Franco Cavalli – San Marino Oggi: Mirella Frisoni scarcerata dopo 24 ore / Torna il libertà anche il Mirko Mazzocchi

Franco Cavalli – San Marino Oggi: Mirella Frisoni scarcerata dopo 24 ore / Torna il libertà anche il Mirko Mazzocchi

San Marino Oggi

Proseguono le indagini dei magistrati che avrebbero
disposto il sequestro di tutti i beni dell’imprenditrice di Dogana
/
Mirella Frisoni scarcerata dopo 24 ore /
Torna il libertà anche il Mirko Mazzocchi / La
difesa della Frisoni: “Forniti tutti i chiarimenti richiesti”

Franco Cavalli 

Dopo appena 24 ore è stata scarcerata Mirella
Frisoni
, finita ai Cappuccini giovedì in seguito alla complessa indagine dei
magistrati sulla “Tangentopoli
sammarinese
“. Un paio di giorni prima era stata compiuta una importante perquisizione
nel suo ufficio all’Admiral Point
, la “N&B new business”. Prima di
essere rilasciata era stata nuovamente interrogata, dopo il primo
interrogatorio
avvenuto tra le 19 e le 23 di giovedì. Ieri mattina intorno
all’ora di pranzo un ulteriore interrogatorio per chiarire alcuni ulteriori
aspetti e poi la scarcerazione.

Mirella Frisoni era finita ai Cappuccini con l’accusa
di riciclaggio, per un ammontare di denaro circolato
sui conti intestati a lei intestati e alle divere
società di cui risultava socia o titolare, comprese
operazioni su libretti bancari e di conti correnti, per
quasi 15 milioni di euro, nonostante dichiarasse un
reddito che non aveva mai superato i 30miila euro.
la Frisoni, era stata in passato nello staff politico
della segreteria di Stato all’industria, quando il
responsabile di quel Dicastero era Claudio Felici
(oggi segretario di Stato alle Finanze).

Da capire ci sarebbero i destinatari finali di quei
denari movimentati dai libretti al portatore dai nomi
fantasiosi, come Pippo, Palme, Stelle o Brasile,
ma anche i passaggi che porterebbero ai conti correnti
accesi presso diverse banche della Repubblica
e, a quanto pare, trasferimenti di denaro da e
per l’estero con bonifici sui quali si sta indagando.
Secondo la ricostruzione della magistratura, anche
a seguito delle perquisizioni di martedì scorso,
sarebbero diverse le persone coinvolte nelle attività
di raccolta e distribuzione dei flussi corruttivi che
veniva erogati a politici, uomini d’affari, banchieri
ed esponenti delle istituzioni, il cui scopo comune
era quello di sottrarre risorse alla collettività, controllare
il funzionamento delle istituzioni e deviarne
l’azione a vantaggio e a profitto di pochi e a discapito
della collettività. Dagli accertamenti sarebbe
emersa una fitta rete di rapporti finanziari, dove
figurano molti fruitori di servizi finanziari anonimi
o con nomi fittizi, di conti intestati a prestanome,
di libretti al portatore milionari e di rapporti che non
venivano annotati sui registri obbligatori. Si parlerebbe
anche di numerosi fiancheggiatori del “gruppo
criminale”, di cui facevano parte imprenditori,
banchieri, funzionari e impiegati di banche e società
finanziarie, esponenti di enti vari, professionisti
e uomini delle istituzioni che avrebbero quindi
supportato e a volte anche condiviso le sottrazioni
alla collettività, opera dei componenti del gruppo
criminale. Faccendieri quindi e prestanome vari,
con funzione di intermediazione tra corruttore e
corrotto grazie a tangenti che spesso erano mascherate
dietro transazioni commerciali, compravendita
di licenze, consulenze.
Attività che sarebbero proseguite per anni e che
avrebbero sorretto un’economia fittizia fondata
sulle false fatture e sulla violazione dell’interesse
fiscale dello Stato, anche attraverso la creazione
di società commerciali dedite all’importazione ed
esportazione di false scritture contabili o fornitrici di
servizi inesistenti. Secondo gli inquirenti, i componenti
dell’associazione criminale – che ha portato
ad un totale di 23 persone attualmente indagate
e all’arresto di ex segretari di Stato – operavano
anche attraverso l’esercizio discrezionale del potere
pubblico e gli stessi politici partecipavano alle
malefatte nella veste di soci, tramite proprio i prestanome.

