I fallimenti del Patto per San Marino

I fallimenti del Patto per San Marino

I fallimenti
del Patto per San Marino emergono fragorosamente in questi giorni, e sotto
diversi profili. Il Governo ha sempre sostenuto che con l’Italia andava tutto
bene e gli unici problemi erano dovuti all’intransigenza del Ministro Tremonti,
l’unico – a loro dire – a non volere riconoscere i mirabolanti progressi
compiuti da San Marino sulla strada della trasparenza. Di fatto però anche
questo assunto è stato rapidamente smontato in questi giorni.

Si vantavano
ottimi rapporti con  il Ministro della
Giustizia Alfano, eppure la richiesta del Governo, recatosi ufficialmente a
Roma per ottenere il distacco di un Magistrato presso il nostro Tribunale, non
ha nemmeno ricevuto risposta, a testimonianza dell’autorevolezza che ispira
l’attuale Esecutivo. Avrà forse pesato negativamente il fatto che il Patto
abbia deciso di bloccare una rogatoria tanto delicata quanto quella della SMI
negando all’Italia quella piena collaborazione che ci era stata caldamente
richiesta proprio su questo caso? O forse la mancata collaborazione nel caso
CIS – Carim che ha visto negare le informazioni fondamentali richieste dai
controllori di Banca d’Italia, in spregio alle normative da noi stessi emanate?
Resta il fatto che oggi il Tribunale è costretto a rinunciare ad un Magistrato
di prestigio che si sarebbe configurato come il primo Commissario della Legge
con queste caratteristiche e ancora una volta abbiamo dato l’immagine di un
Paese che a parole si spende tanto per la trasparenza ma che, alla prova dei
fatti, continua a frapporre ostacoli ad una vera cooperazione.

Le cose paiono
non andare meglio nemmeno nella collaborazione in materia di sicurezza. Da
tempo le nostre Forze dell’Ordine non hanno accesso ai collegamenti informatici
italiani con oggettive difficoltà operative quando si trovano a dovere
identificare soggetti stranieri in territorio. In questi giorni poi giungono
notizie allarmanti sul fronte delle infiltrazioni malavitose con la denuncia di
situazioni inquietanti tali da far presumere una presenza fisica di personaggi
sospetti in Repubblica e il Governo non trova niente di meglio da dire che “in
fondo la mafia c’è dappertutto, probabilmente sarà anche qui”, sottolineando
che gli accordi tra le forze di polizia italiane e sammarinesi sono fermi da
tempo.

Lasciando ai cittadini
i giudizi sulla responsabilità di simili affermazioni, quel che appare è che anche
con il Ministero degli Interni i rapporti sembrano essere al palo e anche in
questo caso non si può certo dare la colpa al solito Tremonti. Tuttavia a farne
le spese è come al solito il nostro Paese che si trova isolato e bollato come
inaffidabile dai nostri vicini, rimanendo privo di strumenti indispensabili
nella lotta alla criminalità.

Non sono certo
una novità i ripetuti problemi aperti con il Ministero dell’Economia che si
rifiuta di firmare il tanto agognato accordo che ci permetterebbe di uscire dal
pantano in cui ci ha sprofondato il Patto per San Marino, nonostante avesse
come primo punto del suo programma proprio la normalizzazione del rapporto con
l’Italia. Anziché cercare di dare soddisfazione alle richieste italiane, che in
gran parte coincidono anche con le nostre esigenze, si continua a tentennare,
preferendo piegarsi alle resistenze (o ricatti?) che giungono da quei settori
del mondo economico – finanziario che non vogliono rassegnarsi alla strada
della trasparenza, sperando di potere riprendere quanto prima con la vecchia
economia parassitaria. Il problema è che quei settori, pur essendo ampiamente
minoritari, sono quanto mai organizzati e potenti e, attraverso il
Governo,  tengono sotto scacco l’intero
Paese.

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