Il Segretario Mularoni precisa sulla Centrale del Latte, Segreteria Territorio

Il Segretario Mularoni precisa sulla Centrale del Latte, Segreteria Territorio

Il Segretario Mularoni precisa sulla Centrale del Latte
Di fronte alle obiezioni e alle polemiche di questi giorni riguardanti la trattativa per la privatizzazione della Centrale del Latte mi sento in dovere di puntualizzare una serie di questioni. Innanzitutto si precisa che con la privatizzazione non si vende nulla, né l’immobile, né il terreno, né il marchio, ma gli stessi vengono ceduti in concessione.
La scelta di tale privatizzazione è stata fatta molti anni fa. Tutti i programmi di governo delle recenti legislature l’hanno infatti indicata come obiettivo. Giusta o sbagliata che si possa considerare tale scelta, i comportamenti della politica sono stati conseguenti: lo Stato negli anni non ha investito nella riqualificazione dell’immobile, molti macchinari sono obsoleti, il CdA dell’Azienda non viene rinnovato da anni, numerosi sono stati i bandi e le trattative per conseguire l’obiettivo, fino ad ora senza risultati.
A fine aprile 2014, momento del mio insediamento quale Segretario di Stato per il Territorio e l’Agricoltura, e dunque con delega al rapporto con la Centrale del Latte, ho trovato la situazione seguente: un immobile fatiscente, che potrà restare aperto al massimo per qualche mese, macchinari e produzione non a norma UE, una gestione economica non sostenibile da nessun punto di vista. A fronte di tale situazione e a seguito della conferma dell’esecutivo dell’intenzione di perseguire l’obiettivo della privatizzazione, ho immediatamente contattato sia la cordata di imprenditori sammarinesi aderenti ad ANIS, che nel 2011 avevano manifestato il loro interesse all’iniziativa, sia OSLA: da entrambi i fronti ho ricevuto una risposta negativa quanto alla volontà di procedere all’operazione. Durante l’estate tramite il Presidente di Consorzio Terra di San Marino hanno manifestato un possibile interesse a tale operazione i titolari della ditta piemontese ValForm, azienda casearia di dimensioni contenute specializzata in prodotti a filiera corta di nicchia e di eccellenza. Allo stesso tempo, informazioni sono state chieste da un caseificio del circondario, nonché dal Direttore della Centrale del Latte per conto di un gruppo non meglio identificato di imprenditori, interessati tuttavia all’operazione solo se collegata all’insediamento nell’immobile ex-Forcellini. Mai fino agli ultimi giorni di scadenza del bando i produttori di latte sammarinesi, che per anni sono stati invitati a partecipare ai bandi senza manifestare interesse, mi hanno fatto presente la loro intenzione di rilevare la Centrale del Latte. Al contrario OSLA, come ho detto sopra, mi aveva dichiarato la mancanza di interesse dei suoi associati all’operazione. Così come i lavoratori della Centrale del Latte non si sono dimostrati interessati alla costituzione di una cooperativa per la gestione della stessa, proposta loro fatta dal Governo. A fronte dunque di più ipotesi, il Governo ha deciso di richiedere a soggetti potenzialmente interessati una manifestazione di interesse rispondente a certi requisiti: e quello dell’esperienza di cinque anni nel settore è stato ritenuto, visti anche precedenti non proprio edificanti, una garanzia di capacità, serietà ed esperienza, non certo un requisito per escludere i Sammarinesi come ora si vuol fare intendere. Sta di fatto che nonostante l’informativa data in via preventiva ai soggetti che durante l’estate avevano chiesto informazioni e l’immediata trasmissione della delibera del Congresso di Stato e del bando, solo i titolari della ditta ValForm hanno presentato una manifestazione di interesse rispondente ai requisiti minimi richiesti, con impegno a valorizzare la nostra produzione di latte, anche mediante la trasformazione dello stesso in prodotti di eccellenza. Operazione vista bene e valutata positivamente dal Consiglio d’Amministrazione di Consorzio Terra di San Marino proprio per la promozione della filiera tipica lattiero-casearia sammarinese. Gli imprenditori di cui sopra infatti garantirebbero la riqualificazione dell’immobile, l’acquisto di macchinari, la produzione secondo gli standard comunitari e l’ampliamento della gamma dei prodotti tipici sammarinesi. Mi preme fra l’altro sottolineare che il mondo agricolo, ed in primis i produttori di latte, sono fra i più critici rispetto alla attuale gestione della Centrale del Latte.
E’ ora in corso una trattativa finalizzata alla conclusione del processo in tempi brevi, anche perché siamo di fronte ad un ordine di sgombero dell’immobile a breve da parte delle competenti autorità e il nostro impegno è diretto ad evitare l’interruzione della produzione.
Quanto ai supposti “regali” mi piacerebbe che l’opposizione fosse più esplicita. Nulla viene venduto e le condizioni indicate nel bando sono più convenienti per lo Stato di quelle previste in passato. E poi se sono così convenienti per quale ragione c’è stata una sola manifestazione di interesse di soggetti disposti ad investirci i loro soldi? Perché nessun soggetto sammarinese di fronte a tale supposto “regalo” ha avanzato una manifestazione di interesse? Che i Sammarinesi siano tutti degli sprovveduti? Sta di fatto che la situazione richiede un intervento urgente, con investitori capaci, desiderosi di far bene e disposti a rischiare in proprio. Altrimenti la Centrale dovrà chiudere i battenti e a quel punto importeremo dall’esterno i prodotti lattiero-caseari. Ce ne sono di ottimi anche nel circondario e dunque da questo punto di vista non ci sarebbero problemi . L’operazione fra l’altro sarebbe molto semplice e poco onerosa, ma non avremmo più la filiera lattiero-casearia sammarinese, strada che invece il Governo intende perseguire insieme al Consorzio Terra di San Marino, se ci saranno le condizioni. Altrimenti prenderemo atto dell’ennesima operazione iniziata e non portata a buon fine, un modus operandi che spesso ci ha danneggiati perché l’incapacità di adottare decisioni o di portarle a termine, cosa di cui spesso l’esecutivo sammarinese viene accusato, non ha fatto altro che impoverire il Paese.
     
 Antonella Mularoni
  Segretario di Stato
 

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