I lavori della Commissione Finanze. Agenzia Dire

I lavori della Commissione Finanze. Agenzia Dire

 

                                                                 COMUNICATO STAMPA

COMMISSIONE
CONSILIARE PERMANENTE FINANZE, BILANCIO

E
PROGRAMMAZIONE; ARTIGIANATO, INDUSTRIA, COMMERCIO; TURISMO, SERVIZI, TRASPORTI
E TELECOMUNICAZIONI,

LAVORO
E COOPERAZIONE

 

MERCOLEDI’ 13 NOVEMBRE-
pomeriggio

 

            All’apertura
dei lavori della Commissione, nel pomeriggio, si è avviato il comma
Comunicazioni che ha visto per protagonisti i commissari di minoranza. I quali
hanno fortemente lamentato la mancanza di confronto da parte di governo e
maggioranza sul testo di riforma dell’Igr e presentato una mozione d’ordine per
mettere in votazione il non passaggio all’esame dell’articolato. Il presidente
Maria Luisa Berti ha giudicato irricevibile la proposta: la mozione può infatti
essere presentata solo in sede consiliare, in seconda lettura.

Si è quindi passati al secondo comma, con il dibattito sulla
riforma e l’avvio dell’esame dei primi articoli del provvedimento.

Di seguito una sintesi dei dibattiti svolti nella seduta
pomeridiana.

1.                  
Comunicazioni

Pier Marino Mularoni, Upr:
“Intervengo sulla necessità di ragionamento sulla situazione economica del
Paese e su cosa stia portando avanti il governo in merito, visto che abbiamo
impegnato quest’Aula per giorni sulla legge di Sviluppo e oggi non abbiamo
cognizione dei decreti attuativi e delle iniziative portate avanti dal governo
per la crescita che il Paese non può più aspettare. In questa situazione si
rischia lo scontro sociale, sentiamo un disagio della popolazione e di chi, in
particolare, ha perso il lavoro. Abbiamo qui anche il segretario di Stato per
le Finanze, con cui dovremo discutere la legge fiscale di cui non conosciamo
ancora il testo definitivo. E’ un provvedimento che impatterà sul bilancio
dello Stato e mi chiedo come sia possibile fare programmazione economica,
dovendo presentare entro il 20 novembre la legge di bilancio, non sapendo
ancora quali saranno gli effetti di una riforma fiscale. E chiedo quali
provvedimenti intende attuare il governo per creare sviluppo e occupazione nel
Paese, perché non possiamo più procedere a colpi di maggioranza con
provvedimenti che vanno in un’altra direzione. Se prendiamo ad esempio la
spending review non vediamo provvedimenti in grado di invertire il processo
della spesa, vediamo solo decisioni di nomina che seguono spartizione politiche.
Chiediamo al governo qual’è la vera linea che vuole perseguire e se finalmente
vuole attuare un sistema di confronto e condivisione anche con l’opposizione su
temi che riguardano tutto il Paese.

La riforma fiscale è stata gestita al chiuso del palazzo con
le organizzazioni sindacali e di essa oggi non abbiamo ancora notizia. La mia è
una comunicazione di protesta su questo modo di fare della maggioranza che non
tiene conto dei diritti dell’opposizione, che rappresenta il 49% della
popolazione”.

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “Per aiutare la discussione che potrebbe aprirsi come
anticipato da consigliere Mularoni, ricordo che domani pomeriggio verrà
depositato il testo in prima lettura del Bilancio 2014, già da venerdì
all’ufficio di Presidenza sarà disponibile il documento che contiene tagli,
entrate e uscite del bilancio dello Stato, stiamo lavorando su tutti e tre i
terreni. Lunedì sarà poi convocato il tavolo di sviluppo a cui il governo
porterà la bozza, già  oggetto di
confronto in maggioranza, per l’esame del decreto previsto dalla legge 71. Non
solo tagli, non solo tasse, ma anche sviluppo. Riteniamo di aver tenuto insieme
i tre temi, insieme legge fiscale e spending review. La discussione ci può
stare, ma ci sarà rispetto di tutte le regole. Il testo della riforma Igr è
disponibile dalla prima lettura e anche oggi sono stati consegnati e saranno
sul sito gli emendamenti”.

