Il PSRS sul ‘salario di cittadinanza’ e sul reddito minimo

Il PSRS sul ‘salario di cittadinanza’ e sul reddito minimo

COMUNICATO STAMPA

Il Partito Socialista Riformista Sammarinese non ha alcuna intenzione di partecipare alla gara dei più bravi sul “salario di cittadinanza” e sul reddito minimo, per cui si limita ad alcune osservazioni che ricalcano proposte storiche dei socialisti. E’ opportuno premettere che a pagina 12 del Progetto “San Marino 2013”, elaborato dal nostro partito, è scritto testualmente: “Nella convinzione che più giustizia sociale coincida con più libertà e autonomia, appare opportuno istituire il salario di cittadinanza, in vigore in quasi tutti gli Stati europei, da erogare a partire dai 18 anni, a coloro che non hanno un lavoro e che vogliono lavorare, non hanno risparmi e non percepiscono l’indennità di disoccupazione, finanziato dalla fiscalità generale. E’altresì opportuno valutare sul piano economico e sociale la possibilità di istituire una forma di compenso a favore del lavoro domestico”.

Noi Socialisti Riformisti non siamo stati i primi e neppure i più bravi in quanto il reddito minimo è un sussidio che in tutta Europa, tranne che in Grecia e in Italia, viene riconosciuto come diritto soggettivo. Del resto, già dal lontano 24 giugno 1992, l’Europa aveva invitato gli Stati membri ad istituire il reddito minimo nei loro sistemi sociali, tramite la raccomandazione 92/441 che sindacalisti e politici dovrebbero leggere. Il reddito minimo renderebbe i cittadini, soprattutto giovani, più autonomi e più liberi anche dai condizionamenti politici e famigliari. Una società più giusta funziona meglio e diventa più competitiva. Il salario di cittadinanza consentirebbe ai giovani di studiare, di cercare un lavoro gratificante, di scegliere la propria vita. In un Paese come il nostro dove da oltre 50 anni vige un sistema di sicurezza sociale tra i migliori del mondo, che ha protetto dal bisogno intere generazioni e ha contribuito fortemente all’attuale benessere, è quanto mai opportuno inserire questo tipo di solidarietà. Se il governo ha deciso in questo senso, a differenza di quello precedente che ha ridicolizzato la proposta giudicandola caritativa, a noi Socialisti Riformisti fa piacere, perché in tal modo realizziamo due nostri punti programmatici qualificanti, pur essendo all’opposizione.

Repubblica di San Marino, lì 25 ottobre 2009

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