I problemi sono nostri serve un po’ di umilta’. Pier Roberto De Biagi, Nuovo quotidiano

I problemi sono nostri serve un po’ di umilta’. Pier Roberto De Biagi, Nuovo quotidiano

Nuovo quotidiano di Rimini  cronaca San Marino

L’analisi

I PROBLEMI SONO NOSTRI SERVE UN PO’ DI
UMILTÀ

Pier Roberto De Biagi

In fondo i 4000 manifestanti in sciopero, di giovedì scorso, hanno voluto soprattutto trasmettere il segnale della distanza tra cittadini e classe politica. Non solo alla maggioranza, ma anche a chi, nell’opposizione, è tentato di rianimarla proprio quando è al minimo della sua fiducia e della sua vitalità. Se mai le ha avute! E pur essendo quasi tutti consapevoli che la condizione malandata in cui versa il Paese è riconducibile solo in parte alla perfidia di Tremonti, alla congiuntura internazionale, all’inefficienza dei governi precedenti, alla stampa “di sinistra” – come il Patto va ripetendo a mo’ di mantra – la sensazione è quella che chi governa non si rende conto che i problemi sono principalmente nostri, interni e addirittura di sistema. Da un’economia molto vicina al dissesto, e che in parte già lo è, a un apparato bancario e finanziario in pesante sofferenza, dalla miopia rispetto a una tensione sociale crescente a 6.000 frontalieri che rivendicano giustizia, da un’inettitudine protratta nell’impostare uno straccio di politica estera a una sindrome da infallibilità rivestita di arroganza, fino alla convinzione “di aver fatto tutto il necessario”, nonostante l’evidenza quotidiana dimostri il contrario. Ed è così che si persevera, imperturbabili e temerari, scontrandosi persino con la logica, con il buon senso e, a questo punto, con la stragrande maggioranza dei sammarinesi. Magari ostinandosi su riforme con le quali o si verticalizza irrazionalmente e a costi elevati la struttura della pubblica amministrazione o, come per il necessario intervento sulla previdenza, si incontrano gli sbarramenti di casta se non la disapprovazione nelle stesse forze del Patto. Ce la si può fare senza un bagno di umiltà e con 30 voti scarni in Consiglio? Ragionevolmente pare improbabile. Anche perché di autocritica, da quelle parti, mai si è vista traccia. Così come i 30 voti rischiano di rimanere tali o di ridursi, soprattutto dopo quel formidabile sciopero generale, pure per questo forse biasimato. E nemmeno c’è da sperare che ce la faccia il Papa, giacché, a fronte di un look ricomposto per l’occasione, le macerie resteranno là sotto per riemergere inesorabilmente il giorno dopo. Senza che lui se ne avveda e che il Vescovo glielo racconti!

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