Gian Luca Bruscoli in ‘Libia respinta da San Marino’, La Repubblica (8-9-2010)

Gian Luca Bruscoli in ‘Libia respinta da San Marino’, La Repubblica (8-9-2010)

La Repubblica

Libia respinta da San Marino Unicredit affronta il dossier Tripoli

Andrea Greco

08 settembre 2010

MILANO – Un’ altra collisione, pericolosa, tra Unicredit e la finanza libica è stata sfiorata nella calda vigilia del comitato governance di Piazza Cordusio, che oggi affronta il dossier sull’ ascesa dei soci libicia primi azionisti. Si parla di Banca agricola commerciale di San Marino (Bac), tra le maggiori nel paradiso fiscale e che appartiene a Unicredit (ha il 93% delle quote tra private bankinge Cordusio fiduciaria, come eredità di Banca Rolo). Da tempo Bac è in vendita: il giro di vite di Bankitalia contro riciclaggio e presenze tricolori off shore, in atto da mesi, ha indotto Alessandro Profumo a cercare compratori. Secondo ricostruzioni attendibili raccolte nel Titano, in agosto s’ erano avvicinati compratori stranieri, libici e dell’ Est Europa. Ma il governo locale, desideroso di mantenere in mani vicine la proprietà delle quattro banche “storiche”, avrebbe optato per la soluzione interna. Quindi, salvo sorprese (venerdì scade il termine per presentare offerte), la Bac sarà integrata in Cassa di risparmio di San Marino, disposta a valutarla poco meno di 100 milioni di euro. Le altre offerte in via di formalizzazione sembra appartengano a due cordate internazionali – estranee ai capitali libici però – e a Banca di San Marino, altro istituto storico che a sua volta dovrebbe rilevare, prossimamente, il Credito industriale sanmarinese dall’ italiana Cassa di risparmio di Rimini. Unicredit è la banca preferita del capitale libico (qualche miliardo di euro, tra azioni e bond) ed è stata da poco autorizzata, per prima e battendo la concorrenza internazionale, ad aprire un’ attività bancaria a Tripoli in solido con operatori locali. È difficile sapere se i libici siano stati in qualche modo invitati da emissari di Piazza Cordusio. Dal canto suo, Unicredit fa sapere via portavoce che «nessuna società libica ha manifestato interesse per la Bac». Tuttavia, fin da agosto, nella piccola Repubblica più di un osservatore ha notato l’ interesse di privati compratori libici, per una transazione che a un certo punto pareva possibile. Già la Libia partecipa, tra l’ altro, la Banca commerciale Sanmarinese, come socio coperto della fiduciaria Trecentouno che ne ha il 46% e fa capo a Gian Luca Bruscoli. Ma il bis non è riuscito, per il nazionalismo bancario voluto dal governo del Titano, disposto ad accogliere soci stranieri nelle otto banche minori fondate dagli anni Novanta, ma non nelle quattro “storiche”. Anche la vigilanza bancaria del Titano sembra sia risultata contraria all’ ipotesi libica, e si dice che si sia consultata informalmente con Via Nazionale a riguardo. L’ istituto in vendita, che ha 109 milioni di mezzi propri e 17 di utile netto al bilancio 2009, conta 11 filiali a San Marino, attive in tutte le classiche attività bancarie ed è stato fondato nel 1920. Più pressante, per il vertice Unicredit, affrontare la riunione in cui nel pomeriggio Profumo dovrà spiegarea sette alti dirigenti formae sostanza del blitz del fondo sovrano libico Lia, che un mese fa ha raccolto un 2% affiancando la banca di Tripoli (5%). È previsto un franco chiarimento, specie con il presidente Dieter Rampl, tenuto all’ oscuro della mossa.
 ANDREA GRECO

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