Maria Luisa Berti, Presidente: “Ricordo che siamo in Comunicazioni e di attenervi
all’oggetto del comma”.

Rossano Fabbri, Ps:
“I termini del decreto per lo sviluppo non sono stati rispettati. Si dice che
questa è una riforma condivisa e necessaria, se avessimo i numeri su quanto le
direttive di sviluppo possano alleggerire le problematiche dello Stato,
potremmo anche noi averne un’idea.

L’andamento della commissione e della riforma pare
subordinato al raggiungimento della concertazione con il sindacato più
importante, ma ci sono altri sindacati e altre organizzazioni di categoria che
hanno mostrato perplessità su argomenti di cui non siamo a conoscenza.
Chiederei al segretario di riferire sulla trattativa con i sindacati e su
supposti scioperi generali poi revocati”. 

Maria Luisa Berti, Presidente: “Ricordo che su questo il segretario riferirà al comma
successivo, raccomando di attenersi al comma comunicazioni”.

Andrea Zafferani, C10:
“E’ stato annunciato dalla stampa il fatto che il governo sta predisponendo una
legge di bilancio che conterrà tagli anche agli stipendi, in particolare per le
indennità. Al di là del merito delle politiche, considerando la stretta
connessione tra legge di bilancio e il comma cui parleremo in seguito, sarebbe
interessante avere un breve riferimento sulle politiche da mettere in campo e
su quali cifre si intendono raggiungere. Quindi questione black list: senza
fare disquisizioni sulla politica estera, credo ci sia un obiettiva carenza di
informazioni. Si diceva che al momento della firma si sarebbe potuti uscire
dalla lista. La realtà è che si stanno allungando i tempi senza giustificazioni.
Come la commissione Esteri anche quella Finanze dovrebbe fare tutti gli sforzi
possibili per accelerare il decreto, organizzando incontri bilaterali. Mi sono
stancato di sentire che è tutto a posto e poi siamo ancora in black list.
Dobbiamo capire cosa sta succedendo. Vorrei poi un riferimento dal segretario
su quanto si è andato a discutere con il commissario Ue Semeta. Chiedo poi
tempo per vedere gli ultimi emendamenti, visto che il segretario ha detto che
sono on-line”.

Tony Margiotta, Su:
“Ci sono temi importanti già discussi che non hanno dato conseguenze, come la
legge Sviluppo approvata a giugno o le residenze. Il malcontento e la
disillusione nella cittadinanza crescono. Dopo un anno di legislatura,
cominciamo a discutere oggi la riforma tributaria. Sulla spending review ancora
non ci sono risultati. La politica deve avere la responsabilità verso la
comunità di trovare soluzioni immediate e condivise. Non è più tempo di
bandiere, il Paese è in una crisi totale. Invece si va avanti a colpi di numeri,
il governo non ha avuto un atteggiamento propositivo incisivo. La Repubblica da
anni è nel limbo della black list. Siamo
ancora bollati come Paese. Era la prima cosa che doveva fare il governo. La
modalità con cui sono state portate avanti soluzioni, riforme e leggi è
completamente sbagliata e inaccettabile da parte
dell’opposizione. Chiedo  che l’atteggiamento di tutto il governo cambi.
Inizia una fase storica per il Paese, variamo riforme che cambieranno il suo
volto: serve una soluzione immediata per uscire da
questo periodo decadente”.
Gloria Arcangeloni, Rete: “Un anno fa sembrava certa l’uscita dalla
black list, vorrei capire a che punto siamo. Sono dimissionaria e annuncio che
da domani non ci sarò io ma i miei colleghi. Faccio un appunto all’arroganza,
alla presunzione e alla superbia del segretario di Stato Felici quando dice che
la bozza del 29 ottobre ce l’abbiamo e che gli emendamenti sono sul sito. Se si
vuole il confronto i metodi devono essere diversi.
Presento una mozione d’ordine a nome dei commissari d’opposizione per mettere
in votazione il non passaggio all’esame dell’articolato della riforma
tributaria”.
Paolo Crescentini, Ps: “Ci sentiamo tutti pesci fuor d’acqua. Non è
cambiato molto rispetto alla passata legislatura quando era il Psd a lamentarsi
della scarsa considerazione delle forze di minoranza da parte del governo.
Sulla black list chiedo delucidazioni al governo, dovevamo essere
fuori in 6 mesi, ma sono diventati 12 e siamo ancora dentro. Se non è un
problema tecnico, è politico? Chiederemo in ufficio di Presidenza un comma ad
hoc sulla politica estera. Siamo in una situazione difficile dal punto di vista
economico e occupazionale. La legge di bilancio non sarà semplice. Per
affrontare questa serie di emergenze non basta una componente della politica,
occorre fare fronte comune. Ma l’esecutivo non ci sente. Finora il governo ha
applicato solo
tasse, di sviluppo non se ne parla. Sono poche le leggi in un anno di
legislatura: di quella sull’e-commerce non si conoscono i benefici. Faremo
un’interpellanza. Quella sulla professione medica sviluppa solo le tasche di
qualche professionista, spiace che sia stata votata da un partito di sinistra
come il Psd. Se la mozione non può essere presentata oggi, lo faremo in
Consiglio”.

