San Marino. Libera: “Subito misure per le piccole imprese, basta con la rincorsa al ‘posto sotto lo Stato'”

San Marino. Libera: “Subito misure per le piccole imprese, basta con la rincorsa al ‘posto sotto lo Stato'”

Ecco l’opinione di Libera, forza politica sammarinese di minoranza, sul nuovo decreto lavoro.

“A San Marino i dati raccontano di una economia che fonda la sua solidità soprattutto sulla piccola e media impresa.
È la piccola impresa infatti che ha contribuito in passato e contribuisce oggi a garantire uno sviluppo reale, duraturo e continuativo al Paese.
L’utilizzo dei differenziali fiscali che ha avuto come conseguenza il proliferare di Srl nella speranza, sempre più remota, di attrarre ‘grandi investitori’ hanno riempito le tasche solamente dei pochi che si sono trovati a ‘maneggiare la faccenda’ dando l’illusione di una ricchezza diffusa.
Seppure l’economia, quella sana che crea occupazione e mantiene oggi anche buona parte del sistema pensionistico e sociale, si regge, dati alla mano, sul lavoro dei piccoli e medi imprenditori sono proprio queste attività ad essere le più penalizzate e prese di mira quando c’è da fare cassa.
Lontane dall’essere considerate una risorsa e una opportunità di crescita economica piuttosto che essere valorizzate sono più spesso chiamate a fronteggiare sempre nuove norme che incidono negativamente sulla loro tenuta costringendo alcune a ridimensionarsi o alla peggio a chiudere. Un atteggiamento spesso viziato da pregiudizi.
Si crede, in una visione ristretta e poco informata, ad esempio che se il reddito è basso è perché non è del tutto dichiarato, un pettegolezzo che dovrebbe fermarsi al bar ma che purtroppo permea le sedi istituzionali in questo modo viene legittimato l’aumento dei costi contributivi e si aggiungono nuove tasse.
Più della metà delle imprese operanti a San Marino oscilla da 1 a un massimo di 9 occupati, piccole attività che fanno economia e soprattutto non gravano sulle spalle di una Pubblica amministrazione sempre più congestionata, ad esse si aggiungano 732 attività di libera professione che, anche in questo caso, sono piccole realtà individuali.
Codici operatori aperti nel tentativo di crearsi sul proprio territorio una occupazione corrispondente alle proprie aspirazioni e ai propri studi, realtà che si scontrano con non poche difficoltà burocratiche e legislative a fronte di situazioni debitorie causate soprattutto dalle spese vive di mantenimento del Coe: tasse e contributi.
Libera crede che sia arrivato il momento di mettere mano alle norme in materia semplificando e facilitando il regime fiscale, snellendo totalmente la burocrazia e adeguando anche la normativa sul mercato del lavoro che ancora è inapplicata e anche il nuovo decreto di Lonfernini rischia di rimanere lettera morta e di sicuro non funzionale per le piccole medie imprese, come ha ricordato recentemente Osla in una posizione condivisibile. 
Libera, nei prossimi giorni, anche attraverso l’aiuto di professionisti e ascoltando gli operatori del settore, metterà a punto una serie di proposte sul tema al fine di valorizzare al massimo lo spirito di iniziativa in particolare dei nostri giovani. 
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una rincorsa al ‘posto sotto lo Stato’ e questo chiaramente toglie energie e capacità produttiva allo sviluppo e alla crescita”.
Libera
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