IlSole2aOre. Dalla Camera SI’ all’unanimita’ all’accordo Italia-san Marino

IlSole2aOre. Dalla Camera SI’ all’unanimita’ all’accordo Italia-san Marino

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Ultimo passo. Con il via libera del Senato partirà lo scambio di informazioni contro elusione e illeciti

Dalla Camera «sì» all’unanimità all’accordo Italia-san Marino



Doppie imposizioni e segreto bancario

A distanza di più di 10 anni dalla firma del 21 marzo 2002 e a poco meno di un anno dal protocollo di modifica del 13 giugno 2012, la Convenzione contro le doppie imposizioni siglata da Italia e San Marino sta per diventare legge dello Stato. Ieri, infatti, la Camera ha ratificato all’unanimità l’accordo tra Italia e San Marino contro le doppie imposizioni: 525 voti favorevoli su altrettanti presenti. La palla, ora, passa al Senato.

Esito favorevole anche per due ordini del giorno collegati, a firma di Tiziano Arlotti (Pd) e Sergio Pizzolante (Pdl): i due parlamentari riminesi chiedevano di «esercitare al più presto l’iniziativa legislativa per dare piena attuazione all’impegno assunto dall’Italia con la ratifica dell’accordo fiscale» in tema di frontalieri; e di «prevedere un’apposita iniziativa normativa del parlamento italiano, come stabilito dall’accordo in fase di ratifica, che risolva in maniera definitiva la questione del trattamento fiscale dei lavoratori frontalieri».

Con l’accordo, viene compressa la portata del segreto bancario tra San Marino e Italia. La Convenzione, infatti, prevede che le autorità competenti degli Stati contraenti «si scambieranno le informazioni verosimilmente pertinenti per applicare le disposizioni della Convenzione (…) nonché per prevenire l’elusione e l’evasione fiscale». Inoltre gli Stati contraenti non potranno opporsi allo scambio di informazioni per il fatto che le stesse sono coperte dal cosiddetto “segreto bancario”, ovvero che «sono detenute da una banca, da un’altra istituzione finanziaria, da un mandatario o da una persona che opera in qualità di agente o fiduciario o perché dette informazioni si riferiscono a partecipazioni in una persona».

Dunque anche tra l’Italia e San Marino viene eliminato il “segreto bancario” che diverrà non più opponibile alle richieste di entrambi le parti contraenti.

Per il resto, la convenzione con la Repubblica di San Marino replica molte delle previsioni contenute nella direttiva “Madre-figlia” (90/435/Cee) e “Interessi e royalties” (2003/49/Cee), di fatto esentando da ritenuta i dividendi e gli interessi e le royalties “in uscita” al ricorrere di determinate condizioni. Vale il principio generale che le somme sono imponibili nello Stato in cui è residente chi li incassa. Quindi, per i dividendi pagati dalla “figlia” sammarinese alla “mamma” italiana, l’esenzione a San Marino scatta se la seconda detiene almeno il 10% del capitale e se è diversa da una società di persone. Per interessi e canoni, l’esenzione scatta se si possiede almeno il 25% della “figlia”. Nei casi diversi le ritenute alla fonte – dividendi, interessi e canoni – non potranno essere superiori, rispettivamente, al 15, 13 e 10 per cento.

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