Maria Luisa Berti, Presidente: “La proposta della mozione d’ordine in questa sede è
irricevibile, può essere presentata solo in Consiglio grande e generale, in
seconda lettura”.

 

2.                  
Progetto
di legge “Imposta Generale sui Redditi”

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “Ho apprezzato il consigliere Zafferani che ha posto una
serie di elementi di valutazioni, a latere del comma in oggetto, ma hanno
necessità di risposta.  Darò le cifre
della manovra in sede di relazione di bilancio. Gli impegni presenti nel
programma di governo vanno mantenuti, tenendo conto delle novità intervenute,
come cali delle entrate e spese non prevedibili. In ogni caso, l’equilibrio
della riduzione della spesa è quella indicata in 20 mln di euro dichiarato a
luglio. Non manteniamo l’obiettivo del recupero fiscale, perché si è deciso di
procedere per regole transitorie, perché il Paese non può affrontare variazioni
di carico che possono mettere in difficoltà famiglie, imprese e lavoratori.

Sono tre i livelli su cui affrontare la fiscalità: quello
interno, che stiamo affrontando oggi, la riforma è necessaria e va fatta. Sia
le categorie che gli imprenditori ci chiedono di fare presto e gli impegni
vanno mantenuti. Per questo mi sorprende la ragione d’ordine per il non
passaggio al voto. Significa avere un obiettivo diverso da quello che tutto il
Paese reclama. Noi andiamo avanti fino all’approvazione della riforma, non per
superbia o arroganza, ma per responsabilità.

Il secondo livello è nel rapporto bilaterale, qui rispondo a
Zafferani che non tutto va bene, viviamo l’incongruenza che il Paese ha in
vigore un accordo sulle doppie imposizioni, ma resta in black list. Stiamo
lavorando, ci sono complicazioni per entrare quindi in white list. Stiamo
affrontando la questione, la data di riferimento per l’esercizio dell’avvio
dello scambio di informazioni è il primo gennaio 2014. Il governo lavora perché
questa data possa essere la deadline del periodo.

Quindi il livello multilaterale: è iniziato un primo
contatto formale con la delegazione tecnica dell’Ue competente sull’accordo
Ecofin, che aveva per obiettivo la fine del 2013. Oggi è ragionevole pensare
che la data non sia rispettata. Ci sono variegate posizioni dei diversi Paesi,
le date spesso sono indicative. Posso confermare che al tavolo tecnico la
posizione è stata quella già espressa in Consiglio. San Marino  pronta a partecipare alla trattativa Ecofin,
ponendo delle questioni: la disponibilità ad affrontare un medesimo sistema di
regole, a patto che valga per l’accesso al mercato europeo, per essere parte
del sistema. Abbiamo detto poi al tavolo che la condizione che ci potrebbe
aiutare per la trattativa è il superamento del contenzioso italiano. C’è un
evidente connessione perché Paesi che hanno in vigore un accordo sulle doppie
imposizioni devono avere strumenti di fiducia reciproca, affinché il
contenzioso sia superato. I contatti proseguono e non escludo ci siano ad alti
livelli se si prosegue nella problematica.

