Il Giornale, Salvatore Tramontano, Quella sinistra col portafoglio oltreconfine,

Il Giornale, Salvatore Tramontano, Quella sinistra col portafoglio oltreconfine,

Il Giornale

Quella sinistra col portafoglio oltreconfine

Salvatore Tramontano

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(In fondo tre lettere di rettifica e precisazione)

Briatore almeno lo yacht te lo sbatte in faccia. Certa gente invece fa la morale in piazza, sta sempre lì a fare sermoni sull’odore, e la puzza, dei soldi, e poi li nasconde sotto il tappeto, non sia mai che il fisco venga a sapere che dietro il moralista di sinistra si nasconda un miliardario. La sorpresa è che il predicatore scalzo ha il cuore mancino e il portafoglio sotterrato a destra. Il sospetto c’è sempre stato, ora che San Marino ha lasciato che la finanza italiana mettesse il naso sotto il segreto bancario c’è anche la conferma. Nella lista dei furbi ci sono insospettabili, personaggi che dell’ideologia pauperista hanno fatto una bandiera, signori con l’indice puntato verso la razza dei commercianti e degli imprenditori, dei piccoli self made man e degli artigiani, quelli a cui di solito l’aristocrazia post comunista regala disprezzo e commiserazione. In questi casi ti viene in mente la storia dei sepolcri imbiancati, i sacerdoti del tempio sempre pronti a stracciarsi le vesti.

Non è passato un secolo da quando mister Zucchero Fornaciari, costretto a suonare in Sardegna a colpi di banconote, sputò bello ubriaco rabbia e livore contro quelli che lo stavano ad ascoltare, colpevoli di essere ricconi rozzi e ignoranti e inetti a comprendere la poesia del blues. Lì insultò, prese il cappello e se ne andò via. Uno tosto come lui non può regalare musica alla feccia borghese e capitalista. Ma capita ora che spulciando sotto il tappeto delle banche della piccola repubblica appenninica spunta fuori il nome miliardario di Fornaciari. Caspita. Il bluesman tutto chitarra e povertà è un distinto capitalista in giacca e cravatta, con il suo bel conticino segreto. Il blues alla luce del sole, gli affari all’ombra dei banchieri. Questo sì che è un bel compromesso.

Non è solo Zucchero. Il moralismo bigotto, accompagnato da un certo senso di schifo verso l’altro, verso chi non frequenta la compagnie giuste, verso chi è ricco ma ha il dna culturale giusto, è probabilmente il motivo principale di tante sconfitte elettorali. È qualcosa che la gente sente, annusa, e non perdona. Come se dietro le parole ci fosse sempre qualche conto nascosto, una presunzione segreta, uno stringere la mano al popolo per andare subito poi a lavarsela. La condanna di una élite politica e sociale che non riesce a nascondere mai fino in fondo la propria maschera e puntualmente si rivela prima o poi per quello che è: eticamente ipocrita. La sinistra con i soldi ha sempre avuto un rapporto schizofrenico. Li odia ma non ne può fare a meno. E più ne parla male più se ne riempie le tasche. L’importante è farlo con discrezione, con noncuranza, con quell’atteggiamento da nobiluomini, quello di chi è ricco ma vorrebbe tanto essere povero. Il guaio è che siccome sono colti e intelligenti il denaro gli casca addosso, come una colonia di pidocchi quando intravede una foresta di capelli. Non c’è niente da fare. La sinistra con gli anni ha dovuto accettare questo maledetto compromesso: diffidare del mercato, accarezzare gli operai, bastonare gli arricchiti, quelli senza pedigree, quelli appunto come Briatore, sussurrare che il denaro nella vita non è tutto, infatti ci sono anche gli assegni, e accumulare milioni. L’unica differenza è che loro lo fanno con stile. Al posto dello yacht preferiscono il sottomarino. Tutto sarebbe stato perfetto se questi resti medievali di San Marino non avessero ceduto. Il segreto bancario mette le carte in tavola. E si scopre così che il denaro puzza anche a sinistra. Anzi, puzza di più.

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NORMALE TRATTATIVA IMMOBILIARE
Il rapporto di Walter e Paola Mainetti con la società fiduciaria Smi di San Marino del conte Pasquini si è limitato ad una intestazione fiduciaria di un immobile. L’operazione, normalissima per chi opera sui mercati internazionali, è stata effettuata nella massima trasparenza e regolarmente dichiarata alle autorità italiane competenti
Walter Mainetti

CAPITALE LECITO E TRASPARENTE
Il mio nome è stato pubblicato nell’elenco di coloro che hanno posseduto un conto a San Marino. Io appartengo al numero di coloro che, come del resto affermato nell’articolo pubblicato dal Giornale, hanno una posizione del tutto regolare, in quanto si trattava di fondi di origine assolutamente lecita, già peraltro rientrati da lungo tempo, la cui tracciabilità è molto facile e dimostrabile
Gustavo Calcagno

UN’UNICA OPERAZIONE 4 ANNI FA
Rispetto alla notizia pubblicata sul quotidiano Il Giornale, in relazione a presunte operazioni finanziarie illecite, mi preme precisare che in data 31 luglio 2006 avevo costituito, nell’ambito della mia attività professionale, una società a responsabilità limitata, presso un notaio di Roma, iscritta nel Registro delle Imprese della Camera di Commercio.
Tale società non ha mai operato e le quote sociali sono state successivamente cedute nel 2009, in Italia, ad un terzo. Per la costituzione della società, così come previsto dalla vigente normativa, è stata versata la somma di 10mila euro per la sottoscrizione del capitale sociale, presso un istituto di credito italiano, acquistando le quote dalla Smi Bank. Questa rappresenta l’unica operazione che può collegare la mia persona alla suddetta banca e preciso che il capitale della società da me costituita è sempre rimasto sul conto di una banca italiana, pagando regolarmente tutte le tasse previste dalla legge.
Alla luce di quanto esposto, esprimo la mia indignazione per essere stato accostato ad una lista di nominativi con cui non ho mai avuto alcun rapporto e che potrebbero essere coinvolti in operazioni di dubbia legalità. In tal senso mi riservo di procedere con eventuali azioni di carattere legale
On. Avv. Giovanni Di Giorgi
Consigliere regionale del Lazio

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