Indagini sul killer dei cani. Agenzia Dire

Indagini sul killer dei cani. Agenzia Dire

INDAGINI A TUTTO CAMPO, ANCHE FUORI CONFINE”
 
“Ci sono dei riscontri e degli indizi”
ma l’analisi dei referti “richiede un arco temporale che non puo’ essere
accorciato”. Achille Zechini, comandante della Gendarmeria, incontra la
stampa per fare il punto sulle indagini per scovare il killer dei cani, che da
oltre un mese sta seminando il terrore sul Titano. La strage di venerdi’ scorso
ha portato all’annullamento dell’esposizione internazionale canina di Murata e
all’esasperazione dei cittadini e delle associazioni animaliste, nonche’
amarezza da parte di governo e istituzioni anche per la brutta ricaduta di
immagine per il Paese.
   
A fianco di Zechini c’e’ Antonio Putti, responsabile Iss dell’unita’
operativa della sanita’
veterinaria, che ricorda come siano necessarie almeno tre settimane per avere
riscontri dall’istituto zooprofilattico di Brescia sulle esche avvelenate e sui
reperti organici inviati relativi alla strage di Murata. Ma l’incontro con i
cronisti e’ anche stato voluto soprattutto per fare chiarezza: il veleno
trovato negli animali assassinati dal 30 marzo al 5 maggio scorso, riscontrato
dagli esiti degli esami di Brescia, e’ l’alfa beta endosulfan. Si tratta di un
potente insetticida, usato in agricoltura e non piu’ in vendita in Italia dal
2006, e anche prima di allora per il suo acquisto era necessaria un’apposita
autorizzazione oltre confine.
 Diversamente, sul Titano la vendita del
pesticida non e’ mai stata regolamentata e le indagini stanno cercando di
verificare se qualche esercizio commerciale del settore ne ha mai trattato la
sua diffusione. “Basta una piccola scorta per fare quanto fatto”,
spiega Zechini che ha anche sottolineato come l’indagine non sia limitata al
territorio sammarinese: sul tavolo quindi “non c’e’ solo l’ipotesi di un
residente a San Marino”, quale possibile
responsabile degli avvelenamenti. Putti quindi passa in rassegna i dati in mano
alle forze di polizia e autorita’ sanitaria
che si fermano al 5 maggio scorso: i casi di avvelenamento totali sul Titano
sono stati 18, concentrati nel mese di aprile. Solo sei vittime si sono
salvate. Tredici campioni sono stati inviati all’istituto di Brescia: sei esche
e bocconi, sette sono carcasse di animali o materia organica. Delle esche
analizzate solo una e’ risultata positiva all’endosulfan, delle carcasse invece
sei sono risultate positive al pesticida. La sostanza, malgrado non sia piu’ in
commercio da anni, e’ comunque presente in Emilia-Romagna, come certifica il
rapporto sull’Emilia Romagna dell’istituto zooprofilattico di Brescia: sui 700
campioni esaminati, 217 hanno dato riscontri positivi a sostanze tossiche, di
questi 70 sono riconducibili all’Endosulfan. Nella provincia di Rimini, sempre
nel 2009, i casi sono stati 9.
   
Zechini riprende la parola per spiegare che i controlli non sono mancati
alla mostra canina: venerdi’ mattina era stato fatto un sopralluogo, mentre
alla manifestazione sono sempre state presenti due guardie giurate.     Nel
frattempo, dopo quanto successo, l’associazione per la protezione degli animali
Apas, insieme alle associazioni Timbro e Pro Bimbi, ha presentato un esposto in
Tribunale corredato da 1500 firme: i reati contestati sono attentato alla
salute pubblica e agli animali, maltrattamento e uccisione di animali, attentato
all’ambiente e alla proprieta’ privata.

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