Intervista ad Antonella Mularoni di Dire

Intervista ad Antonella Mularoni di Dire

San Marino, Mularoni (Ap) pronta per gli Esteri

“Mettere ordine nella folta schiera dei diplomatici”

SAN MARINO – “Se il Patto per San Marino riterrà che possa essere un buon Segretario agli Esteri, sarò onorata di farlo”. Antonella Mularoni, candidata di Alleanza popolare, ha le idee chiare.

Forte anche di un settennato a Strasburgo come giudice per la Corte Europea dei diritti umani (“una esperienza meravigliosa”), affronta con decisione i temi di politica estera più caldi per il Titano: “Il Patto per San Marino è concorde nel ritenere che il recupero del rapporto con l’Italia sia la priorità assoluta”. Inoltre “va inaugurata una nuova stagione nei rapporti con l’Unione Europea, che negli ultimi anni sono stati trascurati e che rappresentano egualmente un nodo fondamentale per il futuro del nostro paese”.

Lei, che fino a ieri ha ricoperto il prestigioso incarico di giudice per la Corte Europea dei Diritti Umani, ha rappresentato i colori della Repubblica di San Marino in uno degli organismi più importanti della giustizia internazionale. Come valuta questi sette anni a Strasburgo?

Fare il giudice alla Corte Europea dei diritti umani è stata una esperienza meravigliosa. Avere questa opportunità è una delle fortune maggiori che un giurista possa avere nella sua vita professionale, anche perché la Corte Europea svolge un ruolo importantissimo a livello europeo, con ripercussioni a livello planetario. Se l’Europa è il continente che tutela maggiormente i diritti e le libertà fondamentali, una grossa parte di merito l’ha certamente la Corte, che nei decenni ha fatto un lavoro splendido.
Su un piano più personale mi permetta di aggiungere che la considerazione e l’affetto di tutti i colleghi e dei giuristi nei miei confronti sono state per me motivo di grande soddisfazione, la conferma che non è necessario provenire da paesi di dimensioni consistenti per fare un buon lavoro, per essere stimati ed apprezzati.

I maligni dicono che Lei è stata mandata a Strasburgo da chi la vedeva come una minaccia, per la sua figura di peso nella politica sammarinese. Eppure ora Le stanno preparando un rientro in grande stile. La considera una vittoria? O pensa che questo creerà inevitabilmente qualche malumore, anche all’interno della sua coalizione?


Credo sia non solo legittimo, ma anche verosimile sostenere che nella decisione di propormi quale giudice a Strasburgo certamente abbia giocato un ruolo l’intenzione di qualcuno di togliermi di mezzo dalla politica per qualche anno. Tuttavia, ritengo che nella decisione siano intervenuti altri elementi: all’epoca tutte le componenti del Consiglio Grande e Generale, di maggioranza e di opposizione, sostennero la mia candidatura, probabilmente ritenendo che non avrei fatto fare brutte figure al paese.
Come ho detto sopra, fare il giudice a Strasburgo è stata una esperienza magnifica e sono sinceramente grata a tutti coloro che mi hanno dato l’opportunità di farla. Non ho dunque né rivincite da giocare, né vittorie da sbandierare, né sassolini da togliermi dalle scarpe.

Se il Patto per San Marino riterrà che possa essere un buon Segretario agli Esteri, sarò onorata di farlo. Mi auguro naturalmente che non vi siano malumori, anche perché sono da sempre una convinta sostenitrice del dialogo, della condivisione delle scelte più importanti per il paese e della collegialità delle relative decisioni, collegialità che è tra l’altro una caratteristica della vita istituzionale della Repubblica.


Qualche malumore all’interno del “Patto per la Libertà”, intanto, lo ha generato il Vescovo Negri, schierandosi apertamente con la Democrazia Cristiana. Come giudica il suo intervento?

Con tutto il rispetto che quale credente nutro nei confronti del Vescovo, ritengo che il suo intervento sia stato inopportuno.
Una cosa é invitare i credenti a sostenere i candidati che si fanno portatori di certi valori, questo è più che comprensibile ed a mio avviso assolutamente normale; altra cosa é schierarsi accanto degli esponenti di un determinato partito politico. Tra l’altro non mi risulta che tutti i candidati democristiani siano credenti e praticanti o fedeli osservanti dell’insegnamento della Chiesa.