Capitolo trattativa sindacati: era un confronto sulla nuova
normativa fiscale, previsto per le rappresentanze politiche nelle Aule
preposte, come questa. Siccome le rappresentanze economiche e sindacali non
hanno sedi istituzionali in cui discutere con il governo, abbiamo avuto sette
giri di incontri, con diversi risultati che hanno portato a una convergenza
progressiva. Non sfugge né al sottoscritto, né al governo cosa rappresenta il
conflitto sociale che è sfociato, nonostante ciò confidiamo che più che le
parole siano i fatti a dare elementi rassicuranti e continuiamo a fare fatti,
così come abbiamo fatto con l’abrogazione della patrimoniale. Mi chiedo perché,
quando in Aula il governo ha mantenuto un impegno così importante, visto che mi
di accusa di essere superbo, l’opposizione non l’abbia votata. La coerenza
politica andrebbe considerata per tutti.

Sulla conoscenza dei fatti: siccome le forze politiche hanno
ambiti parlamentari in cui confrontarsi, credo sia difficile far credere ai
nostri cittadini che certi approcci siano seri, ovvero la richiesta continua di
confronti al di fuori delle sede parlamentari. Sullo sviluppo sono state
istituite sedi diverse, ma ciò è possibile se c’è reciproca disponibilità. Non
voglio essere polemico, ma abbiamo ricevuto rifiuti sul confronto perché ‘era
troppo tardi’, mi sembra che coerenza e responsabilità non siano presenti. Il
regolamento prevede che gli emendamenti siano presentati prima della
presentazione dell’articolo. Noi, per dovuta cortesia, li abbiamo messi a
disposizione prima dell’esame dell’articolato perché si svolga un lavoro
sereno. Prendo atto che ora non conosciamo niente degli emendamenti
dell’opposizione. 

Rispetto bozza precedente della riforma queste sono le
novità: c’è stato un abbassamento delle aliquote, eliminando la compensazione
del quoziente familiare. Si è ritenuto di abbassare la detrazione forfettaria
di 100 euro ai redditi bassi all’imponibile netto di 25 mila euro, abbiamo reso
più progressiva la minimum tax sugli autonomi, abbiamo inserito la Commissione
per il monitoraggio della fiscalità, di cui si sono rivisti poteri e
rappresentanze. Abbiamo rivisto il registro transitorio sull’accertamento
telematico dei corrispettivi, che surrogherà il sistema Smac finché non sarà
implementato il Pos. Fino allora il registro telematico dei corrispettivi sarà
rappresentato da una pagina apposita sul portale Smac su cui l’operatore potrà
inserire i dati dei ricavi. Questo passaggio è stato valutato dalle
organizzazioni sindacali ed economiche ed è bene che sia fissato, per cui è
previsto un decreto in cui indicare la sua deadline.

La sostenibilità
della riforma è diventata un elemento significativamente rilevante rispetto al
processo di approvazione della riforma. Per questo Paese le riforme vanno fatte
secondo le sue capacità di poterle realizzare. Il grosso del lavoro che ha
permesso l’abbassamento rilevante dele aliquote per i dipendenti è dovuto ai
nuovi sistemi di accertamento. Grazie alla possibilità di incrociare i dati
degli uffici della Pa, di rilevare il reddito degli autonomi attraverso la
Smac, la possibilità di accesso ai conti correnti bancari, l’ausilio del nucleo
antifrode. Poi, siccome è insorto un conflitto con gli autonomi, che chiedono
parità reddito, e si è notato che quelli con redditi inferiori potevano essere
penalizzati in fase preliminare, si è cercato un sistema progressivo e un
equilibrio accettato dalle parti. Su questo testo ci presentiamo in
Commissione”.

