Intervista ad Andrea Zafferani, Civico 10. L’Informazione di San Marino

Intervista ad Andrea Zafferani, Civico 10. L’Informazione di San Marino

L’Informazione di San Marino

“Sull’ifp, La maggioranza continua a dire cose che nella legge non
sono scritte” 

“Con i soldi che potrebbero prendere dall’Ifp, vogliono
finanziare quella spesa corrente che non vogliono tagliare e parlano di Spending
review”

Andrea Zafferani,
consigliere di civico 10, iniziamo da una manifestazione della settimana scorsa
alla quale avete partecipato voi come movimento, sinistra unita e anche diversi
cittadini sammarinesi che è quella del Flash Mob per contestare la
creazione dell’istituto finanziario Pubblico. innanzitutto come è andata la
manifestazione?
“Siamo molto
soddisfatti perché queste manifestazioni spontanee cominciano a radunare gente
e in passato era particolarmente difficile ottenere presenze in queste iniziative,
invece in questo periodo la popolazione risponde, quindi siamo contenti.”

Questa manifestazione ha
seguito di un paio di giorni la riunione pubblica di martedì fatta dalla
maggioranza nella casa del castello di Domagnano. Maggioranza che intendeva
spiegare a che cosa servirà l’ifP e quali sono le ragioni. voi eravate presenti.
vi hanno convinto le parole della Maggioranza?
“Non si tratta di convincere. La maggioranza continua e
ha continuato in quella serata a dire cose che nella legge non sono scritte. O comunque
continua a parlare delle loro intenzioni, quando nel testo c’è scritto altro.
Quindi continuano ad ingannare la popolazione, dando le loro volontà quando invece
il testo della legge è di un altro tenore. Sono stati enunciati una serie di emendamenti,
non sono stati presentati. Emendamenti che dovrebbero rassicurare, far capire
che le intenzioni della maggioranza sono diverse da quelle che sono state
finora scritte. Il testo presentato in prima lettura continua a non avere un padre,
nel senso che non si sa chi l’ha scritto. La maggioranza annuncia che lo modificherà,
spiega che se c’è scritto qualcosa di sbagliato, lo preciseranno. Il deposito
di un progetto di legge presuppone ci sia stato un confronto e che questo sia
stato condiviso. Le modifiche rispetto a quanto presentato in prima lettura e
sicuramente frutto della nostra battaglia. Hanno capito che la popolazione non vuole
l’IFP, soprattutto non vuole che il patrimonio dello Stato venga ipotecato per
fare debito da utilizzare per la spesa corrente, che è il principale rischio e
il principale elemento di pericolo per la stessa sovranità per la stessa sopravvivenza
del nostro paese che si palesa nella legge. Quindi abbiamo visto diversi ripensamenti,
vediamo cosa tireranno fuori. Io, a livello politico ripeto quello che dico da
tempo, se la maggioranza in prima lettura ha scritto quel progetto che adesso tutti
disconoscono, un motivo sicuramente c’era e il motivo è che hanno bisogno di trovare
liquidità per finanziare quella spesa corrente che non vogliono tagliare.
Adesso parlano della spending review e dicono che tutto sarà fatto, ma
al momento non ci sono provvedimenti concreti per il risparmio nella spesa
corrente e anzi sono alla ricerca di forme di finanziamento.”

Ha accennato prima alla questione
della spending review.
“Un report
traccia un quadro interessante. Anche se alcuni sostengono che siano cose che
già si sapevano, il quadro nero su bianco c’è e si potrebbe già iniziare ad
intervenire.

 

Secondo lei, si
incontreranno dei problemi politici nell’attuare i risparmi che prevede questo
documento?
“Secondo me si, non penso che
la maggioranza riesca ad attuare concretamente il grosso dei risparmi che sono suggeriti
all’interno della relazione. È anche vero che la stessa maggioranza ha voluto fortemente
questo gruppo tecnico, forse per non prendersi le responsabilità di fare le scelte,
ma avendo la scusa per dire: beh!, ce l’hanno detto gli altri, noi dobbiamo
eseguire. Chiaramente anche l’opposizione ha votato a favore della costituzione
del comitato, quindi ora valutiamo la loro relazione per quella che è. Ci
possono essere problemi politici, ci possono essere problemi di rapporto con le
parti sociali che non va sottovalutato. La relazione in vari punti sottolinea
come sia importante che ci sia una crescita e comunque una consapevolezza collettiva
del problema, quindi non solo della politica ma anche di tutte le parti sociali
perché ci saranno dei risparmi da fare, perché non è più tempo di dare ma è tempo
di togliere, perché ci saranno delle riorganizzazioni, perché ci sarà da fare
dei sacrifici, ecc. quindi…”

