L’Esecutivo ha impedito il confronto su una materia di strettissima pertinenza sindacale, con profonde ripercussioni sui diritti dei lavoratori
2 agosto 2011 – Il Segretario di Stato per il Lavoro non ha ascoltato gli appelli del Sindacato al confronto e ha voluto portare all’approvazione del Congresso di Stato il Decreto di legge d’urgenza sul lavoro, che sarebbe stato approvato a maggioranza da parte dello stesso Esecutivo.
In attesa di conoscere e verificare i contenuti definitivi del testo approvato, ancora non disponibile, si tratta comunque di atto molto grave, non rispettoso delle più elementari prassi democratiche, da parte di un Governo sempre meno rappresentativo del paese reale, che con arroganza e spirito autoritario ha impedito il confronto con le parti sociali su una materia di strettissima pertinenza sindacale, trattandosi di un decreto con cui si vanno a modificare molto profondamente le modalità di avviamento al lavoro, con forti ripercussioni sui diritti dei giovani in cerca di lavoro e dei lavoratori colpiti dai licenziamenti, quindi la parte più debole del mondo del lavoro.
Il Governo ha voluto sacrificare il confronto per assumere in tutta fretta una Decreto legge d’urgenza proprio nel pieno del periodo estivo, quando le aziende rallentano l’attività o sono prossime alla chiusura feriale. Dov’è l’urgenza in questo periodo di stravolgere le regole del collocamento al lavoro? Perché non si affrontano i veri nodi della crisi economica, che sono prima di tutto quelli della trasparenza, della firma degli accordi con l’Italia, della impostazione di un rinnovato modello di economia che crei nuovi posti di lavoro per i lavoratori colpiti dalla crisi e per le giovani generazioni?
Quella di oggi è un’azione unilaterale che smentisce clamorosamente le intenzioni del Governo di volere la concertazione con il sindacato, attraverso la recente apertura di alcuni tavoli di confronto.
Sempre sul piano del metodo, esprimiamo forti perplessità e riserve anche sul fatto che, attraverso un Decreto Legge del Congresso di Stato, si possano modificare leggi approvate dal Consiglio Grande e Generale.
Dopo aver messo in luce, nei giorni scorsi, i numerosi aspetti inaccettabili delle bozze di Decreto prima ricevute, la CSdL tornerà sulla questione appena riceverà il testo definitivo del provvedimento, per pronunciarsi sui contenuti.
CSdL
2 agosto 2011 – Il Segretario di Stato per il Lavoro non ha ascoltato gli appelli del Sindacato al confronto e ha voluto portare all’approvazione del Congresso di Stato il Decreto di legge d’urgenza sul lavoro, che sarebbe stato approvato a maggioranza da parte dello stesso Esecutivo.
In attesa di conoscere e verificare i contenuti definitivi del testo approvato, ancora non disponibile, si tratta comunque di atto molto grave, non rispettoso delle più elementari prassi democratiche, da parte di un Governo sempre meno rappresentativo del paese reale, che con arroganza e spirito autoritario ha impedito il confronto con le parti sociali su una materia di strettissima pertinenza sindacale, trattandosi di un decreto con cui si vanno a modificare molto profondamente le modalità di avviamento al lavoro, con forti ripercussioni sui diritti dei giovani in cerca di lavoro e dei lavoratori colpiti dai licenziamenti, quindi la parte più debole del mondo del lavoro.
Il Governo ha voluto sacrificare il confronto per assumere in tutta fretta una Decreto legge d’urgenza proprio nel pieno del periodo estivo, quando le aziende rallentano l’attività o sono prossime alla chiusura feriale. Dov’è l’urgenza in questo periodo di stravolgere le regole del collocamento al lavoro? Perché non si affrontano i veri nodi della crisi economica, che sono prima di tutto quelli della trasparenza, della firma degli accordi con l’Italia, della impostazione di un rinnovato modello di economia che crei nuovi posti di lavoro per i lavoratori colpiti dalla crisi e per le giovani generazioni?
Quella di oggi è un’azione unilaterale che smentisce clamorosamente le intenzioni del Governo di volere la concertazione con il sindacato, attraverso la recente apertura di alcuni tavoli di confronto.
Sempre sul piano del metodo, esprimiamo forti perplessità e riserve anche sul fatto che, attraverso un Decreto Legge del Congresso di Stato, si possano modificare leggi approvate dal Consiglio Grande e Generale.
Dopo aver messo in luce, nei giorni scorsi, i numerosi aspetti inaccettabili delle bozze di Decreto prima ricevute, la CSdL tornerà sulla questione appena riceverà il testo definitivo del provvedimento, per pronunciarsi sui contenuti.
CSdL