Questa mattina alle ore 11,30, a Palazzo Pubblico, i Capitani Reggenti, Oscar Mina e Massimo Cenci, hanno ricevuto in udienza Antonio e Roberto Pazzaglia, gli alpinisti sammarinesi che il 18 maggio sono arrivati in vetta all’Everest. Erano Presenti il Presidente e il Segretario Genarale del CONS.
I due scalatori, hanno consegnato ai Reggenti la Bandiera bianco-azzurra che ha sventolato in cima al mondo.
Scalare una cima di tale altitudine, – ha sottolineato il Segretario per lo Sport, Fabio Berardi, nel presentare i due atleti ai Capi di Stato – comporta affrontare notevoli pericoli e difficoltà che mettono duramente alla prova il fisico e la forza di volontà. “I fratelli Pazzaglia hanno provato tutto questo: la fatica e il dolore. – Ha detto Berardi- . Ma, come tutti i veri atleti, hanno resistito con caparbio coraggio e sono andati avanti. Tanto da regalare a loro stessi e a tutti i sammarinesi un senso di vittoria, di successo, di orgoglio”.
“L’impresa sull’Everest – ha ricordato il titolare dello Sport, citando ciò che gli atleti stessi hanno scritto nel loro sito web “sanmarinoeverest”- per i fratelli Pazzaglia, nasce da un sogno: aggiungere la bandiera della Repubblica di San Marino accanto a quelle che hanno già sventolato sul Tetto del Mondo”. “Quella bandiera che si sono portati addosso per più di due mesi, tanto dura l’avvicinamento alla vetta, che è stata infine srotolata e che ha sventolato sulla cima più alta della terra, oggi viene consegnata a voi, Eccellenze. E’ il simbolo del loro sogno, della loro fatica, de loro coraggio e della loro conquista”.
“Lo sport è sempre maestro di vita, poiché insegna, per prima cosa, che per raggiungere qualsiasi obiettivo, ci si deve impegnare, occorre sacrificio, occorre tempo”. I fratelli Pazzaglia – ha detto Berardi ai Capi di Stato – hanno lavorato a lungo per prepararsi, fin dalla primavera del 2006, sotto la guida di esperti: l’allenatore Eraldo Maccapani e il Medico della Spedizione, Damiano Gennari, con un programma serrato fatto di sedute in palestra, corsa e ascensioni su vette dell’arco alpino e appenninico. “Quando dopo l’impegno e la fatica, il risultato c’è, allora la soddisfazione che si prova credo valga l’urlo liberatorio della vittoria: “Ce l’ho fatta!” E’ la più bella frase che un atleta possa dire a se stesso”.
Dopo l’udienza, nel corso della quale i Reggenti hanno espresso il loro compiacimento e la loro vicinanza a Roberto e Antonio Pazzaglia per la incredibile impresa, i due atleti hanno tenuto una conferenza stampa presso il Palazzo del Turismo nella quale hanno parlato della loro esperienza, delle condizioni personali e ambientali in cui si sono trovati a viverla, mostrando le immagini più significative del lungo difficile cammino verso la vetta.