‘Hanno gettato la maschera’. Alleanza Popolare

‘Hanno gettato la maschera’. Alleanza Popolare

La macchina del referendum per chiedere l’abrogazione della variante di PRG di Rovereta, utile ed indispensabile alla realizzazione del Polo della Moda, è partita tramite la raccolta delle firme. In quell’occasione il comitato del si ed i partiti che lo sostengono hanno usato l’argomentazione “non siamo contro il Polo, ma siamo per il parco”. Questa affermazione è stata ormai smentita da più fatti: da un lato, del parco non c’è traccia, dall’altro, la zona verde di Rovereta è stata compensata da un’area a Faetano di assai maggior pregio (che qualora vincesse il si tornerebbe invece edificabile), in ultimo, per ammissioni ripetute del gruppo Borletti e DEA, se vinceranno i si il Polo sorgerà a Rimini, quindi non avremo né Polo né parco, ma tanta concorrenza.

Prima dell’inizio della campagna, e ancora adesso, la seconda argomentazione usata è stata “lo Stato da troppi soldi e/o benefici agli investitori”. Anche questo è completamente falso. Infatti dal terzo anno dell’investimento (da quando cioè il Polo sarà in funzione e produrrà introiti) il credito agevolato concesso sarà subordinato alle entrate sotto forma di monofase o IGR, mentre già dall’anno zero l’imposta monofase pagata sui materiali da costruzione (pari al 6% come per tutte le altre aziende) coprirà abbondantemente la quota del credito agevolato: insomma il bilancio dell’operazione sarà sempre positivo per lo Stato a partire dall’anno zero. Si stima che il Polo comporterà 200 milioni di euro di entrate per lo Stato in 10 anni, al netto degli sgravi, e circa 300 posti di lavoro.

Allora si è passati alle previsioni più fosche “sarà un flop e fallirà”. Non conta che vi siano modelli virtuosi e di successo come Barberino (600 occupati), Serravalle (1500 occupati), Fidenza (700 occupati)… tutti progetti realizzati, creati e seguiti da DEA. Evidentemente chi sostiene questo (oltre a portare un po’ sfortuna) non vuole neppure riconoscere le ampie potenzialità turistiche di San Marino, che, a detta degli stessi investitori (spiace che a ricordarcelo debbano essere degli stranieri!) sono assai più consistenti rispetto a Fidenza, Barberino o Serravalle…

Ma – abbiamo sentito dire – “non abbiamo nulla da dire sugli investitori, e siamo favorevoli al Polo”. A parte varie dichiarazioni infamanti sugli investitori stessi pubblicate a mezzo stampa da qualche consigliere, già molti mesi fa (forse una specie di benvenuto?), affermazioni che per decenza non vogliamo ripetere, come si fa a dire che si ha fiducia negli imprenditori, se poi si mette in discussione la buona riuscita del progetto?

Ancora: “San Marino perderà 3000 posti di lavoro esistenti se partirà il Polo”. Qui siamo arrivati veramente all’assurdo: non solo non si crede affatto al progetto, ma addirittura si vuol far passare l’idea che creerà disoccupazione. Vero è invece che il Polo consentirà l’arrivo di nuovi flussi turistici (stimabili in circa 2 milioni di persone all’anno); che i promotori del Polo dovranno obbligatoriamente pubblicizzare la Repubblica di San Marino ed il suo centro storico (come è scritto nero su bianco sulla convenzione) e che questo nuovo apporto di visitatori andrà a vantaggio di tutte le realtà commerciali ed economiche del Paese.

Infine, viste smontate le altre deboli (e spesso false) argomentazioni, è arrivato l’uomo nero! “Chissà quali interessi sono nascosti dietro il progetto? Questo o quel professionista, questa o quella famiglia…” La verità è che fortunatamente è nata una “cooperativa” di aziende sammarinesi (circa 30, che danno lavoro a molte famiglie di residenti) che sta cercando di vincere l’appalto per la realizzazione del Polo. AP spera sinceramente che questo possa succedere, per difendere l’occupazione e rilanciare il settore edilizio in grave crisi.

Quanto alle famiglie proprietarie dei terreni, Borletti e DEA sono state molto chiare fin da subito: l’unica zona possibile per il Polo è Rovereta. Quindi, chi è contrario alla soluzione individuata, se veramente volesse realizzare il Polo, dovrebbe avere almeno la voglia di indicare altre aree verdi o capannoni. Bene, visto che a Rovereta lo Stato non ne ha, si ricadrebbe inesorabilmente sulle proprietà (evidentemente assai più care, dato che gli investitori non le hanno scelte) di altri “soliti noti” – come a qualcuno piace definirli – e che – viene il sospetto – forse da qualcuno vorrebbero essere avvantaggiati?

In ultimo proprio in questi giorni, hanno gettato la maschera e l’hanno buttata in politica: “vota si per mandare a casa il Governo” Il solito teatrino della politica, ma questa volta giocato sulla pelle del Paese! Se chiuderemo la porta in faccia a questi investitori, come potremo trovarne altri? Quale è il modello di sviluppo che propone chi non vuole il Polo?

Per questo AP chiede ai Sammarinesi di informarsi, di decidere nel merito del progetto e della convenzione e invita a votare NO!

Per fare il Polo, per difendere l’ambiente, rilanciare l’economia, creare 300 posti di lavoro, garantire 20 milioni di introiti all’anno allo Stato, e così dare certezze ai conti pubblici, difendere i salari e lo stato sociale. Poi verranno le elezioni ed allora sì che potremo buttarla in politica…

L’Ufficio Stampa

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