Giustizia a San Marino, secondo Libera “c’è ancora molto da fare”

Giustizia a San Marino, secondo Libera “c’è ancora molto da fare”

“Libera prende atto con soddisfazione del report del Greco, che ha espresso un giudizio positivo su 10 risposte alle raccomandazioni che aveva sottoposto alla Repubblica di San Marino, ma nel contempo si dispiace che quattro delle raccomandazioni, riferite in particolare alle regole contro la corruzione e i conflitti di interesse, non abbiano trovato risposta adeguata”.

Lo dichiara Libera, spiegando in un comunicato che, “relativamente alle tematiche riguardanti l’organizzazione della giustizia, quattro tematiche trovano il pieno accordo” dello stesso partito di opposizione, ossia “l’esclusione della presenza dei politici all’interno del Consiglio Giudiziario, organo di autogoverno della magistratura; la gradazione dei provvedimenti sanzionatori riservati ai magistrati; l’introduzione del terzo grado di giudizio; l’avvio dei ragionamenti sull’alternativa alle pene detentive, fra cui il principio che l’esecuzione della pena debba avvenire nel Paese di residenza.

Libera sostiene di aver presentato, “nel corso dei dibattiti sulla giustizia, documenti riepilogativi delle proprie posizioni e ben 25 emendamenti migliorativi, non essendo stato possibile dibattere direttamente con il segretario di Stato gli elementi essenziali delle riforme”, quindi “respinge le accuse fatte dal segretario di Stato e da alcuni membri della maggioranza, che rimproverano all’opposizione di non essere stata collaborativa ed anzi avrebbe ingerito sulle funzionalità della magistratura”.

La contrarietà di Libera “resta quella inerente al nuovo equilibrio, o meglio il disequilibrio fra i poteri, che la riforma introduce, dando alla magistratura il potere incontrastato di decidere sui propri organici, sui propri carichi di lavoro, fino ai provvedimenti sanzionatori nei confronti dei singoli giudici”.

E ancora: “In un piccolo Stato, la questione complessa del bilanciamento e della separazione dei poteri, anche per un organo come il Greco abituato ad analizzare situazioni di Paesi grandi, non viene considerata nella sua essenza. A San Marino esiste una sola ‘procura’ e un inevitabile connubio naturale fra chi governa l’amministrazione della giustizia e chi ne esercita la giurisdizione: ciò mette in risalto il rischio di generare conflitti di interesse”.

Il Greco, “giudicando grandi Paesi, si trova di fronte ad organi di governo con poteri di controllo indipendenti separati dallo spazio e dalla conoscenza delle persone; così non è per un Piccolo Stato dove, per limitare l’esercizio dei poteri è necessario valorizzarne una circolarità che non consenta ad alcun organo istituzionale di essere apicale e quindi privo di controllo”.

“È questo un principio che garantisce la democrazia nel piccolo Stato”, sottolinea Libera, che poi aggiunge: “La riforma introdotta, invece, raggiunge il paradosso che possono essere anche gli avvocati che esercitano la loro professione a governare sulla magistratura, generando un evidente conflitto di interessi”.

Il Greco, “nelle 14 raccomandazioni rivolte a San Marino, ha unito due grandi temi: quello dell’organizzazione della giustizia e quello, altrettanto delicato, della corruzione o meglio della possibilità della commistione dei singoli nella determinazione di un percorso spurio nell’esercizio dei poteri, siano quello legislativo svolto dai consiglieri, ma anche quello giurisdizionale svolto dai magistrati”.

“Se sul primo tema, quello della giustizia, gli obiettivi sono stati raggiungi, e per questo, lo ribadiamo siamo compiaciuti, sul secondo c’è ancora molto da fare perché restano ancora senza risposta le questioni relative al ruolo dei singoli consiglieri”, dice infine Libera.

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