Il Resto del Carlino Rimini. Fiumi di cocaina al Coconuts. Arrestato Fabio Paesani

Il Resto del Carlino Rimini.  Fiumi di cocaina al Coconuts. Arrestato Fabio Paesani

Il Resto del Carlino Rimini

Fiumi di cocaina al Coconuts Arrestato Fabio Paesani

Misure cautelari per 28 persone. Chiuso il locale per un mese

FIUMI di cocaina spacciata in uno dei locali più trendy della movida riminese. A muovere la droga un giro di spacciatori albanesi, sudamericani, italiani e sammarinesi. E lo sfondo di tutto era il Coconuts, sul lungomare vicino al porto. All’alba di ieri è scatta la mega operazione della Squadra Mobile di Rimini che ha portato a 41 indagati, all’esecuzione di 29 provvedimenti restrittivi della libertà, al sequestro di un chilo di «neve» e a quello di 23mila euro in banconote false. Le accuse sono, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, spendita di banconote false, ma anche estorsione e porto abusivo di armi. Il nome che spicca tra gli arrestati è quello di Fabio Paesani, 37 anni, fratello di Lucio (40 anni), titolare del Coconuts. Fabio (difeso dall’avvocato Paolo Righi) è finito ai domiciliari mentre Lucio è solo indagato. Era dal 2013 che i poliziotti della Squadra mobile di Rimini, coordinati dal pm Paolo Gengarelli, stavano indagando nel lato oscuro del mondo della notte, ossia nello spaccio di droga con intercettazioni e pedinamenti. E ieri sono arrivati i primi frutti di quella che è stata denominata operazione «Titano» perchè il primo spacciatore individuato è domiciliato a San Marino e dove sono residenti altri tre indagati. Sottoposti a misure cautelari sono stati gli albanesi Salia Ramadan, Alexander Zotai, Naim Doda, il sammarinese Alberto Menghi (difeso dall’avvocato Marco Di Troia), Cusci Tauland, Lila Lorenc (difeso dall’avvocato Tiziana Casali), Shpati Eder, Murashi Endkelejd, Emanuele Scarpato, Ilir Deda, Roberto Cesca e il moldavo Ion Pinzari. L’albanese E.C. e il dominicano J.V sono stati colpiti dal divieto di dimora nel comune di Rimini mentre per il 22enne riminese F.N, barista del Coconuts (difeso dall’avvocato Lorenzo Manfroni) obbligo di firma. Dall’ordinanza il quadro che viene descritto è impressionante: il Coconuts sarebbe stato una «piazza privilegiata» per lo spaccio e il consumo, con un giro di un chilo di coca a serata. Gli investigatori hanno appurato che Fabio Paesani sapeva dell’attività illegale nel locale e – come riporta il gip- sarebbe proprio lui, almeno in un’occasione, ad indicare al pusher il cliente. La droga, proveniente dall’Olanda via Milano, arrivava, stando alle accuse, molto spesso, su ordinazione, con spacciatore e cliente che si davano appuntamento all’interno del locale. Ma chi non pagava la merce, finiva nel tritacarne delle minacce e delle pesanti intimidazioni da parte di alcuni personaggi albanesi. «Farai una brutta fine, non uscire di casa, sono qua sotto», le parole più gentili che si leggono nell’ordinanza. E chi ha sentito quelle frasi, è corso dalla Polizia a denunciare il tutto. Il resto è storia di ieri.

Grazia Buscaglia

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Paesani, tre figli di albergatori diventati ‘signori della notte’

Fabio, Lucio e Claudio: dai locali di successo alle indagini per droga

Tre fratelli. Tre imprenditori di successo che alle volte incappano in qualche pasticcio. Sono ‘burdel fat isè’, hanno belle idee, gestiscono bei locali, ma si sono anche trovati coinvolti in indagini per droga. Fabio, il più giovane, ha 37 anni, poi c’è Lucio quasi 40, Claudio è il più grande con 47. Sono i fratelli Paesani conosciuti da tutti a Rimini perché da anni gestiscono locali che funzionano. Loro ce l’hanno fatta a diventare imprenditori. Lucio e Fabio (solo dipendente fino al 2013) al Coconuts, Claudio al ristorante Chi Burdlaz. Locali che hanno la fila fuori, d’estate e d’inverno. Ma da dove vengono? Sono figli di albergatori di vecchio stampo. La famiglia ha ancora un albergo, affittato, a Viserba. Come primo locale gestiscono negli anni Novanta il Betty Page, dependence del Grand Hotel di Rimini. Poi come racconta lo stesso Lucio (indagato con Fabio nella maxi operazione Titano) nel libro di 600 pagine, quasi tutte fotografiche sui 15 anni del Coconuts (prezzo di copertina 50 euro), l’anno della svolta, è il 1994. Lucio si diploma proprio nel ‘94, «erano gli anni dei Mondiali» e dopo aver iniziato con una sorta di chiringuito per le bibite, uno di quei baretti che non si sa perché ma all’improvviso si riempiono di giovani, arriva il Coconuts. Fatto un po’ alla volta, si legge nel libro per i 15 anni che fu presentato con una festa con Chiambretti, che ha anche una prefazione a firma del sindaco Andrea Gnassi. Claudio apre Chi Burdlaz ed è successo gastronomico, poi anche lui nel 2011 finisce indagato per aver favorito lo spaccio di droga nel ristorante e viene prosciolto nel 2014. Cadute tutte le accuse. Claudio, gira con la Porsche decappottabile, e anche ieri era al lavoro nonostante la doccia fredda per i due fratelli. I Paesani si danno da fare da anni anche per rianimare le notti riminesi, si concentrano sulla zona porto, prendono per un po’ la gestione del bar Souvenir, Lucio diventa presidente del Consorzio Rimini Porto. Tentano la strada del ‘Marano’ riminese, collaborano con Gnassi per creare eventi come la Molo Street Parade e la Notte Rosa. Sono i primi 10 anni fa a lamentarsi della ‘morte’ di Marina Centro. Durante la scorsa edizione della Molo infatti, la postazione del Coconuts era tra le più grandi presenti. Secondo l’avvocato difensore, Paolo Righi, oggi il Coconuts, che si è allargato anche alla zona dove i giovani riminesi non più giovani ricordano il Savana, è un locale che mantiene 100 famiglie, compreso l’indotto.
Anna De Martino

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