Il Personale della Chirurgia sulla vicenda della sala operatoria

Il Personale della Chirurgia sulla vicenda della sala operatoria

Il clamore di giornali e media in questi giorni ha messo in primo piano, non senza grossolani errori e inesattezze, gli eventi accaduti durante un intervento chirurgico presso le sale operatorie del nostro Ospedale. Una complicazione, durante il trattamento chirurgico di un quadro di colecistite litiasica empiematosa legata ad una anomalia anatomica delle vie biliari che pur presente è riscontrabile assai raramente, ha fatto si che il chirurgo operatore, in assenza del primario, per risolvere il problema della ricostruzione anatomica del deflusso biliare accettasse con umiltà la collaborazione di un chirurgo più esperto del vicino Ospedale di Rimini. Tutto ciò è avvenuto senza che il paziente sul letto operatorio fosse mai stato a rischio della propria vita.
Gli eventi, tutti finalizzati nel prestare al malato la massima assistenza e la soluzione dei problemi determinatisi durante l’intervento chirurgico, hanno avuto un impatto ed una risonanza pubblica che meritano analisi e valutazioni approfondite. Tralasciando la posizione e le interpretazioni di giornali e televisioni locali, cui faranno riferimento i giudizi di lettori e ascoltatori ma che comunque saranno oggetto di valutazioni legali, non si può passare sotto silenzio il comportamento dei responsabili politici amministrativi della Struttura Sanitaria.

E’ molto difficile da sopportare a livello personale il peso di una complicanza avvenuta nel tentativo, non sempre semplice e banale come descritto da alcuni, di riportare lo stato di salute ad una persona malata. E’ un macigno che ti piomba addosso dal quale è impossibile liberarsi, che ci si porta a casa, col quale bisogna convivere anche alla fine dell’orario di lavoro e che è possibile sollevare solo quando si riuscirà a garantire al malato la conquista della salute. Con il malato si condividono ansie e sofferenze, quasi sempre la soluzione dei problemi, a volte purtroppo anche le sconfitte.

Cosa abbiamo invece da condividere con chi dovrebbe creare le condizioni ideali perché gli operatori sanitari posti in prima linea possano svolgere nel miglior modo possibile un lavoro in cui il massimo impegno e la dedizione non sempre sono in grado di garantire il successo?

La latitanza, le mancate risposte, le scelte sbagliate, l’ignorare le situazioni di difficoltà sino a quell’avversione palpabile in tanti comportamenti, possono far parte di un corretto rapporto fra operatori sanitari e dirigenza ISS ? Non vedere difficoltà, carenze di personale, carenze logistiche e partecipare attivamente a rendere problematica l’attività di ogni giorno, hanno rappresentato un servizio ai cittadini di questo paese ?

Nessuno ha mai nascosto i problemi insorti nel lavoro, ogni cosa è sempre stata fatta alla luce del sole e con assunzione di responsabilità. Sono altri che non sono stati in grado di garantire i controlli di qualità, l’avvio e la gestione del risk management e di tutto ciò che una sanità moderna, che non vuole rifugiarsi unicamente nelle macchine, deve saper fare. Mettersi dalla parte del cittadino malato vuol dire farsi carico dei suoi problemi di salute, con una risposta univoca. Decidere sospensioni comunicate ai quattro venti, ma non alla persona sospesa, è un comportamento che si commenta da sé. Le decisioni si apprendono come sempre dai giornali o da voci di corridoio. In una intervista il collega chirurgo cui si è richiesta la collaborazione in sala operatoria si è dichiarato stupito per come questa situazione sia stata affrontata dal punto di vista politico amministrativo.

Al malato va tutta la solidarietà umana e la garanzia di tutto il nostro impegno perché raggiunga presto la guarigione. Un sistema si è rivolto, con una ferocia senza pari, contro su un operatore che da oltre trenta anni si è impegnato per contribuire in prima persona alla salute dei sammarinesi. Lui certamente si è assunto le sue responsabilità, si è autosospeso ancor prima di ogni decisione amministrativa. Il reparto di chirurgia ha continuato ad operare ed a garantire ai cittadini il proprio servizio, non è possibile sapere sino a quando questo potrà avvenire.

Ma siamo sicuri che in questa vicenda tutti si siano assunti le proprie responsabilità ?’

Il personale medico dell’UOC di Chirurgia Generale.

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