Il Paese è in ginocchio e il Governo allo sbando.

Il Paese è in ginocchio e il Governo allo sbando.

Il Paese è in ginocchio e il Governo allo sbando.

Potrebbe sembrare eccessivamente allarmistico ma non è affatto retorico sottolineare come in questi giorni si stiano toccando livelli di difficoltà mai raggiunti negli ultimi decenni, in parte per fattori certamente di rilevanza mondiale come la crisi economica internazionale, ma in buona parte per colpa di una maggioranza inconcludente che non riesce a risolvere uno solo dei problemi reali del Paese.

Eppure in campagna elettorale erano ben note le difficoltà a cui si andava incontro, era già scoppiata la crisi della finanza globale e si erano già manifestate difficoltà nel rapporto con l’Italia, ma chi ha vinto le elezioni promettendo, nonostante tutto, la bacchetta magica capace di risolvere ogni problema in breve tempo, oggi è chiamato a renderne conto.

Quali sono i risultati raggiunti da questo Governo che non si sa bene cosa abbia da festeggiare un anno dopo le elezioni se non l’occupazione sistematica dei posti di potere?

In quest’anno, dopo mesi di proclami, hanno siglato 12 Accordi per entrare nella white list e già l’OCSE minaccia sanzioni poiché pur di fare numero si è firmato con Paesi che non sono nemmeno Stati sovrani e con altri che non sono il massimo dell’affidabilità.

L’esame Moneyval è stato superato grazie alla Legge 92/2008 e ai Decreti delegati varati nella scorsa legislatura che dopo alcuni mesi hanno mostrato la loro efficacia, mentre molti di quelli che oggi siedono al governo hanno colpevolmente ignorato gli allarmi che giungevano da più di dieci anni.

È stato inoltre firmato un Accordo di Cooperazione con l’Italia, depurato delle parti più controverse e che però non entrerà in vigore fino alla ratifica di quello finanziario. Quest’ultimo accordo, che nelle intenzioni italiane dovrà sostituire quello Valutario del 1991, è saltato fuori all’inizio dell’anno nuovo, stranamente dopo che era stato riconosciuto nella sua validità persino dalla Corte di Cassazione italiana.

Fra pochi giorni si fermeranno bancomat e carte di credito di molti risparmiatori e qualcuno minimizza come se fosse una cosa da poco. Lo scorso anno un rischio analogo fu sventato in pochi giorni dalla maggioranza uscente tanto che fino a pochi giorni fa il Patto ostentava come un trofeo l’essersi lasciati alle spalle queste minacce, così come vantavano di avere recuperato il rapporto con l’Italia e avere ridato credibilità al Paese.

Abbiamo tutti sentito, per bocca del Ministro Tremonti, cosa pensa l’Italia della nostra Repubblica e solo un governo che vive nel modo dei sogni può continuare a dire che va tutto bene.

Di certo ci sono molti atteggiamenti sopra le righe che meriterebbero una reazione sdegnata da parte dei nostri rappresentanti che invece sanno solo restare in silenzio a subire quotidiani insulti verso il nostro Paese, continuando a cedere su tutta la linea nel confronto con l’Italia anziché aprirsi verso nuove opportunità, verso un’Europa che ha molto più rispetto di San Marino e della sua storia.

Da parte nostra tuttavia, bisogna ammettere che continuare a farci rappresentare da personaggi non più credibili, che nel corso degli anni hanno firmato ogni genere di Accordo senza mai darvi corso, prendendo sostanzialmente in giro chi ci dava fiducia, compromette seriamente l’autorevolezza di un Paese che dichiara di “volere fare sul serio” e ci rende più vulnerabili ed esposti alle diffidenze italiane nei nostri confronti.

Questo Governo purtroppo ha dimostrato solo di essere capace a gonfiare la spesa, a ingigantire la PA dando il via a una stagione di assunzioni clientelari, ad aumentare il debito facendo impennare la spesa pubblica, ad occupare poltrone e poltroncine come non si vedeva da anni e, non da ultimo, a ridare vigore ai sostenitori della casa da gioco, strisciante, marciante o svolazzante che sia, ma nel più rigoroso riserbo in modo da mantenere la promessa che “per cinque anni non se ne parli”. D’altra parte i tempi cambiano e anche quelli che sembravano i più intransigenti finiscono per ammorbidirsi iniziando a cedere alle pressioni provenienti dai soliti noti che sono poi i grandi elettori del Patto per San Marino.

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