I numeri delle rogatorie evase dal Tribunale di San Marino

I numeri delle rogatorie evase dal Tribunale di San Marino

I numeri del tribunale sammarinese
smentiscono chi parla di mancata collaborazione internazionale.
La relazione sullo stato della giustizia del 2009, che domani
sara’ presentata al Consiglio giudiziario plenario, parla chiaro:
l’anno scorso sono state tutte evase le 212 richieste si
assistenza giudiziaria. Di queste, ben 201 rogatorie sono state
avanzate dalle procure italiane, quattro risultano pervenute
dalla Svizzera, una ciascuna invece per Belgio, Germania, Gran
Bretagna, Francia e Stati uniti.

Numeri a parte, le riflessioni finali della relazione del
magistrato dirigente, Valeria Pierfelici, sottolineano come gli
sforzi richiesti al piccolo tribunale sammarinese siano sempre
maggiori, sotto il profilo del contrasto al riciclaggio e della
criminalita’ finanziaria cosi’ pure nella repressione delle frodi
fiscali. “Cosi’ come importante e’ la collaborazione
internazionale”. Rispetto a questo punto, “vi sono alcune
disposizioni- segnala il magistrato dirigente- che sono state
giudicate di ostacolo alla efficace collaborazione
internazionale”. Disposizioni “attualmente soggette alla
riflessione da parte del legislatore”. Percio’ Pierfelici
chiarisce che, “per quanto concerne le rogatorie passive, alla
magistratura sammarinese viene riconosciuto impegno efficace
nella collaborazione” che avviene “in ossequio alla normativa
vigente”. Ma e’ “esclusivamente su di essa che si appuntano le
critiche”.
Un’altra criticita’ riferita alle
rogatorie riguarda la loro esecuzione nel caso di “complessita’ e
vastita’ di alcune richieste, per l’ampiezza degli atti
istruttori della domanda,”. Il problema rilevato sull’aspetto
esecutivo e’ quello della “carenza di mezzi e risorse, che sempre
piu’ impone ai giudici di sostituirsi alle forze dell’ordine e al
personale amministrativo per l’organizzazione degli incombenti”.
In definitiva, “con l’attuale struttura il tribunale- rileva
Pierfelici- non e’ assolutamente in grado di far fronte con la
necessaria tempestivita’ alla duplicazione di migliaia di
documenti e alla preparazione di migliaia di atti da notificare”.
Un punto dolente non da poco, visto che “l’efficacia della
collaborazione si misura sulla base dei tempi impiegati
nell’esecuzione e non solo nell’ammissione delle richieste”. Per
questo, il magistrato dirigente riconosce che “occorre poter
disporre di un gruppo di funzionari di polizia giudiziaria
adeguato di numero e professionalmente qualificato”. Le parole
del magistrato numero uno del Titano non sono da sottovalutare,
in vista del 4 round del Moneyval a settembre. Come lei stessa
ricorda, la valutazione del Comitato antiriciclaggio del
consiglio d’Europa “riguardera’ soprattutto l’effettivita’ del
sistema”, quindi “risorse (non solo di giudici, ma anche rispetto
alla polizia giudiziaria e al personale amministrativo),
quantita’ e qualita’ dei processi penali e della collaborazione
internazionale”.

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