Abbiamo notato già che
si sono levate delle proteste nel settore pubblico. Dimissioni nella scuola,
insomma un certo malcontento si comincia a respirare, figuriamoci quando poi si
entrerà nel merito effettivo dei tagli da fare…
“Io credo che sia normale
che succeda. Come dicevo sono tutti gli attori che devono cambiare mentalità
compresi quelli che sono sempre stati abituati ad avere e ora devono fare lo
stesso con meno risorse a disposizione. Aggiungo una cosa però che
politicamente è importante… il governo dovrà imporre un risparmio nella
macchina pubblica, comprese purtroppo le retribuzioni. La spending review ha
mostrato che pesano per il 50% della spesa totale. Il 50% è una percentuale
tale da non rendere possibile non intervenire su quegli aspetti. Dovrà farlo ma
per rendere accettabile tutto questo dovrà intervenire anche su tutte le altre
aree non più tollerabili di questo paese dove per anni non si è intervenuto.
Cito per esempio la lotta all’evasione fiscale che è un tema molto importante e
molto sottovalutato. Nella riforma fiscale che si andrà a presentare il governo
dice di partire dal testo che è naufragato nella scorsa legislatura. In quel
testo la parola lotta all’evasione fiscale c’era molto poco. quasi per niente.
Pertanto, nel momento in cui si chiedono dei sacrifici ai dipendenti pubblici
bisogna anche far pagare le tasse a chi non le ha mai pagate. Ci sono delle
intere categorie che ancora oggi si permettono e hanno la possibilità tecnica di
dichiarare meno di quanto guadagnano. Non si può più tollerare, quindi noi
chiederemo che la riforma fiscale si concentri in grandissima parte su questo
aspetto. Noi dobbiamo in questo Paese chiedere poche tasse, quindi se possibile
ridurre le tasse alle imprese perché è importante ma dobbiamo farle pagare.”

 

Pensa che le pensioni a San Marino siano al sicuro, vediamo come nella vicina italia
si rischia veramente ogni giorno che non ci siano più i soldi per pagare le pensioni,
i figli, i padri che hanno lavorato per i figli e così via insomma?
“Io
sono convinto che l’attuale sistema che noi abbiamo in prospettiva non
garantisca adeguati livelli pensionistici. Il nostro meccanismo soprattutto del
primo pilastro non regge più all’invecchiamento della popolazione e, quindi, servirebbe
quanto prima perché prima si agisce e più si è efficaci. Una riforma strutturale
del meccanismo che non guardi solo come danneggiare il meno possibile quelli
che stanno per andare in pensione ma soprattutto a chiedersi: come posso
garantire una pensione adeguata a chi oggi ha venti, venticinque o trentanni. Purtroppo
i decisori politici ogni volta che si approcciano ad una riforma delle
pensioni, si chiedono primariamente come poter danneggiare il meno possibile i
pensionati o chi sta per andarci. Oggi noi dovremmo ribaltare il meccanismo. Come
posso aiutare il più possibile i giovani che domani rischiano di non avere una
pensione perché c’è un fortissimo problema demografico, per fortuna, nel senso che
viviamo di più ma questo ci porta ad affrontare dei problemi strutturali che
nessuna delle ultime riforme ha risolto. In più c’è un problema più tecnico. Su
come vengono investite le risorse, su cui ovviamente si può avere opinioni diverse.
Sul fronte degli investimenti, infatti, ognuno ha la sua linea. Proprio per questa
ragione serve molta trasparenza su come vengono investite le risorse.”

 

Parliamo del vostro
movimento e del rapporto che avete con l’altro movimento che è rete ma poi con
su con cui vi siete presentati insieme alle elezioni. Dal punto di vista
prettamente politico qual è il quadro della situazione?
“Con Sinistra unita abbiamo fatto una coalizione,
abbiamo un programma comune pur nelle nostre diversità che ci esistono su
alcuni argomenti. Su è un partito con una forte base ideologica, il nostro
movimento no. Abbiamo persone di varia estrazione culturale e abbiamo elaborato
un programma comune. Cerchiamo di portare avanti quello anche con gli
emendamenti, con l’azione consigliare comune che facciamo. Con Rete ovviamente questa
intesa in fase preelettorale non si è trovata. Ci sono delle differenze di impostazione
programmatica e forse anche alcune differenze nel metodo che auspico si possano
nel tempo appianare o comunque che si possa trovare e rafforzare quelle basi comuni
esistenti. Tutti vogliamo una profonda riforma della politica a livello programmatico.
Ci sono alcune cose che ci dividono ma molte che ci uniscono.”

 

Lo spera anche
alessandro rossi?
“Si, senz’altro” che
è uscito dal consiglio dichiaratamente per lavorare a questo, no?
“Si, io
non entro in merito della scelta. Non so se da fuori sarà più efficace che da dentro.
Credo che l’obiettivo di Rossi sia il nostro obiettivo. Sia l’obiettivo di
tutti. Non solo interesse di Civico 10, Rete e Sinistra unita. Ci sono tante
persone anche all’interno della maggioranza che secondo me non condividono un
certo modo di fare politica. Noi vorremmo crearlo davvero questo fronte. Rossi
parla spesso di fronte, lui intende forse anche liste uniche. Può essere che
sia giusto l’approccio della coalizione, può essere anche che sia giusto l’approccio
della lista unica. Non è la forma che cambia, è la sostanza. Spero che le
persone che condividono idee di profonda riforma della politica a livello di
metodo e a livello di impostazione programmatica, riescano a mettersi assieme. Sarebbe
davvero il cambio di passo del Paese, che qualcuno invoca. Quello che
renderebbe possibile il cambiamento che tutti sperano ma che non si riesce
ancora a realizzare.”

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