IlSole24Ore, ritorna la confisca nello scudo fiscale, Antonio Della Carità e MarcoPiazza

IlSole24Ore, ritorna la confisca nello scudo fiscale, Antonio Della Carità e MarcoPiazza

Sole 24 Ore di giovedì 23 luglio 2009

La tenaglia delle sanzioni spinge allo scudo fiscale

di Della Carità Antonio – Piazza Marco


Le nuove disposizioni che sono state introdotte dalla manovra estiva e che sono finalizzate a contrastare l’illecita detenzione all’estero di capitali, inaspriscono pesantemente le sanzioni relative a violazioni in materia di monitoraggio fiscale. Questo con l’effetto di indurre i contribuenti italiani a un’attenta valutazione dell’opportunità di sanare la propria posizione, avvalendosi delle disposizioni che verranno introdotte con lo scudo fiscale ter.

Il decreto legge anti-crisi, infatti, oltre a introdurre una presunzione relativa in base alla quale i capitali non dichiarati detenuti in Paesi black list si considerano costituiti da redditi sottratti a tassazione in Italia, raddoppiando, in tal caso, le sanzioni amministrative per omessa e infedele dichiarazione, (articolo 12 del decreto anticrisi) e a raddoppiare le sanzioni amministrative in caso di violazioni della normativa sul monitoraggio fiscale (articolo i3-bis del decreto anticrisi), reintroduce, con la versione del provvedimento approvato l’altro ieri dalle commissioni Bilancio e Finanze delle Camere, la sanzione accessoria della confisca dei beni di corrispondente valore.

In sostanza, la mancata adesione allo scudo esporrà i soggetti obbligati alla compilazione del quadro RW (persone fisiche, società semplici ed enti non commerciali residenti, compresi i trust) che detengo- no attività finanziarie e patrimoniali all’estero mai dichiarate alle seguenti sanzioni:

– dal 240% al 480% del capitale in caso di omessa presentazione della dichiarazione ovvero dal 200% al 400% in caso di infedele dichiarazione e sempre che questo capitale sia detenuto in un Paese black list. La presunzione non dovrebbe comunque consentire di qualificare i «redditi sottratti a tassazione» come «redditi prodotti all’estero»; conseguentemente, il raddoppio delle sanzioni non dovrebbe produrre effetti sull’aumento di un terzo previsto dall’articolo 1, comma del decreto legislativo 471 del 1997;

– dal 120% al 240% dei redditi prodotti all’estero dal capitale non dichiarato, in caso di omessa presentazione della dichiarazione ovvero dal 100% al 200% in caso di infedele dichiarazione; aumentati di un terzo, trattandosi di redditi prodotti all’estero;

– dal 25% al 50% degli importi non dichiarati nel quadro RW;

– la confisca di beni di corrispondente valore.

La (re)introduzione della sanzione accessoria della confisca renderà nuovamente attuali tutte quelle osservazioni che la disposizione aveva suscitato all’atto della sua originaria previsione in sede di conversione del decreto legge 350/2001.

In particolare, dovrà essere chiarito una volta per tutte se «per corrispondente valore» debba intendersi quello della sanzione, peraltro raddoppiata, ovvero quello degli importi non dichiarati.

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