Il punto dei DdC sulla situazione politica

Il punto dei DdC sulla situazione politica

· Bilancio dello Stato

Nonostante la posizione espressa dal Segretario alle Finanze su fatto che il bilancio non è “il libro dei sogni”, rimaniamo fortemente perplessi rispetto alla portata del provvedimento. Si tratta di un provvedimento quasi di fine legislatura, privo di strumenti tali da affrontare la crisi economica e sociale. Mancano fondi reali per sostenere investimenti infrastrutturali, mancano fondi per lanciare settori nuovi per l’economia sammarinese, mancano fondi per sostenere le imprese, mancano fondi per sostenere le famiglie e difendere il loro potere di acquisto. A tutto questo si aggiungono le ondivaghe dichiarazioni del titolare delle Finanze che pensa di ridurre la spesa corrente tagliando gli straordinari nella Pubblica Amministrazione e ridurre pubblicità e consulenza, annunciando che nel 2010, anno orribile per San Marino non ci saranno assunzioni nel settore pubblico e privato e saremo tutti più poveri.

· Decreto-Legge riguardante le Disposizioni urgenti in materia di “Pubblica garanzia sui finanziamenti erogati dalla Banca Centrale della Repubblica di San Marino

Il punto tecnico controverso è sul perché serve questo provvedimento e soprattutto la sospetta urgenza con la quale il Governo e Banca Centrale hanno sostenuto la sua necessità. Fino ad una settimana fa alcuni membri di governo ancora rassicuravano su sistema bancario e scudo. La stessa Banca Centrale da ottobre ha lanciato messaggi rassicuranti sullo scudo e sulla tenuta del sistema finanziario. Tutto ciò ci induce a pensare che ci sia molta confusione, impreparazione e soprattutto si proceda con una politica giorno per giorno, lanciando messaggi confusi alla stampa, facendo precipitare il paese nel caos e ingenerando panico nei risparmiatori. Per condividere un provvedimento di questo peso sarebbe stato necessari avere a supporto elementi e dati certi. Non vorremmo che nella concitazione del momento si commettessero errori che possono mettere a rischio non il solo sistema finanziario ma il Paese. Tecnicamente l’atto è corretto ma contraddittorio con quanto detto negli ultimi mesi. Le crisi coinvolgono il Paese e riguardano tutti. Le soluzioni per contrastarle devono con responsabilità coinvolgere tutti e il governo dovrebbe con onesta ammettere la propria incapacità. Si parla molto anzi troppo di banche e poco dei risparmiatori e correntisti che o per le carte di debito, o per le carte di credito o per presunti default di banche o finanziarie vivono costantemente sull’orlo di una crisi di nervi. Su tutto aleggia come uno spettro la vicenda Delta e la complessa partita che la Cassa di Risparmio sta giocando su i tavoli della finanza italiana, stretta dal controllo di Banca d’Italia e assediata da primari player finanziari italiani pronti a mangiare il boccone Delta e pronti, forse per natale a entrare nel salotto nobile della finanza sammarinese.

· Firma Accordo e Visita Reggenza

Il nostro auspicio è che questo passo formale rappresenti una tappa di avvicinamento sostanziale verso un processo di normalizzazione dei rapporti italo – sammarinesi. Rileviamo però come ci sia sui mezzi d’informazione italiani e non solo, si veda ad esempio il perentorio comunicato emesso ieri dal Ministero dell’Economia, la volontà di dare un’interpretazione addirittura tesa a favorire lo strumento dello scudo fiscale alla luce della sigla odierna.
Sostenendo che questa intesa aumenterà la possibilità per Banca d’Italia di controllare il sistema finanziario sammarinese. Il fatto che poi, al termine dell’incontro di ieri, non si sia raggiunta una data sulla firma dell’accordo sulle doppie Imposizioni e sia stata ventilata la possibilità di mettere in piedi tavolo tecnico sono elementi su cui è necessaria una forte riflessione. Ulteriore elemento di riflessione è stata la presenza del ministro dell’Economia Giulio Tremonti e la strana assenza del collega sammarinese Gabriele Gatti, assente in un incontro ufficiale nel quale abbondano le parole da parte sammarinese, ma latitano comunicati ed affermazioni da parte italiana.

