IlSole24Ore
L’adempimento richiede l’invio di dati già conosciuti
Giampaolo Giuliani
Primo appuntamento il 31 agosto. È entro questa data che gli operatori nazionali che realizzano transazioni con chi ha sede, residenza o domicilio in paesi black dovranno segnalarle, se tenuti alla comunicazione con periodicità mensile, all’agenzia delle Entrate. La scadenza, dunque, è prossima e se non interverranno al più presto dei chiarimenti gli operatori saranno in gravi difficoltà nella materiale compilazione del modello per la comunicazione che presenta ancora numerosi aspetti poco chiari.
Si pensi, per esempio, al problema delle importazioni da paesi black list. Le istruzioni non sono di alcun aiuto e per questo, a titolo prudenziale, dovrebbero essere indicate nel modello. Tuttavia queste operazioni sono già oggetto di attento monitoraggio da parte dell’agenzia delle Dogane, sicché, con la comunicazione, l’operatore dovrebbe segnalare all’agenzia delle Entrate informazioni già note. Sotto questo profilo, dunque, le importazioni potrebbero essere escluse e per lo stesso motivo si potrebbe pacificamente estendere tale esclusione anche alle esportazioni, anch’esse gestite direttamente dalle Dogane.
In questo modo il numero delle cessioni di beni da rilevare si ridurrebbe drasticamente e in pratica rimarrebbe circoscritto alle sole cessioni e acquisti con operatori residenti nella Repubblica di San Marino e di quelli con i Paesi Ue considerati black list come Malta e Lussemburgo.
Anche in queste ipotesi, però, è opportuno fare alcune considerazioni sui dati già in possesso dell’amministrazione finanziaria italiana.
Per quel che attiene gli scambi con operatori sammarinesi che devono essere considerati esportazioni e importazioni a tutti gli effetti, l’Ufficio tributario sammarinese – da quando è entrato in vigore il Dm 24 dicembre 1993 che regola gli scambi tra i due paesi – provvede a inviare telematicamente ogni mese alla nostra amministrazione finanziaria tutte le cessioni che i propri operatori fanno nei confronti di quelli italiani. In quest’ottica, ben potrebbero essere escluse anche le importazioni di beni da San Marino per le quali l’agenzia delle Entrate riceve con frequenza mensile tutti i dati.
Altre ipotesi che presentano delle incertezze sono le operazioni in cui soggetti residenti in paesi black list coinvolgono i propri rappresentanti fiscali costituiti in paesi Ue. In questo caso si parla di soggetti identificati in un paese Ue e non di soggetti stabiliti, come è il caso ad esempio delle sedi secondarie, sicché è da ritenersi che la comunicazione per i soggetti identificati debba essere comunque predisposta e inviata. Diversamente, per le sedi secondarie e, più in generale, per le stabili organizzazioni la compilazione dei modelli non dovrebbero essere necessarie
Un problema importante, inoltre, è legato all’esclusione dalla rilevazione di beni e servizi per la carenza del presupposto oggettivo.
A questo riguardo dovrebbero essere escluse dalla rilevazione tutte le operazioni fuori campo Iva per carenza del presupposto oggettivo, per cui ad esempio non devono essere segnalate l’invio di campioni gratuiti, le riparazioni in garanzia, alcuni tipi di omaggi o, ancora, i prestiti di personale a fronte del quale viene versato solo il rimborso del relativo costo.
Su di un piano completamente diverso si collocano le operazioni carenti del presupposto territoriale. In questo caso le operazioni dovrebbero essere tutte oggetto di rilevazione, o perlomeno quelle che interessano committenti di paesi Ue nella black list, per le quali l’operatore italiano deve comunque emettere delle fatture. Come gestire le altre prestazioni fuori campo Iva dove, invece, non vi è l’obbligo di emettere la fattura resta tra i problemi più urgenti in cui è indispensabile una presa di posizione da parte dell’amministrazione finanziaria.