Il FUTURO DELLE BANCHE E LE POLEMICHE INUTILI
Quale futuro per il sistema bancario sammarinese? Una domanda di importanza capitale, questa, a cui si è cercato di dare una risposta con il Convegno di sabato scorso, che ha visto un’ampia e qualificata partecipazione e che è stato organizzato dalla Fondazione San Marino Cassa di Risparmio S.U.M.S. al Centro Congressi Kursaal .
Ne è emerso un quadro estremamente lucido della situazione – cosa tutt’altro che scontata – che rappresenta un punto fermo ed importante per ripartire con un progetto concreto e innovativo, di riposizionamento e conseguente rilancio del sistema.
Tutti i relatori hanno convenuto sui problemi e sui limiti che attualmente ed in prospettiva ne condizionano lo sviluppo. Anche sulle proposte c’è stata una considerevole visione comune.
Sintetizzando, tra le problematiche elencate da tutti gli ospiti c’è non tanto (o non solo) il superamento del segreto bancario, quanto il deterioramento dei rapporti con l’Italia ed una perdita di reputazione che è il vero nodo cruciale per il futuro. Un futuro – ho sostenuto – che è indissolubilmente legato a tre parole chiave: trasparenza, correttezza, che vuole dire anche forte contrasto dei flussi illeciti di denaro, e collaborazione internazionale, che significa anche scambio di informazioni e piena adesione alle pratiche ed ai nuovi standard definiti dalla comunità internazionale, senza timore di perdere una sovranità che verrebbe invece esaltata dalla autonoma scelta di non vivere ai margini dell’Europa ma di farne parte, recependone le regole ma beneficiando anche delle opportunità che offre.
Sui contenuti più specifici del progetto le convergenze sono state ampie: le acquisizioni di sempre maggiori competenze e professionalità, da recuperare in un primo tempo anche oltre i confini della Repubblica; prodotti e servizi ad alto valore aggiunto, sui quali alcuni relatori hanno fornito interessanti suggerimenti; un uso intelligente della leva fiscale; l’integrazione internazionale e, infine, ma non certo per importanza, la normalizzazione dei rapporti con l’Italia, che ha carattere di urgenza, con il corollario della sottoscrizione di un memorandum di intesa con Banca d’Italia e di un auspicabile accordo da stipulare con la Banca Centrale Europea.
Alcuni hanno evidenziato come la riservatezza, sotto forma di rispetto della privacy e non più di segreto bancario, possa continuare ad essere un valore che caratterizza il sistema, così come avviene in Paesi che non sono di certo paradisi fiscali.
Per quanto riguarda la ristrutturazione del sistema, che mi sembra inevitabile, ho avuto modo di chiarire, in linea con un pensiero che è apparso diffuso, che essa non può che avvenire con l’obiettivo di consolidare il sistema ed aprirlo ad un’operatività esterna, garantire stabilità finanziaria e rafforzare patrimonialmente i singoli operatori, in una logica quindi esclusivamente di mercato e di sviluppo, attraverso gli indirizzi di Banca Centrale e gli incentivi di natura normativa, fiscale e di vigilanza che la stessa Banca Centrale si è impegnata a proporre fin dall’ottobre 2010, ben lontano quindi da operazioni coatte, forzature o volontà egemoni da cui nessuno è animato.
Vi sono quindi le condizioni e le idee per uscire dalla crisi e guardare con fiducia al futuro. Considerato tuttavia che le Banche rappresentano solo un capitolo di una problematica ben più ampia che riguarda lo Stato, i suoi rapporti internazionali e l’intera comunità, è gioco forza che alla definizione del nuovo modello di sviluppo ed alla sua concreta attuazione concorrano in unità di intenti tutte le forze politiche, sociali ed economiche. E’ di vitale importanza che la Repubblica si esprima con una sola voce e mettendo in primo piano solo ed esclusivamente gli interessi del Paese, accantonando quelli di bottega e personali.
Appaiono quindi del tutto fuori luogo le polemiche, le accuse gratuite, i giochi di potere che purtroppo continuano a caratterizzare le dichiarazioni e l’operato di alcuni esponenti politici che non hanno ancora compreso la loro inadeguatezza e la necessità che, per il bene del Paese, si facciano da parte.
Evito pertanto di replicare a Fiorenzo Stolfi, agli attacchi personali che continua a rivolgermi, alle falsità che continua a propalare ed alle quali ho già risposto, alla manipolazione ed alla squallida strumentalizzazione delle mie opinioni e del mio operato perché non voglio trascinare le Istituzioni che rappresento in una controproducente polemica politica. E poi, sinceramente, sentire parlare proprio lui di tangenti non può che indurre al sorriso.
Tito Masi
San Marino, 7 giugno 2011