Governo di San Marino in affanno

Governo di San Marino in affanno

Sul capitolo “decreti delegati” il
fronte del Patto perde pezzi. La minoranza segna un punto, con
l’approvazione di un emendamento del Psd, mentre due decreti sono
licenziati sul filo del rasoio. Con 25 no e 26 si’, e’ uno solo
il voto di scarto nella votazione dei provvedimenti
dell’esecutivo che il Consiglio e’ chiamato a ratificare. Si
tratta di piccoli ma indicativi segnali di debolezza del fronte
di maggioranza che seguono l’iter senza scossoni della riforma
del commercio. In particolare, a destare polemiche e’ stato il
decreto delegato, n.116, che interviene sul metodo di calcolo dei
titoli di studio per l’accesso all’insegnamento nella scuola
media inferiore e nelle scuole superiori. In sostanza, cambia il
calcolo del punteggio delle graduatorie per gli insegnanti
supplenti, “in modo vergognoso”, incalza in Aula Ivan Foschi,
capogruppo di Sinistra unita, che denuncia “l’uso personalistico
dello strumento del decreto”. Infatti, “dietro a una disposizione
prettamente tecnica- chiarisce- si nasconde una situazione a dir
poco scandalosa”.

Perche’ l’adeguamento del punteggio assegnato ai titoli di
studio per i candidati-professori “favorisce in maniera non
casuale- sostiene il capogruppo di Su- il figlio di uno degli
attuali segretari di Stato”. Con il cambio della valutazione il
parente stretto del ministro “guadagna nientemeno che ventinove
posizioni con la garanzia quasi matematica di avere il posto
assicurato nonostante la laurea molto recente”, ovviamente “a
scapito di altri cittadini senza padrini politici che si vedono
retrocessi”. L’argomentazione deve aver fatto breccia anche tra
la maggioranza che dalla trentina di voti a disposizione scende a
26, piu’ un non voto.

Il Patto rischia grosso anche sul
decreto n. 125, “Regolamento generale per i fruitori del servizio
di telefonia della rete di telecomunicazioni della Pubblica
amministrazione”: l’esito del voto e’ molto simile al precedente:
26 i si’, 25 i no, tre gli astenuti.
Colpo di scena e applauso, nel corso dell’esame del decreto
legge n.126, quando viene accolto un emendamento presentato dal
consigliere dell’opposizione, Stefano Macina, Psd, con 26 si’, 24
voti contrari e un astenuto. Il decreto, “Disposizioni urgenti
recanti modifiche alla normativa di prevenzione e contrasto del
riciclaggio e del finanziamento del terrorismo”, e’ un
intervento, spiega il segretario di Stato per le Finanze,
Pasquale Valentini, di revisione della legge antiriciclaggio che
“interviene, in particolare, sulla definizione di persona
politicamente esposta, secondo raccomandazioni del Moneyval”. E
mira a recepire “indirizzi del Gafi e dell’Ue”, sui cui standard
“San Marino sta adeguando la normativa”.
In sostanza, chiarisce Valentini, il ricorso al decreto
delegato e’ necessario per accelerare i tempi di approvazione, in
vista dell’esame del Moneyval di settembre. Tutto fila liscio
fino a quando Macina avanza un emendamento sull’articolo 15 bis
per inserire, tra i membri della Commissione tecnica di
coordinamento nazionale, anche il comandante della Gendarmeria.
Proposta vincente, su cui il Patto perde voti. Alla fine pero’,
nel giudizio complessivo del decreto, la maggioranza si
ricompatta: sono infatti 32 i voti a favore, 19 i contrari, due
gli astenuti.

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