Indagine su Manlio Maggioli, l’editore esattore. Mario Gerevini, Corriere della Sera

Indagine su Manlio Maggioli, l’editore esattore. Mario Gerevini, Corriere della Sera

CORRIERE DELLA SERA

Il caso

L’inchiesta  della Procura di Forlì sul Credito di Romagna

Indagine su Maggioli l’esattore

Fondi (con scudo) a San Marino

Mario Gerevini

Aveva un discreto gruzzoletto nascosto in una banca di San Marino e mai dichiarato al Fisco. Poi i soldi sono stati «legalizzati» con lo scudo fiscale utilizzando la fiduciaria bolognese Sofir e subito dopo rigirati sul Titano. L’ operazione era studiata per mantenere la massima riservatezza. C’ erano buoni motivi. Ma non ha funzionato: da ieri la manovra sotterranea dell’ ex evasore è illustrata in un atto dell’ inchiesta della Procura di Forlì sul Credito di Romagna. E così Manlio Maggioli adesso avrà il problema di spiegare perché nascondeva al Fisco almeno due milioni di euro. Maggioli, infatti, non è uno dei tanti bagnini o commercianti della Riviera adriatica che porta il «nero» della settimana in banca a San Marino.

È il presidente della Camera di commercio di Rimini dal 1994.

E in quella veste un paio di anni fa fece titolo sui giornali locali e nazionali dichiarando che «le piccole imprese sono costrette a evadere per sopravvivere». Salvo poi suonare la ritirata con un più istituzionale «l’ evasione fiscale è una piaga», che deve aver fatto sorridere l’ amico e presidente della banca sammarinese custode del suo tesoretto non dichiarato. L’ imprenditore potrebbe avere un altro motivo di imbarazzo: è proprietario di un gruppo editoriale da oltre 100 milioni di fatturato che tra i suoi business (Maggioli Tributi) ha proprio quello di andare a «caccia» di chi non paga le tasse. E per questo è un esattore del Fisco, soprattutto per conto degli enti locali. Milioni di italiani si sono visti recapitare bollettini, ingiunzioni di pagamento per tasse locali da pagare con l’ intestazione Maggioli Tributi invece che Equitalia.

La «scudata», dunque, sarebbe rimasta rigorosamente coperta se non fosse per l’ inchiesta sul Credito di Romagna della Procura di Forlì che ieri ha inviato l’ avviso di conclusione indagini a 18 indagati, tra cui lo stesso Maggioli, ex presidente della banca romagnola. Il documento della Procura, già in mano ai legali degli indagati, è firmato dal procuratore della Repubblica Sergio Sottani, che quando era a Perugia si occupò del caso G8-Grandi eventi, e dai sostituti Fabio Di Vizio e Marco Forte autori delle inchieste più importanti (Varano e Re Nero) sulle relazioni finanziarie e creditizie tra Italia e San Marino. Agli indagati è contestata una serie di reati finanziari nella gestione della banca che aveva una sorta di «clone» a San Marino: l’ Istituto Bancario Sammarinese (Ibs).

Nell’ atto notificato ieri agli avvocati degli indagati vi è anche la descrizione di alcune operazioni di scudo realizzate con la Sofir di Bologna. Tre mandati fiduciari erano stati accesi da Maggioli per scudare liquidità personale (circa due milioni) e titoli azionari depositati all’ Ibs di San Marino. Alla fine il patrimonio è solo transitato sul conto della Sofir presso Ibs.

Quattro giorni dopo i soldi erano già su un conto di Maggioli aperto sempre alla banca sammarinese.

Mario Gerevini

 

 

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