· Comandante Gendarmeria

In questi giorni si rincorrono le voci di un possibile “siluramento” del Comandante della Gendarmeria Achille Zechini. Siamo preoccupati di queste notizie in quanto abbiamo sempre riconosciuto al comandante della Gendarmeria una marcata serietà ed correttezza nel servire le nostre istituzioni, anche in frangenti non semplici, come durante la nota vicenda Scaramella. Negli ultimi cinquant’anni non è mai accaduto che un comandante della gendarmeria non avesse la fiducia del governo per la seconda ferma e la cosa è ancora più sospetta se si considera l’impegno e i risultati conseguiti dal dott. Zechini durante la sua guida del corpo della gendarmeria. Non vorremmo che dietro questo atto, legalmente legittimo da parte del governo, ci fossero motivazioni legate a vecchie acredini con qualche membro di governo che oggi vuole nuovamente espandere la propria sfera di influenza sul corpo della Gendarmeria. Proprio per questo ci attiveremo – nei prossimi giorni – utilizzando gli strumenti istituzionali a nostra diposizione per conoscere al meglio i contorni di questa vicenda che è ancora più grave se si considera l’incertezza che aleggia anche intorno al corpo della Polizia Civile e alla tribolata nomina del coordinatore delle forze di polizia, che stando alle fonti giornalistiche, sarà il dott. Sabato Riccio.

· Banca Centrale

Qualcuno ci deve spiegare perché accadono episodi strani. I DdC hanno chiesto con un Ordine del Giorno che la Banca Centrale e l’Agenzia d’Informazione Finanziaria facessero un riferimento al Consiglio Grande e Generale per mezzo delle commissioni consiliari preposte. Atto normale, legittimo, considerando poi che i vertici di Banca Centrale sono stati nominati dal Consiglio Grande e Generale e Biagio Bossone, Presidente Banca Centrale è stato nominato a marzo con l’unanimità dei consensi da C.G. e G. Ma per il governo e la maggioranza che lo sostiene le cose normali per un Paese democratico non funzionano e quindi il nostro OdG è stato respinto senza tanti complimenti, alla faccia della trasparenza. I DdC ricordano che nei paesi normali, inclusa l’Italia, i vertici della vigilanza riferiscono periodicamente alle istituzioni, parlamento compreso. Ciò accade con ancora più solerzia durante fasi molto complesse per il sistema finanziario come quella che stiamo vivendo. Ma ciò che a San Marino è impossibile, è possibile in Italia e fa un po’ specie leggere sul Sole 24 Ore e su alcune testate locali che un membro del Coordinamento della Vigilanza di Banca Centrale, ex Banca d’Italia, ha tenuto una deposizione presso una procura italiana nella quale avrebbe espresso giudizi valoriali decisamente fuori luogo per la funzione ricoperta, rivelando forse informazioni coperte da riservatezza per le leggi sammarinesi. Su questo i DdC sono molto preoccupati sulla reale autonomia di Banca Centrale rispetto agli organi istituzionali sammarinesi e organi e istituzioni estere e soprattutto delle ricadute in termini di credibilità verso il sistema finanziario sammarinese. I DdC ritengono doverosa la collaborazione per valutare eventuali illeciti, ma stante la mancanza di informazioni, rimangono decisamente perplessi di fronte a quanto sarebbe accaduto e le implicazioni che tutto ciò potrebbe avere per il sistema bancario e la stessa gestione del Paese. Nei prossimi giorni su questo tema avvieremo delle iniziative istituzionali per appurare, se il governo lo vorrà, quanto è accaduto e capire se le leggi sammarinesi sono state rispettate e se Banca Centrale, l’Agenzia di Informazione Finanziaria, il Tribunale Unico, il Governo e il Comitato per il Credito e Risparmio sono stati informati di quanto verosimilmente accaduto e se ci sono stati altri episodi simili con esponenti della vigilanza uditi da organi giudiziari esteri

Democratici di Centro

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