Andrea
Zafferani, C10:

“Fino a giugno la parola d’ordine era ricerca della condivisone, oggi si fa
appello al regolamento sugli emendamenti per dire che il governo è nei tempi.
Allora siamo stati fortunati ad avere la bozza del 29 ottobre. Battute a parte,
c’è stato un dialogo a due tra governo e sindacati, con scarsa attenzione alle
associazioni economiche e zero per la minoranza. Abbiamo rifiutato un incontro
perché sarebbe stato una farsa.
Manca il dato sul gettito previsto. In prima lettura si parlava di 20 milioni
di euro, ma per noi era già molto di più. Mancano le proiezioni sugli effetti
sui consumi interni, sugli investimenti e in
generale sull’economia. Quanto arriverà dalla lotta all’evasione fiscale? 10
milioni è una cifra assurda. L’aliquota media sarà del 9%, ma si può avere la
curva? Manca equità anche se la nuova struttura delle deduzioni con le Smac è
utile, ma a pagare saranno sempre dipendenti e pensionati. Sul fronte
dell’evasione fiscale, la Smac come strumento di deducibilità fiscale è stato
indebolito, tranne che per fasce di reddito molto basse, con un meccanismo
demenziale. Gli altri strumenti di lotta all’evasione sono troppo limitati, i
controlli bancari sono difficili, le ispezioni contorte e gli uffici fanno
fatica a comunicare. E che si possa cambiare con il tavolo non mi fa stare più
tranquillo”.
Rossano Fabbri, Ps: “Il segretario di Stato fa passare per normale una
trattativa che non lo è. L’ultima bozza è stata depositata questa mattina.
L’opposizione non è in grado di valutare la fattibilità del minore impatto
della tributaria sulle tasche dei cittadini. Manca poi
il decreto attuativo sul regime Iva, che cambierà in maniera sostanziale la
natura dei rapporti tributari dello Stato verso il singolo operatore.
La riforma va fatta, ma va valutato cosa si vuole cambiare rispetto allo stato
attuale. Sui controlli per esempio, o le modalità di accertamento. Sul rapporto
bilaterale con l’Italia il governo deve
chiedersi se la strada di avvalorare ogni scelta, anche la più degradante
rispetto alla nostra sovranità, abbia portato i risultati sperati. Il caso
delle intercettazioni la dice tutta sullo stato dei
rapporti. Quando si parla di fiscalità, si parla anche di differenziale?
Vogliono ridurre la forbice? E’ un problema il differenziale per l’uscita dalla
black list? Realizzare fatti non è solo mettere tasse, il governo ha preso la
strada della recessione”.
Gloria Arcangeloni, Rete: “Il metodo adottato è autoreferenziale, come
sempre. Il segretario di Stato poteva dare un’impronta significativa al Paese,
invece si è creato un malcontento diffuso in tutta la popolazione. Non ho visto
in piazza qualcuno difendere l’operato del governo che continua su una strada
che da più parti si dice sbagliata. Non è una questione ideologica, non c’è
scontro tra chi vuole la riforma e chi no. Tutti la vogliamo, ma non si fa
così. Non avete credibilità per chiedere alla gente di pagare. La riforma
rimanda l’irrimediabile, mette una pezza a un problema enorme. Fa cassa ma non
è una motivazione sufficiente. Occorre essere lungimiranti, la normativa invece
mantiene sprechi e un sistema malato. Le tasche di qualcuno non sono toccate.
Il metodo delle finte condivisioni alimenta i sospetti, eppure da anni paghiamo
consulenze sul fisco. Solo l’ultima è costata 40 mila euro. Tutto il lavoro
fatto è stato buttato via o era inutile? C’è schizofrenia a ogni cambio di
governo, sembra che per i segretari di Stato conti solo portarsi dietro i
propri valletti. Alla maggioranza piace vincere facile e se ne frega delle
opinioni di opposizione e parti sociali.
Il segretario di Stato dice di essere stato all’interno delle norme ma non è
così e ieri anche i membri di maggioranza erano perplessi per non avere il
testo aggiornato”.

