Il Resto del Carlino: Carim, a giudizio gli ex vertici. ‘Una cupola controllava la banca’

Il Resto del Carlino: Carim, a giudizio gli ex vertici. ‘Una cupola controllava la banca’

Il Resto del Carlino (Nazionale)

 Carim, a giudizio gli ex vertici. “Una cupola controllava la banca”

Rinviati a giudizio 19 ex amministratori. Processo a settembre

Grazia Buscaglia

Un’autentica mazzata quella che si è abbattuta ieri mattina sugli ex vertici della
Carim, la banca per antonomasia della città.
 
E a portare i ‘segni’ sono
diciannove imputati eccellenti del mondo economico riminese che il 20
settembre si ritroveranno, davanti al tribunale collegiale, per
rispondere di falso in bilancio ed altri reati finanziari che vanno
dalla registrazione di utili inesistenti, ma distribuiti ai soci, di
azioni ricomprate dalla banca da alcuni soci ad un prezzo fuori mercato. Tre di loro poi, l’ex presidente Giuliano Ioni, l’ex direttore Alberto
Martini, il suo ex vice all’epoca dei fatti incriminati, Claudio Grossi,
dovranno rispondere addirittura di associazione a delinquere. Così ha
deciso ieri mattina il giudice per le indagini preliminari, Vinicio
Cantarini, che ha rinviato a giudizio 19 ex amministratori della Carim,
rimasti invischiati nell’inchiesta della Guardia di Finanza riguardante
gli anni 2009-2010. I nomi degli imputati sono eccellenti. Insieme a
Ioni, Martini e Grossi, saranno processati per falso in bilancio tutti
gli ex amministratori di Carim: Mauro Gardenghi, Franco Paesani,
Raffaele Mussoni, Ulderico Vicini, Fabio Bonori, Roberto Ferrari, Mauro
Ioli, Vincenzo Leardini, Gianfranco Vanzini, Luciano Liuzzi, Bruno
Vernocchi, Gianluca Spigolon, Giancarlo Mantellato, Attilio Battarra,
Arduino Richard Di Angelo e Claudio Semprini Cesari. Secondo l’accusa
non avrebbero inserito a bilancio tra le perdite crediti ormai
deteriorati per quasi 80 milioni di euro. Da qui il reato.

Si sono  ‘salvati’ dal processo i quattro componenti del collegio dei
sindaci revisori
, Bruno Piccioni, Marcello Pagliacci, Giuseppe Maria
Farneti e Massimo Conti: per loro il gip ha decretato «il non luogo a
procedere». Ancora incerta la sorte degli  ex 
commissari di Bankitalia,
Piernicola Carollo e Riccardo Sora: per loro il pm, Luca Bertuzzi, aveva
chiesta l’archiviazione, ma il comitato dei piccoli azionisti si è
opposto
.

Alla luce della decisione del giudice Cantarini adesso
rischiano. Entrambi, come gli altri 19 indagati, devono rispondere di
indebita restituzione dei conferimenti ai soci. I due erano già
operativi in Carim quando la banca riacquistò 1300 azioni da alcuni soci
ad una cifra non di mercato. Per l’accusa la banca non avrebbe potuto
fare quella mossa senza l’autorizzazione dell’assemblea dei soci.
L’ultima parola sulla sorte dei commissari si avrà venerdì nel corso
dell’udienza davanti a un nuovo gip. Nel decreto di rinvio a giudizio
per gli altri diciannove imputati, intanto il giudice Cantarini, oltre a
respingere la richiesta di una super perizia da parte delle difese, ha
sottolineato l’ipotesi dell’esistenza di «

una
sorta di cupola tra gli appartenenti alla Fondazione che dirigeva le
nomine dei massimi dirigenti della banca allo scopo di controllarne
l’operato per fini diversi da quelli istituzionali della banca». Una
tesi che era stata cavalcata dall’ex generale della Finanza, Enrico
Cecchi, che con le sue denunce ha contribuito all’inchiesta. Ed ora in
19 si ritroveranno il 20 settembre a processo.

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