Intervento Iro Belluzzi

Intervento Iro Belluzzi

Newsletter del

Partito dei Socialisti e dei Democratici

del 24 Febbraio 2010

Vorrei sottoporre a quest’aula alcune considerazioni che ritengo essere strettamente correlate con gli ultimi accadimenti che in maniera sempre più pesante si stanno abbattendo sulla repubblica, che rappresentano il risultato della pervicace e tanto inefficace e deleterea opera di chi si è posto a capo dell’esecutivo nel tessere le relazioni internazionali.

Il risultato di tutto ciò è il progressivo isolamento del nostro stato, che si trova in un drammatico stato di sempre più profondo e desolante isolamento.

Chi era stato indicato nel momento dell’insediamento dell’attuale governo come chi doveva essere in grado di ristabilire i rapporti di collaborazione e di reciproco vantaggio con la vicina Italia, ci ha condotto in uno stato di relazioni così basse, che ad oggi sembra essere sotto stato di assedio.

Praticamente si rivivono gli stessi momenti che abbiamo vissuto nell’oramai lontana estate del 1997, quando la repubblica di san marino aveva subito per 15 giorni l’assedio della guardia di finanza.

Guarda caso anche in quel periodo il responsabile della politica estera era l’attuale segretario alle finanze.

Oggi francamente la situazione risulta essere molto più grave, perché l’attacco sferrato dalle amministrazioni italiane risulta essere molto più pressante, concertato a più livelli e sicuramente molto più duraturo nel tempo.

La violenza degli attacchi mediatici è divenuta insopportabile.

Le dichiarazioni dei comandanti della guardia di finanza del circondario sono di una pesantezza da non renderle più sopportabili né per lo stato, né per i suoi tanti cittadini che ogni giorno affrontano la giornata nel rispetto delle leggi e della legalità.

Assieme all’indignazione che colpisce me come, ne sono certo, la quasi totalità dei sammarinesi per le ingiuste accuse che ci vengono rivolte d’oltre confine, però mi viene da farmi qualche domanda.

Infatti non credo che questo accanimento sia solo il frutto di un odio atavico di organi dell’amministrazione italiana nei confronti della repubblica di san marino e dei suoi cittadini.

Ritengo che probabilmente qualche errore da parte di chi ci ha amministrato è stato compiuto.

Credo altresì che chi ci sta amministrando, o meglio che è stato investito dell’onere da parte dell’esecutivo di condurre le trattative abbia compiuto più di un errore; infatti le attenzioni particolari che ci stanno rivolgendo oggi da molto tempo non ci venivano rivolte.

D’altra parte anche l’ultima vicenda legata alla decapitazione della banca centrale ha messo chiaramente in evidenza la non affidabilità di alcuni personaggi.

Le tante dichiarazioni di volontà di ridare slancio e nuova linfa all’economia attraverso percorsi di normalizzazione che dovevano passare attraverso la trasparenza e legalità, in corrispondenza degli accordi sottoscritti, quelli che sembravano i buoni propositi, si sono infranti duramente nella volontà di perpetrare le logiche del passato, dove interessi particolari depotenziano drammaticamente gli interessi generali.

Per cui ancora una volta il potere politico interferisce drammaticamente con istituzioni dello stato, che dovrebbero essere altamente garantite nel loro operato e protette gelosamente da ogni tipo di interferenza, così come anche prescritto dagli organismi internazionali.

Nella vicenda banca centrale così non è stato ed il prezzo che stiamo pagando è l’attacco che da domenica è partito nei confronti della repubblica.

Oramai è chiaro che chi ci rappresenta non degno di fede, perché alle dichiarazioni effettuate o agli atti firmati non è seguita una consequenzialità dei comportamenti.

Temo che a livello internazionale presto capiterà che non fidandosi più dei nostri rappresentanti ci imporranno chi meglio li saprà garantire, ho paura che si possa arrivare ad un commissariamento che interesserà i punti nodali della nostra economia.

La cosa grave che in tutta la partita iniziata con l’intento di arrivare alla firma dell’accordo di cooperazione e quindi alla normalizzazione dei rapporti fra i due stati, il governo o meglio la segretaria mularoni ha effettuato tutta una serie di rinunce su quelli che erano gli asset.

Basti pensare al segreto bancario; pur e se c’è qualche membro della maggioranza che si ostina a sostenere la sua esistenza, la repubblica ha rinunciato ad esso, senza ottenere nessuna contropartita, né appare all’orizzonte alcun tipo di elemento che garantisca la sostenibilità del sistema paese, quindi lo stato sociale, sanità, cultura.

