Giovanni Stringa di Corriere della Sera: San Marino, così avvierò l’operazione trasparenza. Wafik Grais, presidente Banca Centrale

Giovanni Stringa di Corriere della Sera: San Marino, così avvierò l’operazione trasparenza. Wafik Grais, presidente Banca Centrale

Corriere della Sera

«San Marino, così avvierò l’operazione trasparenza»

Grais, presidente della banca centrale: con l’Italia rapporti più chiari

Il Titano ha firmato l’accordo per lo scambio dei dati con l’Ue

Giovanni Stringa

Wafik Grais, 67 anni, nuovo presidente della banca centrale di San Marino. Nato al Cairo e cresciuto in Svizzera, ha lavorato alla Banca mondiale

 Oggi arriva a San Marino una squadra del Fondo Monetario Internazionale. Ad accoglierli ci sarà anche il nuovo Presidente della Banca Centrale della piccola repubblica fra Emilia Romagna e Marche, entrato in carica pochi giorni fa: Wafik Grais, 67 anni, nato al Cairo e cresciuto in Svizzera,  con un trascorso, tra il 1980 e il 2008, alla  alla Banca mondiale.

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in questi anni di crisi internazionale, con il Pil in calo di oltre 10 punti percentuali totali dal 2012 al 2014, secondo l’ultimo rapporto dello stesso Fmi pubblicato un anno fa. Ma si tratta di nulla di particolare, una volta che la recessione nazionale viene inquadrata nel contesto di crisi di cui hanno sofferto tantissimi Stati, Italia inclusa».
Nulla di particolare anche sul fronte fiscale?
«Ormai San Marino è entrata nella “white list” del governo italiano, è stato firmato l’accordo per lo scambio automatico di informazioni fiscali con i Paesi dell’Unione europea, e la cooperazione con l’Ocse — l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico — è all’insegna della trasparenza. Non è più una questione di segreto bancario: i nostri istituti competono con quelli esteri essenzialmente cercando di offrire il servizio migliore ai prezzi migliori». Assunzioni sì, ma con cautela. Secondo l’indagine trimestrale di Manpower ( nella foto l’amministratore delegato Stefano Scabbio) nel secondo trimestre del 2016 solo il 6% degli intervistati ha in programma un aumento dei dipendenti, mentre l’87% ha dichiarato di non voler apportare nessuna modifica all’organico. Le prospettive di assunzione restano stabili rispetto al trimestre precedente (+1%), mentre migliorano di 6 punti percentuali rispetto al 2015. Si prevede che nel prossimo trimestre il numero dei dipendenti crescerà in quattro dei 10 settori industriali. I
I cambiamenti hanno portato a un’uscita di capitali dal Paese, anche di ritorno verso l’Italia?
«Ci sono stati dei deflussi, soprattutto in occasione delle sanatorie fiscali decise dai governi italiani. Ma ora la situazione si è stabilizzata». settori più forti: quelli del commercio all’ingrosso e al dettaglio e ristoranti e alberghi, +8% e +7%. Piccoli aumenti previsti nei settori di agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca (+4%). Le prospettive di diminuzione delle assunzioni indicano -5% nelle costruzioni, mentre nel manifatturiero e nei trasporti e comunicazioni la riduzione sarà del 4%. In ribasso anche i comparti finanziario, assicurativo, immobiliare e dei servizi alle aziende.
Perché per la nomina del nuovo presidente della banca centrale sanmarinese è stato scelto un profilo come il suo e non una figura più locale?
«Per sottolineare il cambiamento che la repubblica vuole affrontare e sta affrontando: una maggiore apertura e cooperazione internazionale. Certo, i cambiamenti e le riforme non viaggiano sul velluto, ma trovano anche delle resistenze, perché comportano vincitori ma anche vinti. Tuttavia andiamo avanti. Al prossimo consiglio porterò la nomina di un nuovo direttore generale per rafforzare la linea di cambiamento totale rispetto al passato».

In quali direzioni si orienterà la strategia di maggiore cooperazione della banca centrale sanmarinese?

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Dal  sito del corriere Oggi  arriva a San Marino una squadra del Fondo monetario internazionale. Ad accoglierli ci sarà anche il nuovo presidente della banca centrale della piccola repubblica tra Emilia Romagna e Marche, entrato in carica pochi giorni fa: Wafik Grais, 67 anni, nato al Cairo e cresciuto in Svizzera, con un trascorso, tra il 1980 e il 2008, alla Banca mondiale.
 
Perché arrivano i rappresentanti del Fondo monetario internazionale?
 
 
«La visita fa parte delle consuete consultazioni annuali del Fmi con gli Stati membri. A San Marino i professionisti di Washington sono infatti già venuti gli anni scorsi. Per noi è un’importante occasione di confronto».
Non ci sono questioni particolari legate all’economia della repubblica del Titano, ad attirare l’attenzione del Fmi?
«Naturalmente anche l’economia di San Marino ha sofferto in questi anni di crisi internazionale, con il Pil in calo di oltre 10 punti percentuali totali dal 2012 al 2014, secondo l’ultimo rapporto dello stesso Fmi pubblicato un anno fa. Ma si tratta di nulla di particolare, una volta che la recessione nazionale viene inquadrata nel contesto di crisi di cui hanno sofferto tantissimi Stati, Italia inclusa».
Nulla di particolare anche sul fronte fiscale?
«Ormai San Marino è entrata nella “white list” del governo italiano, è stato firmato l’accordo per lo scambio automatico di informazioni fiscali con i Paesi dell’Unione europea, e la cooperazione con l’Ocse — l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico — è all’insegna della trasparenza. Non è più una questione di segreto bancario: i nostri istituti competono con quelli esteri essenzialmente cercando di offrire il servizio migliore ai prezzi migliori».
I cambiamenti hanno portato a un’uscita di capitali dal Paese, anche di ritorno verso l’Italia?
«Ci sono stati dei deflussi, soprattutto in occasione delle sanatorie fiscali decise dai governi italiani. Ma ora la situazione si è stabilizzata».
Perché per la nomina del nuovo presidente della banca centrale sanmarinese è stato scelto un profilo come il suo e non una figura più locale?
«Per sottolineare il cambiamento che la repubblica vuole affrontare e sta affrontando: una maggiore apertura e cooperazione internazionale. Certo, i cambiamenti e le riforme non viaggiano sul velluto, ma trovano anche delle resistenze, perché comportano vincitori ma anche vinti. Tuttavia andiamo avanti. Al prossimo consiglio porterò la nomina di un nuovo direttore generale per rafforzare la linea di cambiamento totale rispetto al passato».
In quali direzioni si orienterà la strategia di maggiore cooperazione della banca centrale sanmarinese?
«Verso la Banca d’Italia e la Banca centrale europea, per esempio. Tra gli altri, guarderemo a Svizzera, Svezia e Usa».

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