L’informazione di San Marino: Banca centrale, Giannini e Vivoli sono indagati si dimettono …ma solo un po’ /

L’informazione di San Marino: Banca centrale, Giannini e Vivoli sono indagati si dimettono …ma solo un po’ /

L’informazione di San Marino: Banca centrale, Giannini e Vivoli sono indagati si dimettono …ma solo un po’

Prima si autosospendono. Poi si autoriabilitano. Adesso si dimettono… ma solo un po’. La pantomima sulla poltrona di Mario Giannini  e Andrea Vivoli, direttore e membro della vigilanza, continua.

Così, mentre Ielpo, forse anche per smarcarsi dagli altri colleghi, si è dimesso una settimana fa, Giannini e Vivoli lo hanno fatto ieri, ma non del tutto.

E non si dimettono del tutto anche se indagati, dato che è stata notificata loro la comunicazione giudiziaria. Restano nei loro incarichi rispettivamente di Direttore generale e responsabile del Dipartimento.

Un avviso di garanzia per mancata segnalazione di una operazione sospetta all’Aif proprio dall’organismo di Vigilanza di Bcsm, per la quale nel nuovo filone aperto dalla magistratura si parla di “collaterale assistenza” a quello che viene definito “gruppo”. L’operazione è quella dei sei miliardi di dollari che da un soggetto ungherese dovevano finire in una banca sammarinese. Un importo con il quale chiunque si potrebbe comprare l’intera repubblica di San Marino.

Emerse poi che l’ungherese che
aveva quei denari in Giappone
aveva guai giudiziari.
Dimissioni parziali, dunque, dei
due membri di Bcsm che saranno
discusse nella riunione del
consiglio direttivo in programma
per giovedì.
In quella sede il Presidente Renato
Clarizia, il Vice Presidente
Stefano Bizzocchi di nomina del Partito Socialista, i membri
Silvia Cecchetti in quota
Psd, Giovanni Luca Ghiotti in
quota Ap, Francesco Mancini
e Aldo Simoncini in quota Dc,
dovranno valutare le dimissioni
presentate.

Va considerato che c’è una
norma dello Statuto di Banca
centrale che potrebbe blindare,
al di là delle indagini, il Direttore
Generale di Bcsm sulla sua
poltrona.
All’articolo 16 comma 6 dello
statuto si dice infatti che
il Direttore “può essere revocato
dall’incarico su deliberazione
del Consiglio Direttivo,
assunta con il voto favorevole
unanime dei presenti”.
Se questa unanimità ci sia nel
Direttivo lo si vedrà giovedì,
dunque.

E’ una tegola pesante sulla
Banca Centrale, considerato
quello che sta emergendo dalle
indagini giudiziarie e l’autorevolezza
che un istituto centrale
dovrebbe avere.
Questo anche se la politica, almeno
per ora, tace.

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