Intervista a Stefania Saragoni, autrice della serie filatelica dedicata al ‘Campionato Sci nordico 2013’

Intervista a Stefania Saragoni, autrice della serie filatelica dedicata al ‘Campionato Sci nordico 2013’

Intervista a Stefania Saragoni

Intervista a Stefania Saragoni, autrice della serie filatelica dedicata al “Campionato Sci Nordico 2013”.

“Amo le cose belle, quelle buone, quelle un po’ strane, il mio compagno e i bambini. La mia vera fortuna invece è la curiosità: ingrediente fondamentale di creatività e vitalità”. Le parole testé riportare potrebbero costituire il “manifesto” programmatico di Stefania Saragoni, ravennate per nascita e riminese per adozione. Nel suo percorso formativo-professionale, prima il Liceo Artistico e l’ISIA di Urbino, poi l’attività di grafico pubblicitario e da qualche tempo anche la passione per l’arte filatelica. A sua firma il bozzetto, relativo all’ emissione dedicata al “Campionato Sci Nordico 2013”, realizzato per l’Azienda Autonoma di Stato Filatelia e Numismatica di San Marino. Nella “serie”, che è disponibile per pubblico e collezionisti dal 13 febbraio 2013, predominano alcuni elementi caratterizzanti: la vivacità nella scelta dei colori, la stilizzazione dei soggetti e l’attenzione per i particolari. Abbiamo chiesto direttamente alla bozzettista la natura di queste scelte “stilistiche”. Logiche professionali o passione per gli sport invernali?

“Sono nata in pianura e abito a Rimini, la mia carriera sciistica si è fermata sul nascere a 10 anni, con il gesso a una gamba! Quando ho iniziato ad informarmi sullo sci nordico mi ha subito colpito quanto all’avanguardia siano (anche li) le tecnologie: le attrezzature, le tute, gli sci, la pista del salto, ecc. Ogni dettaglio, come ogni movimento dell’atleta, è preciso e misurato ed è questo tecnicismo che ho provato a raccontare”.

Sfide individuali, in squadra, maschili, femminili e miste. Salti con gli sci, fondo e combinata. Se lei avesse dovuto scegliere un’unica immagine, un soggetto preciso, verso quale “istantanea” avrebbe concentrato il suo lavoro?

“Ho trovato di grande intensità e fascino il momento appena prima della partenza del salto con gli sci, quando l’atleta là, in alto, si concentra, misura distanze e pendenze, calcola la velocità e si prepara al momento esatto in cui si alzerà con gli scii dalla pista, “volerà” e ritoccherà il suolo. Il momento prima della partenza è un momento quasi sospeso, di grande concentrazione, come quando si trattiene il respiro ed è “bianco” come il colore della neve”.

L’autore di un bozzetto filatelico, alla stregua di qualsiasi altro artista, lascia un’impronta, un segno distintivo nell’operare. Se dovesse, in breve, tratteggiare il profilo del suo metodo di lavoro, come definirebbe il suo approccio “filatelico”?

“Mi sono formata come grafico pubblicitario, per mestiere ho imparato a studiare e a rispettare ogni possibile “soggetto”, il suo valore, i suoi punti di forza, le curiosità, gli obiettivi, ecc. Nei bozzetti che propongo, la chiave di lettura a volte è più classica, a volte più particolare; ci sono infinite possibilità interpretative. Io cerco di non essere noiosa, scontata o ripetitiva e allo stesso tempo di non perdere aderenza e coerenza col soggetto”.

“Avrei voluto disegnarlo io”. C’è un francobollo emesso dall’AASFN nel corso dell’ultimo decennio che per intensità e bellezza, l’ha particolarmente toccata sino a farle pronunciare l’affermazione iniziale?

“L’illustrazione per l’infanzia è una piccola passione che porto avanti da anni; ammiro Nicoletta Ceccoli per il suo gusto, la sua tecnica e la sua capacità di “vedere cose” e mondi onirici per cui posso affermare che i francobolli disegnati da lei “avrei voluto disegnarli io”.

Qual è il percorso che l’ha portata ad occuparsi di Filatelia?

“Mi sono licenziata dal mio lavoro che doveva essere creativo ma che era diventato noioso. Poi ho conosciuto una persona che da anni ha in qualche modo a che fare con filatelia; me l’ha presentata e mi ha subito colpita e incuriosita… piccoli e dentellati fogli bianchi su cui esprimermi e divertirmi! A me piace chiamarli semplicemente: “francobolli”, non certo per sminuirli, anzi, ma mi piace ricordare che da sempre, e aldilà della loro bella forma, hanno permesso a parole e oggetti di viaggiare tutto il mondo… come definirne il reale Valore?”.

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