I rialzi non scalano il Titano. Quotidiano.net

SAN MARINO
IN REPUBBLICA conviene recitava un antico slogan che alimentava di consumatori il tapis roulant della superstrada per San Marino. E da sabato conviene sul serio, perché l’aumento dell’Iva dal 20 al 21% si è fermato al confine di Dogana. Lungo la galleria commerciale in cui si è trasformata negli anni l’arteria vitale di San Marino, si fregano le mani e stapperebbero champagne (ivato al 20%) se il passaggio smarcante di Tremonti & c. non fosse arrivato nel momento peggiore per gli affari della Repubblica, strapazzata dalle inchieste finanziarie e tutt’altro che immune alla crisi dell’area Euro. Ma c’è comunque chi può cantare vittoria. Immune dall’aumento delle accise e dell’iva, la benzina sammarinese viaggia a prezzi del 10% più bassi rispetto all’Italia. E le file ai distributori, già viste e riviste, ieri si sono allungate. Come a Dogana bassa dove bastavano 1,502 euro per un litro di verde e 1,401 per l’ugual quantità di gasolio. All’ombra del Titano un litro di benzina ieri si poteva strappare anche a 1,499 e il gasolio a 1,379. «Dopo che l’Italia ci ha messo in ginocchio è il minimo» commenta il titolare di una stazione di servizio oltreconfine.
«Ho perduto un terzo dei clienti in tre anni»: riversa invece lacrime dalla sua pompa il benzinaio Gino Tamagnini che ha la sventura di lavorare in Italia a poco più di tre chilometri dal confine. «La Lega ci aveva promesso di creare una zona di cuscinetto… balle elettorali. E così siamo destinati a chiudere». Per inciso, ieri Tamagnini distribuiva la verde a 1,670 e il gasolio a 1,540. Un balzo sulla rete autostradale per scoprire che nelle stazioni di servizio fra Rimini e Riccione, le più vicine al confine, la benzina andava da 1,618 a 1,566 e il gasolio da 1,470 a 1,520. E se per i carburanti si parla di un vantaggio del 10-11%, per le sigarette il distacco è addirittura del 17%.