Fra gli accordi firmati basta ricordare quello del 26 novembre scorso, quello in materia finanziaria dove viene sancita la possibilità per i funzionari della vigilanza di bancaitalia di poter effettuare controlli nelle banche sammarinesi partecipate da banche italiane.

Comunque ritornando al concetto che stavo esprimendo francamente mai avrei pensato, che tutti questi elementi che comunque hanno determinato un netto ridimensionamento della nostra sovranità non fossero stati in grado quanto meno di ristabilire un clima di ottimi rapporti con la vicina Italia.

Mai avrei pensato arrivati a questo punto, che i rapporti con l’Italia avrebbero raggiunto i livelli tali da spingere il segretario agli esteri ad esprimersi in maniera così grave, leggo testualmente dal sito libertas: Ebbene, in tale contesto pericolosissimo, di fronte a cotanto attacco italiano, invece di correre immediatamente a Roma, Antonella Mularoni, Segretario di Stato per gli Affari Esteri, non ha trovato di meglio che affermare ieri sera a San Marino Rtv: “ I sammarinesi si sono stancati. L’Italia chiarisca a che gioco stiamo giocando.

Questo non è il Paese né della mafia, né della camorra, né della n’drangheta.”

Affermazioni da irresponsabilità totale!
Fra l’altro riprese subito – poteva essere altrimenti? – dai media anche d’oltralpe.

A tutt’ora nessun comunicato di rettifica o di spiegazione né da Palazzo Begni né da Palazzo Pubblico.

Nemmeno si ha notizia di qualche soggetto sammarinese politico o istituzionale che lo abbia chiesto, anzi preteso e con la massima urgenza il suddetto comunicato.

Si aspetta che si muova il governo italiano magari prima sui media che, subito, attaverso l’ambasciata?

Mi sembra chiaro come attraverso queste dichiarazioni il segretario mularoni sia la prima ad ammettere il più chiaro fallimento del suo mandato.

Purtroppo in considerazione di ciò, appare manifesto come il primo anno e mezzo dell’attività di questo governo sia del tutto fallimentare, in quanto dalle dichiarazioni in fase di insediamento del governo la priorità delle priorità era rappresentata dalla normalizzazione dei rapporti con la vicina italia ed una riconoscibilità a livello internazionale.

Sicuramente una riconoscibilità l’abbiamo raggiunta, ma purtroppo non è quella che tutti noi auspicavamo.

Oggi francamente in questa seduta consiliare mi sarei immaginato che così come dichiarato dal segretario Arzilli nella seduta consiliare di dicembre, ci fosse stato presentato il progetto di legge sul commercio, o un piano di rilancio dell’economia.

Ma ad oggi al di là del fatidico documento top secret della primavera scorsa nulla più è stato presentato al consiglio ed al paese.

Francamente non riesco a fargliene una colpa al segretario Arzilli perché stante lo stato dei rapporti con la vicina Italia, e lo stato degli accordi sottoscritti è arduo poter pensare di elaborare un progetto di rilancio dell’economia prescindendo da un quadro normativo certo o da una serie di accordi che stabiliscano gli ambiti di operatività per le nostre aziende.

I rapporti col le amministrazioni italiane sono talmente buoni che ci vengono contestati aprioristicamente i volumi di scambio in alcuni settori merceologici, senza entrare nemmeno nel merito o controllare che siano stati effettuati lecitamente o illecitamente.

D’altronde è la stessa tesi sostenuta in Agosto a Rimini dal ministro dell’economia Tremonti, quando nella conferenza stampa tenuta al cospetto dei segretari Gatti e Mularoni aveva contestato ai nostri rappresentati che comunque a San Marino i depositi bancari erano troppo cospicui e che circolavano troppe auto di lusso e che il numero delle società era troppo elevato.

A questo punto faccio mie le prime dichiarazioni del segretario generale Anis Giorni, per cui :

San Marino] ECONOMIA – Questa volta gli industriali della Repubblica di San Marino non adoperano mezzi termini nell’attribuire anche al governo in carica (come ai precedenti) la difficilissima situazione in cui il Paese è precipitato anno dopo anno, sino all’attuale, ormai drammatica, anche per i riflessi sociali.

Carlo Giorgi, Segretario Generale dell’Anis, associazione degli industriali, è stato molto chiaro in una intervista rilasciata a David Oddone di L’Informazione di San Marino.

Giorgi ha detto fra l’altro: “quello che sta accadendo è il frutto delle cattive relazioni che abbiamo con l’Italia.

La politica deve cambiare registro, ci deve essere una reazione concreta.

Negli ultimi anni di risultati concreti non ce ne sono stati.

Col tempo invece che migliorare, la situazione è peggiorata. ”

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