I politici della Repubblica di San Marino, adesso che stanno per arrivare i controlli nel sistema finanziario sammarinese direttamente da Banca d’Italia, a seguito della firma dell’accordo di collaborazione finanziaria, temono, probabilmente, qualche avviso da parte, ad esempio, della procura di Forlì.
Per cui corrono ai ripari, introducendo anche a San Marino l’immunità.
Ne tratta La Tribuna Sammarinese, in collegamento alla riforma del regolamento consiliare in discussione nel Patto per San Marino, maggioranza in Consiglio Grande e Generale.
Dal cilindro
della politica, tesa a difendere
la ‘casta’ balza fuori la vera
finalità della riforma,
quella di introdurre un vincolo,
che al pari delle discutibili
norme italiane, crea
una schermatura intorno ai
politici. Questa è la proposta
che gira nell’ombra: ‘Nessun
Consigliere, nè Segretario
di Stato può essere sottoposto
a procedimento penale,
nè può essere arrestato o
altrimenti privato della libertà
personale o domiciliare
…(anche) in esecuzione
di una sentenza irrevocabile’.
Una riforma che modifica
sostanzialmente il rapporto
etico che in modo così
equilibrato è contenuto negli
antichi Statuti e che è attualmente
in vigore grazie all’articolo
36 dell’attuale Regolamento.