LA MANCANZA DI CONTROLLI
Sotto accusa ci sarebbe un sistema tollerato e
che riusciva a prosperare grazie all’insussistenza
dei controlli e agli stessi vantaggi indiretti che
procacciava. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti,
sarebbero emerse condotte fraudolente,
grazie anche l’emissione di fatture false che avrebbero
creato da una parte dei costi per chi simulava
le prestazioni non effettuate, ma compensate da
vantaggi di natura extracontabile e da altri meccanismi
criminosi come la creazione di fondi extra
bilancio, distrazioni patrimoniali, falsità in bilanci,
ecc… inoltre, grazie alle fatture irregolari, veniva
prodotti vantaggi fiscali che venivano poi spartiti.
Sotto accusa anche la costruzione di società di comodo
per schermare il beneficiario reale e legittimare
apparentemente il trasferimento di vari fondi
frutto dell’appropriazione indebita, o finalizzati alla
commissione di reati quali corruzione e riciclaggio.
il tutto generando costi altissimi in termini di
lesione all’immagine dello Stato, di reputazione dei
singoli cittadini e di mancato o ritardato sviluppo di
una economia pulita.
Complesse operazioni di occultamento quindi,
che necessitavano secondo gli inquirenti di persone
capaci realizzarle ed è qui che sarebbe entrata
in gioco, sempre secondo i magistrati che stanno
indagando, ad esempio Mirella Frisoni.

LA SCARCERAZIONE
Mentre i fatti contestati sarebbero ancora da provare,
la difesa di Mirella Frisoni si dice soddisfatta
per la veloce scarcerazione. l’avvocato Stefano
Pagliai, del foro di Firenze che assieme ad Antonio
Masiello di San Marino difendono la Frisoni ha dichiarato
che la sua assistita “ha fornito i chiarimenti
richiesti, rispondendo a tutte le domande degli
inquirenti”. il legale riferisce di aver trovato la sua
assistita “stanca e scossa, ma serena per essere
tornata dalla sua famiglia”.

ALTRA SCARCERAZIONE  Ha lasciato il carcere dei Cappuccini sempre ieri anche il gendarme Mirco
Mazzocchi
, accusato
di favoreggiamento perché avrebbe fornito una
ricetrasmittente a Claudio Podeschi. Un gesto
che avrebbe consentito all’ex segretario di Stato
di aggirare il dispositivo di isolamento deciso dal
tribunale e parlare così con l’altra detenuta Biljana
Baruca, finita in carcere assieme a Podeschi lo
scorso 23 giugno. Mazzocchi era invece in carcere
dal 9 agosto. Resta ancora in carcere oltre a Podeschi
e Baruca, Fiorenzo Stolfi. L’ex segretario di
Stato ed esponente di spicco del Psd, era finito ai
Cappuccini l’8 settembre sempre nell’ambito della
maxi inchiesta, partita dal “conto Mazzini” acceso
alla Banca Commerciale Sammarinese, che ha
dato vita poi alla Tangentopoli sammarinese.

La sammarinese 65enne, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe collaborato
attivamente con la magistratura e dalle sue ricostruzioni si sarebbero potuto
chiarire alcune posizioni sulle quali gli inquirenti stavano cercando di fare
luce da qualche tempo. Nel corso degli interrogatori, avrebbe però
ridimensionato la notizia relativa agli immobili a lei riconducibili, smentendo
di essere stata intestataria di 274
immobili
. Non molto altro trapela, ma sembrerebbe che le svariate operazioni
messe in atto dall’imprenditrice, possano in qualche modo condurre ad alcuni
esponenti della politica sammarinese. Tre, in particolare, le figure sulle quali
si starebbe concentrando l’attenzione del tribunale.

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