NON SEGUIAMO L’ESEMPIO…
Assistiamo nella vicina Italia ad una ingerenza dello Stato nella sfera della libertà personale. Infatti cosa sono i DICO se non un intervento che mira a istituzionalizzare anche una libera unione fra due persone?
Lo Stato offre, in cambio della rinuncia alla libertà di stare insieme senza controllo esterno, una serie di vantaggi concreti e richiede qualche assunzione di doveri. Un’alternativa effettiva al matrimonio, almeno quello civile.
Era necessario tenere a bada coloro che avevano sostenuto le coppie omosessuali, ma invece di creare diritti che avrebbero trovato molte voci contrarie, soprattutto tra quelle forze di centro, si è preferito scegliere la “Tutela”. Una tutela che, per mascherare ancor di più i vantaggi che potrebbero ricavarne le persone omosessuali, viene estesa quasi a tutti i casi possibili e immaginabili di coabitazione. Con il bel risultato di dare vita all’ennesima mostruosità e di diminuire un pò lo spazio alle libertà individuali.
Ora, siccome nella nostra amata Repubblica tendiamo a normare molti aspetti della vita civile e sociale allo stesso modo, è opportuno ribadire che, come ricordava di recente il Papa, che LA LEGGE NATURALE è in definitiva il solo valido baluardo contro l’arbitrio del potere o gli inganni della manipolazione ideologica.
La preoccupazione per tutti, e particolarmente per chi ha la responsabilità pubblica, è quindi di aiutare perché possa progredire la coscienza morale.
Le applicazioni concrete di questo, il Papa le ha individuate anzitutto nel rispetto della famiglia, intesa come “quell’intima comunità di vita e d’amore coniugale, fondata dal Creatore”. “Nessuna legge fatta dagli uomini – ha ribadito – può sovvertire la norma scritta dal Creatore, senza che la società venga drammaticamente ferita in ciò che costituisce il suo stesso fondamento basilare. Dimenticarlo significherebbe indebolire la famiglia, penalizzare i figli e rendere precario il futuro della società”.
La legge naturale è la sorgente da cui scaturiscono i diritti fondamentali. Occorre avere ben chiaro che è la famiglia il nucleo da sostenere e da valorizzare in quanto “bene comune” e non una serie di rapporti tra le persone, anche dello stesso sesso regolamentati e tutelati da una legge.
Se ci si vuole bene e si vuole essere garantiti del tutto c’è il matrimonio (civile o religioso), altrimenti si possono utilizzare una serie di strumenti già disponibili nella realtà odierna: polizze assicurative, contestazione di beni e cose, contratti d’affitto, ecc..
Delegare praticamente all’arbitrio della libertà individuale la continuità del patto coniugale lascia indifeso il vincolo matrimoniale e aperto il cammino legale alla violazione dei diritti dell’altro coniuge e dei figli.
Abbiamo attualmente già abbastanza problemi a cui dare urgente soluzione, non apriamo la porta, anzi il portone, a tutta una serie di incertezze cui le generazioni future dovrebbero fare i conti.
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