Tony Margiotta,
Su:

“Il segretario Felici ha mancato la modalità corretta per portare questa sera
una riforma condivisa che ha importanza pazzesca per il nostro Paese. Con la
versione in prima lettura della riforma, la politica di questo governo o
comunque della segreteria Finanze, in questo momento di difficoltà, ha mostrato
al Paese che non è cambiato niente e che si continua a tutelare le solite
categorie che ieri non hanno pagato in maniera idonea, facendo aumentare le
tasse a chi attraverso la sua busta paga ha sempre contribuito. Il tutto è
sfociato nello sciopero generale. Dopo la bellezza di 4 mesi, dopo tutti gli
incontri con categorie e sindacati, non si è giunti a soluzioni, poi nel giro
di 4 giorni si è spinto tanto per arrivare ad un accordo con loro. Noi ad oggi
abbiamo un testo che è praticamente apparso solo ora emendato sul sito del
Consiglio, capisco non sia un obbligo, ma un testo su cui lavorare, ci serve
almeno una settimana prima. Serve un cambio di impostazione già da oggi in
Commissione nei confronti delle proposte di opposizione”. 

Paolo
Crescentini, Ps:
“Auspicavo
di ascoltare anche la voce dei commissari di maggioranza prima di entrare nella
discussione dell’articolato. Vado con la mente al passato, nella precedente
legislatura, la legge tributaria licenziata lo scorso anno era stata discussa
in un clima poco felice nel Paese, ma in Commissione si era ragionato in
maniera costruttiva e leale. Il metodo affrontato è da sottolineare, anche se
poi l’iter si è interrotto.

Nessuno dice che
la riforma tributaria non va fatta. Quella attuale è superata, anche
l’opposizione su questo è d’accordo. Ma lo sviluppo oggi manca nelle
prospettive della riforma che ci accingiamo a votare, qui si parla solo di
tassazione, con la certezza che chi pagherà saranno i lavoratori dipendenti con
reddito fisso. Entreremo nel merito dell’articolato, auspico possano essere
presi in considerazione anche gli emendamenti opposizione che non mancheranno”.

Stefano Macina,
Psd:
“Capisco
quelle che possono essere posizioni politiche dell’opposizione, fa parte del
gioco delle parti, anche se alcuni atteggiamenti sono strani, quando la
disponibilità al confronto una settimana prima della commissione è stata data.
I meccanismi e le situazioni inserite nella legge partono dal fatto che ognuno
faccia la sua parte. Rispetto alle situazioni precedenti sulle verifiche fatte
per sorteggio sui contribuenti, in questo caso si cambia filosofia perché ci
sono degli adempimenti che permettono all’ufficio tributario di avere tutta una
serie di dati accertabili. Se si apre una procedura di accertamento su un
determinato soggetto si deve andare fino in fondo, ma non è giusto sia un
processo automatico.  Cambia anche il
sistema di risultato dell’imponibile: la determinazione del reddito imponibile
cambia su nuova impostazione che va a riconoscere deducibilità. La
tracciabilità attraverso la Smac è un meccanismo molto più efficace del sistema
italiano che è fallito. Sono questi gli elementi di novità sostanziale che mi
auguro siano riconosciuti, al di là della riduzione delle aliquote rispetto
alle precedenti proposte che ha portato a modificare la posizione di sindacati
e categorie. L’elemento più incisivo del provvedimento è infatti la questione
degli accertamenti.

Questa legge ha
bisogno di una fase di rodaggio, è prevista una fase transitoria e auspico si
concluda che tutti i redditi siano tassati in base aliquote progressive e
dobbiamo fare in modo si arrivi a questo risultato. Sottolineo il ruolo del
tavolo di confronto tripartito per portare correttivi e per fare funzionare
questo provvedimento sulla base degli obiettivi politici che ci siamo dati. Non
è un provvedimento per fare cassa”.

