Il Governo di San Marino e la malavita. Emilio Della Balda, La Tribuna Sammarinese

Il Governo di San Marino e la malavita. Emilio Della Balda, La Tribuna Sammarinese

La Tribuna Sammarinese

Non possiamo
rassegnarci

“Il governo impone sempre più sacrifici
cittadini solo per mantenere le poltrone del comando e per coprire i famosi
collusi con la malavita
contro quali non si muove  un dito e si fa del
moralismo populista”

Emilio Della Balda

L’anno 2011 volge al termine con risultati molto negativi e in Consiglio si decide l’andamento del prossimo 2012 con previsioni fosche e molto preoccupanti. Aumenterà sicuramente il debito pubblico, che qualcuno ha la spregiudicatezza di negare, nonostante il paravento di un bilancio falso e perfino orfano del titolare delle finanze che si dichiara apertamente insoddisfatto (!)  Figuriamoci quanto saranno insoddisfatti i cittadini che ben presto pagheranno un conto salato. Mancano 100 milioni al bilancio ma si fa finta che ne manchino 26 che sono ugualmente tanti. Partono altre due stangate sui cittadini e sulle imprese con la minimum tax che va a colpire chi è, purtroppo, in perdita in seguito ad una crisi causata per gran parte dal governo. Con la patrimoniale che va a colpire anche la prima casa, che chiude gli occhi sulle enormi rendite speculative accumulate in 20 anni e sui grandi patrimoni presenti all’interno o imboscati all’estero. Vengono riprodotte le due stangate del 2011 con la tassa sui servizi e l’addizionale IGR che va a gravare anche sui pensionati. Il governo impone sempre più sacrifici ai cittadini solo per mantenere le poltrone del comando e per coprire i famosi collusi con la malavita contro i quali non si muove un dito e si fa solo del moralismo populista. Il sistema bancario sarà ulteriormente destrutturato e indebolito in seguito all’azione programmata della cricca che si è sostituita al governo, che metterà in mezzo alla strada molte decine di lavoratori professionalizzati, che esproprierà gli azionisti delle banche tramite lo sfarinamento del patrimonio di vigilanza, che porterà le banche superstiti a livello parrocchiale, con gravi danni per l’economia nel suo complesso e soprattutto per lo Stato. Il prodotto interno lordo, già diminuito di 18 punti in tre anni, continuerà a diminuire in modo consistente al punto che sembra una barzelletta la previsione governativa di un aumento di 1 punto nel 2013. Le imprese continueranno a chiudere producendo ulteriore disoccupazione e facendo crescere il numero già notevole dei sammarinesi frontalieri in Italia. Non sarà il pagliaccesco Piano Strategico del governo scritto da chi non ha la minima idea di cosa sia un piano e che si dedica esclusivamente alla presa in giro dei cittadini. E’ un castello di carta senza indicazione di spesa, impostato su ricerche di sponsorizzazioni, convenzioni con privati, accordi di fantasia con enti locali, accesso ai fondi UE da verificare, verifiche di possibilità, di finanza di progetto, di fattibilità, di disponibilità, stanziamenti in parte, misure per la riduzione della spesa pubblica e degli oneri retributivi, esternalizzazioni, turn over, part-time, sinergie pubblico/privato, confusione di dati statistici e riclassificazioni di spesa, lotterie, giochi, dogane interne, la seconda casa per stranieri e come ciliegina sulla torta l’annuncio di un piano programmatico per realizzare il piano strategico. Nel 2012 continueranno gli annunci triennali sulla firma degli accordi con l’Italia che arriveranno a “babbo morto” e senza uno straccio di idea su come progettare la nuova San Marino della legalità, della trasparenza e del lavoro onesto. Non è dato di sapere per quanto tempo ancora i cittadini sammarinesi sopporteranno la svendita di pezzi fondamentali dello Stato ad avventurieri e approfittatori; il prelievo di nuove tasse senza scopo e senza una prospettiva di futuro; una gestione clientelare che per fermare la frana del consenso spreca il denaro della collettività e mette a rischio la sopravvivenza della Repubblica. Per ora, osservo un Paese rassegnato che ha smesso di pensare e che cerca di sopravvivere in uno stato di emergenza continua. Non esiste un progetto, un percorso collettivo e tanti pensano solo a salvare se stessi mentre si sta ipotecando il futuro dei giovani con la politica del debito e si perde di vista il bene comune. Il 2012 sarà sicuramente peggiore del 2011 se le forze sane del Paese non si impegneranno a riprendere in mano il loro presente e il loro futuro, determinando una svolta radicale per salvare la Repubblica. Non possiamo rassegnarci al peggio.       

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