    accelerare l’avvio delle attività di PMI riducendo e semplificando il rilascio di licenze e permessi (obiettivo: tempo massimo 1 mese per il rilascio eccetto i casi di seri rischi per la cittadinanza e l’ambiente);
•    evitare la richiesta alle PMI di informazioni che sono già disponibili in capo alla PA a meno che non siano richiesti aggiornamenti;
•    creare un contact point che acquisisca dagli operatori tutte le informazioni su normative e procedure che siano sproporzionate ed impattanti rispetto alle attività delle PMI;
•    ottimizzare l’accesso alle informazioni procedurali e di legge in capo alle PMI mirando al massimo livello di informatizzazione anche nella produzione documentale.
Molti piccoli Stati hanno fatto della semplificazione, della qualità dei servizi pubblici al sistema economico, della flessibilità fattori di grande competitività e capacità attrattiva di investimenti, come hanno dimostrato le testimonianze dei relatori presenti.
Sulla base di quanto sopra la FONDAZIONE SAN MARINO 2020 ha individuato una lunga lista di BAD PRACTISES sulle quali il nuovo esecutivo recentemente insediato dovrebbe intervenire per rendere il sistema Paese San Marino più efficiente e maggiormente competitivo rispetto al sistema internazionale, con l’obiettivo di consolidare il sistema produttivo acquisito e di attrarre nuove imprese e nuovi investitori.
La Fondazione San Marino 2020, dovendo individuare delle priorità tra le tante cattive pratiche,
CHIEDE
    alle istituzioni della Repubblica di San Marino, alle forze politiche di maggioranza ed opposizione, alle categorie economiche e sociali, ai sindacati;
    nel rispetto di una sensibilità nata dalla società civile di cui la Fondazione è una delle tante espressioni,
DI INTERVENIRE RAPIDAMENTE PER LA CORREZIONE DELLE SEGUENTI
TRE BAD PRACTICES:
1)    Rivedere profondamente le procedure relative ai rilasci delle licenze, ai trasferimenti sede, all’avvio alla produzione attualmente in vigore. Occorre modificare l’impostazione attuale che prevede controlli  ex ante, passando ad un approccio di controlli ex post. In tal modo rimarrebbero invariate le prerogative degli uffici competenti nell’effettuare i controlli previsti, consentendo, tuttavia, un rapido avvio delle attività, elemento, quello del fattore tempo, sempre più importante nella pianificazione di un imprenditore che intenda avviare una nuova iniziativa.
2)    Modificare la normativa che impone ai soci e/o amministratori delle società la produzione dei certificati quali il casellario giudiziale e la dichiarazione di mai avvenuto fallimento. Esistono strumenti quali il Cerved o il Word Check Database molto più efficaci, più veloci e meno onerosi. Inoltre, per soggetti stranieri diversi dagli italiani, la procedura di produzione di simili documenti diviene quanto mai complessa in quanto, nel momento in cui riescano ad ottenere dai tribunali dei rispettivi Paesi certificati omogenei a quelli richiesti, devono anche procedere alla richiesta della dichiarazione di equipollenza ai rappresentanti diplomatici di San Marino nel Paese di residenza, azione questa che risulta sempre piuttosto laboriosa. Alcuni dei nostri rappresentanti diplomatici non conoscono le procedure da adottare, altri si rifiutano di fare la dichiarazione. Resta di fatto che spesso i referenti esteri non comprendono la ratio dell’adempimento. Tutto questo crea una importante barriera all’entrata di imprenditori stranieri diversi dagli italiani, in aperto contrasto con le dichiarazioni della politica di voler guardare oltre all’Italia ed attirare imprenditori stranieri.
3)    Adottare azioni tese ad aumentare la flessibilità del mercato del lavoro. E’ necessario rivedere il ruolo e la modalità di funzionamento della Commissione di Collocamento, troppo legata ai tempi della politica, troppo invadente nella concessione dei nulla osta per i lavoratori frontalieri. Pur ritenendo assolutamente necessario creare corsie preferenziali per i lavoratori sammarinesi, occorre considerare che l’eccessiva burocrazia delle procedure attuali rischia di precludere alla radice la creazione di posti di lavoro.
In conclusione, il presente appello della Fondazione San Marino 2020 intende rimarcare l’importanza da parte dell’Amministrazione pubblica di eseguire i controlli finalizzati a prevenire abusi e frodi, ma la medesima importanza che le procedure normate ed applicate siano efficaci e capaci di misurare gli impatti derivanti a carico delle imprese, affinchè il bilancio tra costi e benefici rimanga positivo e il sistema economico abbia una chance di crescita e sviluppo.
    LA FONDAZIONE SAN MARINO 2020

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