Valeria
Ciavatta, Ap:

“Vorrei partire da un dato di natura politica, il fatto che la riforma Igr
proviene da un lavoro fatto nella precedente legislatura, con un progetto di
legge non sottoposto in seconda lettura per motivi politici o per timori o per
miopia. Era un obiettivo importante che si poteva realizzare allora in un clima
sociale diverso, questa esperienza deve rappresentare un insegnamento. Nelle
sedi istituzionali si deve essere capaci di farsi carico delle proprie
responsabilità. Anche se quei carichi sono difficili da sostenere in momenti di
passaggio, ma la capacità di sostenere un ruolo istituzionale di fronte alla
popolazione non deve venire meno. E’ trascorso un altro anno per una riforma
attesa e invocata dal mondo economico e sociale. Il pdl è frutto del lavoro di approfondimenti
tecnici e politici spalmati su due legislature su cose diverse, anche
abbandonate, tra cui il quoziente familiare che alla verifica tecnica ha
dimostrato di essere potenzialmente distorsivo. Altre cose sono nuove, come la
tassazione degli utili e via dicendo. Una riforma così difficile ha sofferto
dinamiche nate da un contesto conflittuale, in prima lettura abbiamo esaminato
questo pdl insieme alla discussione della spending review e del programma
economico.

Il fatto di aver
tenuto in considerazione la sensibilità del sindacato ha contribuito alla
presentazione del provvedimento oggi in Commissione. Non tutte le segreterie di
Stato e non tutti i governi hanno fatto riforme e questa è una riforma molto
difficile, soprattutto in questo momento.

E’ un dovere
applicare e fare proposte e sono convinto che la maggioranza sarà aperta alle
proposte dell’opposizione. Sul provvedimento avanzo tre considerazioni, la
prima: per noi è fonte di delusione il fatto che lo strumento del quoziente
familiare non sia sostituito da altri strumenti. Chiedo a nome di Ap che prima
possibile si torni sulla questione della famiglia con strumenti più efficaci e
giusti, altrimenti ma non c’è equità, il carico famigliare forse non è
sufficientemente considerato dalle detrazioni previste. Quindi l’introduzione
del reato di evasione: non è solo un adeguamento  a ordinamenti esteri, ma ha un’alta valenza
civica, dopo anni in cui è prevalsa l logica del più furbo sotto l’ombrello del
clientelismo dello Stato. Poi l’emersione dei redditi reali: altro obiettivo
che ha diverse articolazioni, è una parte da sottoporre alla verifica e non si
deve ridicolizzare l’osservatorio, perché il tavolo sugli effetti di questa
riforma è un modo per favorire una partecipazione all’informazione e agli
interventi da ritenere necessari”.

Luca Beccari,
Pdcs:

