Interpellanza Luca Lazzari e Elena Tonnini (Rete) su processo Fasea

Interpellanza Luca Lazzari e Elena Tonnini (Rete) su processo Fasea

San Marino, lunedì 1 dicembre 2014/1713 d.F.R.
Con riferimento al processo che vede imputata, con l’accusa di attentato alla salute pubblica, Elizabeth Huber in qualità di amministratore di Fasea SpA.
Premesso che:
la difesa ha nominato come consulente tecnico di parte, nella persona del dott. Giacomo Zambelli, Laboratori Protex SpA di San Marino;  
secondo quanto emerso dall’inchiesta giornalistica della trasmissione televisiva Report andata in onda lo scorso 16 novembre:
•    Laboratori Protex SpA con il 96% delle quote è socio di maggioranza di Protex Italia SpA di Forlì, azienda partner di Hera nella gestione dei rifiuti radioattivi;
•    Sofir Fiduciaria di Bologna è intestataria del 30% del capitale di Laboratori Protex SpA;
Sofir Fiduciaria nel 2012 è stata oggetto di un’indagine da parte di Bankitalia per presunte irregolarità nella gestione di centinaia di milioni di euro provenienti da San Marino (si allega un articolo pubblicato sul Corriere della Sera in data 22 marzo 2012);
le quote di partecipazione di Fasea SpA sono così divise: 7% Elizabeth Huber, 93% Cordusio Società Fiduciaria di Milano;
Cordusio Fiduciaria e Sofir Società Fiduciaria compaiono quali intestatarie del 99% del capitale di Ecofer nella famigerata vicenda della discarica capitolina di Falcognana – più in particolare dietro ai mandati delle due fiduciarie sembrerebbero celarsi:
•    Valerio Fiore, imprenditore bolognese, condannato con sentenza del Tribunale in composizione monocratica di Bologna, irrevocabile, per violazione delle disposizioni in materia di tutela delle acque dall’inquinamento;
•    Franco Maio, patron del Gruppo Maio, nel 2003 coinvolto in un’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati ambientali nella discarica di Canosa;
(si allega un articolo pubblicato il 23 settembre 2013 sul settimanale L’Espresso);

Cordusio Fiduciaria e Sofir Società Fiduciaria – a riprova delle forti connessioni con la Repubblica di San Marino – in occasione dello scudo fiscale del 2010 risultarono rispettivamente prima e quarta per entità di somme regolarizzate (si allega un articolo pubblicato sul Corriere della Sera in data 3 agosto 2010).

 

