Il Vescovo, mons. Luigi Negri, per l’ingresso dei nuovi Capitani Reggenti

Il Vescovo, mons. Luigi Negri, per l’ingresso dei nuovi Capitani Reggenti

In occasione dell’insediamento degli Ecc.mi Capitani Reggenti S.E. Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino-Montefeltro,  ha rivolto ai sammarinesi il seguente messaggio.
In previsione del confronto elettorale ritengo utile indicare una serie di valori fondamentali che propongo all’attenzione di tutti quanti intendono partecipare alla vita politica di San Marino: da chi parteciperà svolgendo il suo compito di elettore fino a coloro che assumeranno responsabilità di carattere istituzionale.
Ritengo che nella grande tradizione cristiana e civile, che si sintetizza insuperabilmente nel nome di San Marino, sono contenute tutte le risorse per cui l’intera società di San Marino può ritrovare la sua identità e vivere una stagione nuova della sua responsabilità.
1.    Il primo valore da salvaguardare è certamente quello della libertà: libertà come assunzione della propria responsabilità, personale e sociale, nei confronti della verità.
La libertà deve essere riconosciuta, rispettata e promossa in tutte le persone e nella realtà sociale in cui la persona decide di vivere. La creatività della vita sociale è nell’esercizio attivo della libertà.
Sono ancora troppi gli spazi in cui la libertà è affermata formalmente, ma sostanzialmente prevalgono forme di espropriazione della libertà stessa e di omologazione della realtà sociale a visioni ideologiche: progressismo, qualunquismo, relativismo etico, culto del benessere, manipolazione delle persone per l’incremento della propria possessività.
2.    Questa libertà che deve essere promossa e incrementata è libertà di cultura, di educazione, di espressione, a tutti i livelli della vita personale e sociale.
La società è tanto più ricca quanto più è considerata in questo suo vasto articolarsi e quanto più le istituzioni si concepiscono al servizio della realtà sociale.
Le istituzioni non sono la società, sono chiamate a servire la società, e questo è il primo modo di realizzare il bene comune.
La famiglia deve essere riconosciuta nella sua identità e promossa nella sua espressione etica e sociale. Una famiglia una: unica, indissolubile, eterosessuale, responsabile della generazione dei figli.
Nella paternità e nella maternità, genitale e educativa, è contenuta la singolare vocazione dell’uomo e della donna. Così la famiglia diviene la cellula fondamentale della società e il suo soggetto obiettivamente creativo.
Così è necessario difendere e promuovere la vita senza nessuna manipolazione, dal concepimento fino al suo termine naturale.
Le troppe minacce che in modo anche surrettizio circondano questi valori che ho richiamato, mi spingono a presentarli come punto di riferimento ineludibile per chiunque voglia assumersi, a qualsiasi livello, una responsabilità sociale.
La Chiesa di S. Marino-Montefeltro non mancherà di incalzare le istituzioni perché si realizzi quella “sana laicità” richiamata e insegnata da Benedetto XVI nello straordinario magistero che ci ha offerto nell’indimenticabile visita pastorale del 19 giugno 2011.

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