Giuseppe Marzi. Storie di ebrei rifugiati nella Repubblica di San Marino durante la Seconda Guerra Mondiale

Giuseppe Marzi. Storie di ebrei rifugiati nella Repubblica di San Marino durante la Seconda Guerra Mondiale

Storie di ebrei rifugiati nella Repubblica di San Marino
durante la Seconda Guerra Mondiale
di Giuseppe Marzi
ed. Giuntina – Firenze
11 anni di  ricerche, decine di interviste, testimonianze e documenti visionati e raccolti fra San Marino e Milano, ricognizioni che vanno dallo Yad Vashem di Gerusalemme e arrivano al Museo ebraico di Merano, toccando 12 Paesi.
“Il Viale delle rose” ricostruisce le storie degli ebrei rifugiati a San Marino, partendo da una evidenza, mai approfondita prima: l’impennata del numero di passaporti sammarinesi emessi nell’anno 1944. 800 lasciapassare, a segnare identità mai registrate, perché nascoste dovevano rimanere. E l’interrogativo di fondo: come, una piccola Repubblica come San Marino – che allora contava poco più di 15.000 abitanti e che comunque era retta da un governo fascista – sia riuscita ad aiutare tanti ebrei, in fuga dalle persecuzioni razziali.
Sono diversi gli scritti che documentano la presenza di ebrei sul Titano, nel solco della tradizione di un popolo da sempre ospitale, ma nulla di ufficiale. Anzi, di ufficiale, negli archivi, c’è solo la legge sulla conservazione della razza ariana, promulgata nel 1942, a vietare i matrimoni fra persone di razze diverse.
Dunque, quanti erano, chi erano gli ebrei a San Marino? Non c’era la percezione del rischio che si correva ad ospitarli in uno Stato, sì, neutrale e sovrano, ma comunque circondato da un’Italia fascista e in guerra?
“Il viale delle rose” è un viaggio nella storia, che parte dai bombardamenti del 26 giugno 1944, quando la II Guerra Mondiale irrompe, drammaticamente e a sorpresa, nei destini di un popolo che non aveva mai conosciuto conflitti. E di lì muove, per disegnare la mappa della presenza sul Titano di una vera e propria comunità. Fotografie, lettere e documenti, prima trascurati, acquistano significato. Ma la verità documentale traccia solo i contorni di una vicenda che sono i ricordi a ricomporre e definire, con inaspettata oggettività. Più che un viaggio nella storia, allora, diviene un viaggio nella memoria di quanti sono sopravvissuti, di chi allora era solo un bambino o poco più.
Fra testo storico e romanzo, è un viaggio che parla anche al cuore, grazie ad una narrazione che continuamente modula dettaglio storiografico ed emozioni dell’autore, che entra nella vita dei testimoni, li caratterizza in modo vivido, restituendo anche uno spaccato dello spirito e dell’umanità di quel tempo.

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