David Oddone, l’Informazione di San Marino: Severino visita Sollicciano e parla di tortura: lì trovò la morte Niki Gatti / Ritornano gli interrogativi di sempre: perché è stato spedito in un carcere di massima sicurezza?
Quattro anni fa Niki Gatti abitava
a San Marino. Prima di
quel tragico 24 giugno, Niki
era vivo: un ragazzo pieno di
sogni e di obiettivi da raggiungere.
Il 24 giugno 2008 Niki è
stato trovato morto in una cella
del carcere di Sollicciano. La
vita di un ragazzo di 26 anni è
stata “archiviata”: suicidio. In
questo modo si è posto la parola
“fine” ad una storia a dir
poco oscura. Insieme a Niki
vengono arrestate diciassette
persone, compreso il titolare e
socio della ditta per cui Niki
lavora a San Marino. Niki, incensurato
è stato tradotto a Sollicciano,
carcere di massima
sicurezza, in custodia cautelare
per frode informatica, nell’ambito
dell’Inchiesta Premium,
partita da Firenze. Tutti gli altri
vengono tradotti in carceri
con regimi più morbidi.
[…]
Ci sono tre interrogazioni
parlamentari a cui non
è ancora stata data una risposta.
La Repubblica di San Marino
non può e non deve dimenticare
Niki Gatti. A ricordarlo è la
recente visita del ministro Severino
proprio a Sollicciano che
parlando del carcere ha usato
toni chiari e forti, utilizzando la
parola tortura. “Credo, che dopo
aver detto affermazioni del genere
– dice Giovanni Ramonda
della Papa Giovanni XXIII
– non può rimanere tutto come
è adesso. Si potrebbe aggiungere
che tale tortura è costosa
e inutile: costosa per le casse
dello stato perché ogni detenuto
costa circa 150 € al giorno e
inutile in quanto la recidiva si
attesta al 70%. Vuol dire che il
sistema carcere non raggiunge
gli obbiettivi che propone e
tratta l’uomo ingiustamente in
nome della giustizia ed illude
i cittadini sulla sicurezza”.
[…]
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