Considerato che:
gli elementi contenuti nel fascicolo che hanno portato al rinvio a giudizio della signora Elizabeth Huber sono motivo di grande preoccupazione per la salute pubblica, in modo particolare per quel che riguarda l’inquinamento di una fonte collegata all’acquedotto (Fonte Acquino), la presenza di idrocarburi nell’area interna e adiacente allo stabilimento (36.400 mg/kg, un dato di 700 volte superiore al limite massimo di legge per aree a verde pubblico) e le possibili violazioni di legge sul trattamento dei rifiuti speciali e pericolosi (parte dei rifiuti rinvenuti non deriverebbero dal processo produttivo interno a Fasea);  
l’ing. Vincenzo Cesarini, all’epoca dei fatti responsabile della sicurezza sul lavoro presso l’ex Servizio d’igiene ambientale, dalle dichiarazioni di alcuni testimoni, pur avendo svolto controlli periodici in Fasea, non avrebbe mai segnalato anomalie – la sua parentela col procuratore del fisco, dott. Roberto Cesarini (i due sono fratelli), farebbe dunque dedurre una possibile situazione di conflitto d’interessi;
la perizia integrativa disposta dal procuratore del fisco, dott. Roberto Cesarini, è stata eseguita dopo che l’area era già stata dissequestrata, con forte possibilità di alterazione delle prove (a conferma di ciò alcuni abitanti della zona dichiarano di aver visto alcune settimane fa un mezzo impegnato in lavori di scavo all’interno dell’opificio, alleghiamo inoltre due fotografie da cui risulta evidente la presenza di terreno di riporto esattamente nello stesso punto in cui precedentemente era presente una macchia nera);
secondo quanto riportato negli indirizzi sanitari 2014 dell’Authority ISS, nel triennio 2011-2013 i tumori risultano essere la prima causa di morte nella Repubblica di San Marino (34,8% delle morti complessive);
i deficit di applicazione della normativa in materia di protezione ambientale rilevati nella vicenda Fasea (dalla Legge 1995 n.126 fino al più attuale DD 2012/144) sono un indicatore importantissimo rispetto agli enormi pericoli rappresentati da quello che è uno dei maggiori e più redditizi business delle mafie: lo smaltimento illegale di rifiuti industriali.
Gli scriventi consiglieri interpellano il governo per conoscere:
se corrisponde al vero che Fonte Acquino sia stata contaminata da sostanze chimiche; la persona/autorità che per prima abbia constatato l’anomalia e a chi abbia inoltrato la segnalazione; se successivamente siano state eseguite delle analisi sulla fonte, da parte di chi, quali siano le sostanze rilevate e in quali quantità con annessa copia della documentazione tecnica di laboratorio; quanto tempo sia intercorso tra la segnalazione e la messa in dispersione della fonte con annessa copia della documentazione attestante l’esclusione della stessa dal convogliamento all’acquedotto; se all’epoca l’impianto di depurazione disponesse di un sistema di abbattimento delle sostanze chimiche; se l’AASS o gli uffici competenti abbiano provveduto a presentare denuncia in Tribunale;
quante e quali siano le fonti naturali di approvvigionamento della rete idrica; se siano stati riscontrati altri casi d’inquinamento di fonti naturali; se le fonti naturali non convogliate all’acquedotto siano oggetto di controllo periodici;
l’intera procedura di controllo sulle acque immesse nella rete pubblica (articolo 64 del Codice Ambientale), sia per quel che riguarda l’inquinamento organico/batteriologico che per quel che riguarda l’inquinamento chimico; chi siano i soggetti incaricati allo svolgimento delle analisi (comprese eventuali aziende private), con specifica sulla periodicità, sull’elenco dei parametri ricercati, sui loro valori di riferimento, sull’archiviazione e sulla pubblicazione dei risultati dei controlli;
se al di là dei rilievi concernenti il processo in corso, l’AASS e/o gli uffici competenti abbiano eseguito rilievi aggiuntivi nell’area interna e adiacente allo stabilimento, anche con contatore Geiger, allo scopo di verificare le condizioni ambientali e offrire le massime garanzie di tutela della salute degli abitanti della zona e dell’intera popolazione;
se sussista un limite massimo annuo per l’esportazione di rifiuti speciali verso l’Italia, se tale limite venga superato prima della fine dell’anno; le modalità di gestione del rifiuto speciale eccedente; quante e quali società siano abilitate al trasporto transfrontaliero di rifiuti speciali;
la destinazione finale dei rifiuti oggetto del sequestro in Fasea, con dettaglio circa l’azienda incaricata e la documentazione autorizzativa;
l’oggetto sociale di Fasea (comprese le eventuali modifiche intercorse negli anni) le eventuali defiscalizzazioni beneficiate dalla stessa, il numero attuale di dipendenti e la loro qualifica;
se Laboratori Protex SpA presti o abbia prestata i propri servizi ad aziende statali o parastatali della Repubblica di San Marino, con tanto di copia dei relativi contratti e/o convenzioni;
Chiedono altresì di conoscere se sia nella volontà del governo:
dare attuazione a un censimento epidemiologico sull’intero territorio sammarinese che tenga conto delle esposizioni degli abitanti alle specifiche contaminazioni ambientali (come, per esempio, la sottostazioni elettrica, i cavi dell’alta tensione, la Cartiera Ciacci, eccetera);
impegnare il comandante della Gendarmeria, generale Alessandro Gentili, a redigere una relazione sui possibili rischi connessi ai reati di tipo ambientale e sugli strumenti più adeguati al contrasto del fenomeno.
I Consiglieri
Elena Tonnini
Luca Lazzari

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