“La differenza la fa fare proposte concrete e lo ha dimostrato il sindacato.
L’opposizione invece ha perso un’opportunità di esprimere una posizione
concreta sulla riforma.
Negli ultimi anni dalla minoranza ho sentito raramente delle controproposte
tecniche sul fisco, ma quasi esclusivamente critiche generali. Dal dibattito
nel Paese è emersa un’altissima percezione di iniquità e la maggioranza se ne è
fatta carico. Poi in ogni provvedimento a fare la differenza è la parte
applicativa. Dunque non si può liquidare questo testo come insufficiente sui
controlli o troppo oppressivo sui prelievi. Ha leve molto  importanti e
lascia la possibilità all’esecutivo di turno di gestire la politica fiscale. Le
varie soglie sono elementi di governo della politica fiscale che vanno gestiti
in funzione dei mutamenti futuri. Il percorso è stato articolato e difficile,
ma ha beneficiato di molti contributi, per cui il testo è valido e innovativo.
Avremo base giuridica sotto il profilo fiscale
per garantire competitività al sistema e assicurare gettito per l’equilibrio
della finanza pubblica. Non sarà esaustivo per il fabbisogno dello Stato,
l’altra sfida è quella del contenimento della
spesa, ma è un punto di partenza che con una certa gradualità ci permette di
affrontare un cambiamento. Ci sarà un confronto tecnico con l’opposizione per
migliorare ulteriormente il progetto di legge. Ma sostenere la tesi che la
riforma non è necessaria e che va
subordinata ad altri provvedimenti non è possibile”.
Pier Marino Mularoni, Upr: “Nessuno sostiene che la riforma non è
necessaria o urgente. Però occorre capire come la si fa. Deve essere premiante
e incentivante, deve creare ricchezza, e allo stesso tempo essere equa,
trasparente, flessibile, comprensibile ed efficiente. Per questo noi siamo
critici. Non deve essere merce di scambio con un sindacato che non capisco chi
rappresenti quando mercifica con il governo un accordo vendendo i lavoratori
venuti in piazza.
Solo ora apprendiamo gli emendamenti. C’è un problema di metodo ed è pure
difficile da cambiare la legge. Questo non è un confronto reale. Il testo
sembra blindato dall’intesa con i sindacati.
Dove sono le novità vere? Si dà un ruolo molto forte all’ufficio tributario,
non sono d’accordo;  non c’è uno statuto del contribuente. Non credo che
da domani sarà tutto operativo. Abbiamo chiesto il
ritiro perché riteniamo che questa legge, così, non serve al Paese, è
un’occasione persa. Avete rimodulato le aliquote per non fare alzare la voce ai
sindacati, avete reso progressiva la minimum tax perché non lo facessero gli
autonomi, c’è la commissione per il monitoraggio della fiscalità. Verranno
colpiti i redditi medi e favoriti quelli alti, e si creerà ulteriore iniquità.
L’opposizione non è contraria alla riforma fiscale, è contraria a questa
riforma”.

 Fabio Berardi, Pdcs: “Sono stato tra
quelli che all’inizio ha criticato lo slancio del segretario, in realtà la
pazienza e la volontà di confrontarsi ha portato ad un arricchimento del testo
anche all’ultimo minuto, frutto del confronto con il sindacato e le
associazioni di categoria. E se anche la maggioranza ha ricevuto, come voi,
solo oggi emendamenti, non significa non ci siano stati dei confronti. Di fatto
non si può più rinviare questo provvedimento e se serve bisogna vararlo. Sono
da valutare gli elementi dell’opposizione, ma non si può più pensare che la
riforma non si deve fare perché prima c’è altro. Questo è uno dei pilastri
insieme alla riduzione della spesa e dello sviluppo. Ci vuole un punto di
partenza, non vogliamo nemmeno noi uno stato di polizia dell’ufficio tributario
ma non è questa l’impostazione, poi tutto è perfettibile”.

Claudio Felici,
segretario di Stato per le Finanze, replica:
“Due sole osservazioni. Lo dico ad
Arcangeloni senza polemiche, lei può usare gli epiteti che ritiene, ma mi
sembra poco corretto affidare epiteti a persone che non possono parlare in
Aula, anche perché si parla di persone che sanno fare, e bene, il proprio
lavoro. Questa riforma è stato il frutto di un’elaborazione continua, 

si partiva dalla
bozza Valentini con cui si è proceduto a una naturale e corretta evoluzione. Il
mio partito, di opposizione allora, accettò la fase di confronto per svolgere
un ruolo di collegamento tra le parti. Sarebbe stato utile anche in questa
occasione, ma è una scelta legittima. Per quanto riguarda quanto detto da
Mularoni, capisco le difficoltà della sua posizione, abbiamo i dati e li daremo
articolo per articolo. Ha detto che nessuno dei provvedimenti funzionerà, mi
sembra una posizione di bandiera. E’ difficile sostenere oggi che tutti gli
altri sbagliano. Ma se lei sostiene di volere la riforma perché è necessaria,
non deve poi proporre una mozione per non votarla, ma modifiche per
migliorarla. Altrimenti, significa che lei non la vuole fare questa riforma. Sa
benissimo meglio di me che questo Paese non può aspettare oltre”.

 

San Marino, 13 Novembre 2013/1

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy