Indagine congiunturale Unindustria Rimini. I dati statistici completi

Indagine congiunturale Unindustria Rimini. I dati statistici completi

Rimini
18 marzo 2015

Indagine
congiunturale Unindustria Rimini. I dati statistici completi

(Situazione
secondo semestre 2014 e previsioni primo semestre 2015). Il
campione è composto da aziende del comparto manifatturiero e dei
servizi e non comprende il settore delle costruzioni.

CONSUNTIVO
SECONDO SEMESTRE 2014.

Fatturato
totale
:
rispetto al secondo semestre 2013 aumentato del +7,70%

Le
imprese con meno di 50 dipendenti evidenziano il dato di fatturato
peggiore: calo del -1% del fatturato totale (addirittura -9,70% di
quello interno) e aumento del 12,70% del fatturato estero che però
non compensa la perdita delle vendite sul mercato nazionale.

Le
aziende fra 50 e 249 dipendenti segnano un aumento del 3,10% (con
crescita del fatturato interno del +3,80% e di quello estero del
+1,40%), mentre quelle con numero di dipendenti maggiore o uguale a
250 denotano una crescita del +12,70% (determinata soprattutto dal
fatturato interno (+28,20%), infatti, il fatturato estero aumenta
solo dell’1,20%.

L’aumento
del fatturato totale deriva, in controtendenza rispetto alle
precedenti rilevazioni, soprattutto dal buon andamento del fatturato
interno (+15,70%), mentre il fatturato estero è aumentato del 2,20%.

L’ottima
performance fatta registrare in questa rilevazione nel dato del
fatturato interno, non basta però a compensare la perdita registrata
dall’inizio della crisi nello stesso parametro, che presenta un
saldo negativo del -27,30%. Se si considera il dato del fatturato
totale, il saldo netto nello stesso periodo di riferimento (secondo
semestre 2008-secondo semestre 2014) è del -17,10%.

Il
grado di internazionalizzazione (percentuale di fatturato estero sul
totale) si attesta in media al 52,80%: 54,10% nelle grandi aziende,
53,60% nelle aziende comprese fra 50 e 249 addetti e del 32,8% nelle
aziende con meno di 50 dipendenti.

Risulta
significativo l’incremento del grado di internazionalizzazione
delle piccole imprese che vede passare la percentuale di fatturato
estero sul totale da meno del 20% come era nelle ultime due indagini
a quasi il 33% attuale.

Produzione:
rispetto allo stesso periodo del 2013 segna + 2,90%. Le imprese del
campione che hanno visto un incremento nella produzione (+13,80%)
sono soprattutto le piccole (che però, in controtendenza, sono
quelle che hanno sofferto di più nel dato sul fatturato:
probabilmente si sono concretizzate all’inizio del 2015 le vendite
riferite a produzioni su commessa e non si è fatto in tempo a
fatturare entro l’anno 2014 alcuni ordini comunque lavorati e
prodotti). Più contenuto l’aumento delle medie (+1,30%) e delle
grandi (+2%).

Occupazione:
nel secondo semestre 2014 è cresciuta (+3,70%) soprattutto per le
grandi imprese (+4,60%). Nelle medie imprese è aumentata del +1,10%,
mentre nelle piccole è rimasta invariata.

Resta
però ancora importante il saldo negativo per quel che riguarda il
dato occupazionale rispetto all’inizio della crisi (-9,66%).

Ordini:
41,50% delle imprese segna un aumento, il 23,10% una diminuzione.
Ordini esteri: per il 24% delle imprese sono in aumento e per il 28%
in diminuzione.

Costo
delle materie prime
:
cresce per il 21,30% delle imprese, per il 67,20% è stazionario e
per l’11,50% in diminuzione.

Difficoltà
nel reperimento del personale:

per il 7,70% del campione è molto elevata, per il 6,20% elevata il
33,80% del campione non riscontra alcuna difficoltà, il 18,50% bassa
e il 33,80% media difficoltà.

PREVISIONI
PRIMO SEMESTRE 2015.

Produzione:
per il 34,90% del campione è in aumento, il 50,80% prevede
stazionarietà e il 14,30% una diminuzione.

Ordini:
il 36,50% prevede una crescita, il 46% stazionarietà e il 17,50% una
diminuzione. Ordini esteri: 27,50% aumento, 62,70% stazionarietà e
9,80% diminuzione. Le grandi imprese sono quelle con la percentuale
maggiore di previsione di aumento degli ordini.

Giacenze:
il 73,80% le prevede stazionarie, il 9,80% in aumento e il 16,40% in
diminuzione.

Occupazione:
prevista stazionaria per il 70,50% del campione, in crescita per il
18% e in calo per l’11,50%.

Ricorso
alla cassa integrazione:

per il 52,30% è da escludersi e il 15,40% lo considera poco
probabile. Il 13,80% lo considera probabile e consistente e il 18,50%
probabile ma limitato.

Le
previsioni per il primo semestre 2015 ritoccano in positivo quelle
dell’ultima rilevazione per quel che riguarda il dato degli ordini,
della produzione e dell’occupazione.

INVESTIMENTI

Consuntivo
investimenti 2014

L’indagine
sugli investimenti effettuati nel 2014 torna a mostrare il segno
positivo rispetto all’anno precedente (+4,2%) dopo che sia nel 2012
che nel 2013 gli investimenti erano diminuiti in misura consistente
(rispettivamente -10,3% e – 6,3% sempre con riferimento all’anno
precedente).

La
spesa per investimenti effettuata dal settore manifatturiero nel suo
complesso è stata pari al 4,2% del fatturato.

Circa
le classi dimensionali delle imprese è da sottolineare il dato
negativo delle medie imprese (-6,4%), mentre sono state soprattutto
le grandi ad essere trainanti (+9,1%). Le piccole imprese hanno
mostrato un incremento del +6,4%.

Per
quel che riguarda la tipologia degli investimenti effettuati nel
2014, gli investimenti più ricorrenti sono quelli in ICT, ricerca e
sviluppo, formazione e linee di produzione.

Il
13,6% degli imprenditori coinvolti ha dichiarato di non aver
effettuato alcun investimento, percentuale più bassa rispetto ad un
anno fa, mentre aumenta sensibilmente la percentuale di investimenti
effettuati in ricerca e sviluppo e ICT.

Previsioni
investimenti 2015

Se
consideriamo l’intero settore manifatturiero, la stessa percentuale
di imprenditori che non ha realizzato investimenti nel 2014 (13,6%)
prevede di non effettuarne anche nel 2015.

Le
aree aziendali maggiormente coinvolte in investimenti nel 2015
saranno ICT,

formazione,
ricerca e sviluppo e linee di produzione. Verranno rafforzati gli
investimenti all’estero sia produttivi (7,6%) che soprattutto
commerciali (21,2%).

Nell’ICT
gli investimenti saranno uguali per il 52,2%, superiori per il 37% e
inferiori per il 10,8%.

Nella
formazione gli imprenditori prevedono gli stessi investimenti del
2014 nel 60,5% dei casi, un aumento nel 34,9% e una diminuzione nel
restante 4,6%.

Per
le linee di produzione gli investimenti aumenteranno nel 51,3% dei
casi, resteranno uguali nel 35,9% e diminuiranno nel 12,8% dei casi.

Rispetto
alle analisi effettuate negli ultimi anni, tutte le principali aree
aziendali mostrano una previsione di aumento degli investimenti con
percentuali sensibilmente maggiori, dato che induce a guardare al
2015 con fiducia e come l’anno nel quale si possa iniziare a
risalire dal profondo solco scavato da lunghi anni di crisi.

Tra
i fattori critici e/o ostacoli alla realizzazione degli investimenti
,
si segnalano ancora una volta (come lo scorso anno) come cause
predominanti, la difficoltà a reperire risorse finanziarie (34,8%) e
l’insufficiente livello della domanda attesa (33,3%), insieme alle
difficoltà amministrative e burocratiche (28,8%).

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