Giancarlo Frisoni in mostra al museo San Francesco

Giancarlo Frisoni in mostra al museo San Francesco

AUTORE:        GIANCARLO FRISONI
TITOLO:        Segni di Memoria
SEDE:            Museo San Francesco, via Basilicius, San Marino (centro storico)                            
INAUGURAZIONE: sabato 22 dicembre, ore 17.00
DATA:            22 dicembre 2012 – 20 gennaio 2013
ORARI:                  tutti i giorni  9.00 – 17.00     escluso 25 dicembre e 1 gennaio                        
INGRESSO:       libero
INFO:                   Musei di Stato di San Marino  0549 885414
Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura 0549 885594
Museo S. Francesco   0549 885132
                                                              
Con il Patrocinio della Segreteria di Stato per l’Istruzione e Cultura e la collaborazione dei Musei di Stato, sabato 22 dicembre presso la Pinacoteca di S. Francesco, si inaugura la mostra dell’artista sammarinese Giancarlo Frisoni.
<Forse era destino che questa mostra nascesse per caso, un giorno qualunque, quando per far fotografie capitai in un vecchio ghetto  disabitato.  Sui muri screpolati, sui sassi e sui rabberci antichi, stavano ad aspettare  dei  segni  fatti chissà quando e chissà da chi, dai colori un po’ sbiaditi, i contorni sfocati, ma   luminosi, vivi.  Azzurri  ramati  come arabeschi dietro una vite morta,  graffi  a carbone di  trebbiature sotto un portico, disegni  di un infantilismo spensierato  dappertutto, e pennellate di parole imbevute nell’intonaco,  tutto con una logica e un equilibrio, sorretto quasi da una forza artistica definita.  Ho pensato alla vita, al perché a un muro come a un foglio si possa confidare e affidare  tutto meglio che alle persone, perché si decide di aprire l’anima e tracciare quel grido che non si ha il coraggio di fare, sperando che qualcuno lo ascolti. Da quel giorno ho cercato e visto con altri occhi la vita che i muri si tengono dentro, come fosse sangue che ancora scorre.
E ho cercato di capirne di  più il senso nella forza dei segni, nella naturale semplicità delle tinte, in quello che di noi rimane nel tempo e continua a parlare come un racconto: la memoria. Ecco, i quadri sono nati così, erano sui muri, io li ho messi  sulle tele perché restino memoria. E voglio dare per loro, una chiave di lettura. Non si può chiedere cosa sono  o cosa rappresentano, sono il linguaggio della mente, i suoni, le emozioni, le parole dell’anima.  Io davanti a quei muri ho letto l’anima  della gente, ne ho ascoltato le musiche, le armonie, la serenità  che diffondevano, la forza che sprigionavano.  Ho lasciato aperta la porta del cuore e sono arrivati le voci, le risposte, i brividi. Provate anche voi a lasciare aperta la porta del cuore, anche nel più lontano e disabituato arriverà l’emozione di chi ha partorito il quadro, il messaggio, la  sua poesia.  Quella che nutre l’anima e quando la si coglie, ha la forza di poter cambiare gli uomini e le cose>.  Giancarlo Frisoni
Di lui e della sua arte hanno scritto:
                                                                            
Un lavoro di trasparenze dove la luce globale è perfetta ed evoca una dolce solitudine, un profumo ove affiora un senso di pace infinita.
                                                                                         Carla  Colombari
Un  lavoro straordinario. La capacità di osservare lo spazio che ci circonda con occhio critico e sensibile. Il gusto per una tecnica tutt’altro che comune con una sapiente associazione delle tonalità che risultano calde, avvolgenti e rassicuranti.
                                                                                           Sergio  Barducci
Ecco la parola che mancava a quello che scrissi tempo fa per Giancarlo: Verità!  In tutto quello che fa c’è verità. In pittura, nella fotografia, in quello che scrive.  E purtroppo noi sappiamo quanto è facile fingere o imbrogliare in pittura, in modo particolare in quella astratta o informale.  Dipingere raccontando bugie è facile, molto pi facile di quello che si possa immaginare e di quello che l’occhio può riuscire a percepire  o a vedere.  Giancarlo racconta, lavora, scrive, fotografa, e dipinge con la verità del suo fare, dei suoi ricordi, della sua cultura, del suo sapere,  delle sue emozioni, delle sue sensazioni, della sua delicatezza d’animo.  Ed è solo percorrendo quella strada che potremo sperare un giorno che qualcuno forse parlerà di arte, e si ricorderà di chi ha sempre proceduto e lavorato con buona qualità, tenacia e volontà, passione, determinazione, diligenza, onestà, e soprattutto …  Verità.
                                                                                           Giuseppe Crescentini
                                                                                                                                     
 

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