Inoltre San Marino, pur essendo un paese fiero delle sue radici cristiane, che permeano anche la vita istituzionale della Repubblica, ha nel suo DNA una chiara predilezione per l’opzione libera Chiesa in libero Stato. Relinquo vos liberos ab utroque homine, questo è il testamento lasciatoci da san Marino, che i Sammarinesi non hanno mai dimenticato. Certe indicazioni sono vissute come ingerenze. Gli elettori sammarinesi, grazie anche alle esegue dimensioni del paese, sono perfettamente in grado di valutare i candidati, i valori di cui sono portatori nella vita quotidiana, nonché la coerenza tra il dire e il fare. Il “caso” sembra comunque ora rientrato, bene così.

Il 9 novembre i sammarinesi voteranno con una nuova legge elettorale che da più parti viene definita come un punto di svolta per il Paese. Crede che così sia ormai tracciata la via del bipolarismo? Dall’Italia un politico del centrodestra, il parlamentare del Pdl Sergio Pizzolante, ha detto che a San Marino “non funzionerà”…

Il Parlamento sammarineseIl Consiglio Grande e Generale ha inteso voltare pagina rispetto alla instabilità che perdura da oltre dieci anni e che ha avuto come conseguenza la mancata risoluzione di vari problemi che affliggono la nostra comunità. Occorreva trovare una soluzione e quella individuata mi pare buona: gli elettori sanno prima delle elezioni come sarà utilizzato il loro voto ed i ribaltoni non saranno più possibili. I cittadini sono stanchi di una azione politica autoreferenziale, che ovviamente non comprendono in quanto appare occupata nella mera gestione del potere.

Il bipolarismo appartiene alla tradizione di tanti paesi simbolo di democrazie considerate un modello a livello mondiale e mi auguro che questa legge aiuti il nostro paese a ridare credibilità ed autorevolezza alla politica.

Quanto all’intervento dell’On. Pizzolante, appare quanto meno singolare che un parlamentare di un altro paese si permetta di dire ai Sammarinesi cosa secondo lui funzionerà o non funzionerà a San Marino. Nessun esponente politico sammarinese si è mai permesso di rilasciare analoghe interviste nelle quali si criticano scelte fatte dal Parlamento italiano in materia elettorale o istituzionale. Siamo piccoli ma siamo uno Stato sovrano, nessuno se lo deve dimenticare.
Le amicizie altolocate che in momenti di bisogno ci si sente in dovere di sostenere, forse per ricambiare gentilezze ricevute, non giustificano tali ingerenze nelle scelte che spettano ai Sammarinesi e solo ai Sammarinesi.


San Marino è al centro delle cronache italiane troppo spesso per episodi legati al riciclaggio di denaro sporco. Ora è appena entrata in vigore la nuova legge sull’antiriciclaggio La giudica un buon provvedimento? Ed è sufficiente per cambiare rotta?

La legge antiriciclaggio andava adottata molto tempo fa. A questo proposito il nostro paese è stato bacchettato dal Moneyval e subisce gravissime conseguenze a causa di tale ritardo.

La formulazione di alcune parti della legge mi lascia perplessa, ma questo è un dettaglio. In ogni caso, la legge da sola non è certamente sufficiente per farci uscire dal pantano in cui siamo finiti, in primo luogo perché vanno adottati vari decreti attuativi, in secondo luogo e soprattutto perché saremo giudicati non sulla bontà dei provvedimenti sulla carta, ma sulla efficacia delle nuove norme nella pratica e sulla autorevolezza delle persone che andranno a ricoprire certi ruoli.


In caso di vittoria, la sua coalizione La candida nel ruolo di governo più prestigioso e, al momento, più delicato, visti i rapporti difficili con l’Italia. Quali i provvedimenti da prendere nei suoi primi 100 giorni da Segretario di Stato per gli Affari Esteri?

Il Patto per San Marino è concorde nel ritenere che il recupero del rapporto con l’Italia sia la priorità assoluta. I necessari provvedimenti saranno naturalmente adottati collegialmente dal Congresso di Stato e con il concorso del Consiglio Grande e Generale.

Inoltre va inaugurata una nuova stagione nei rapporti con l’Unione Europea, che negli ultimi anni sono stati trascurati e che rappresentano egualmente un nodo fondamentale per il futuro del nostro paese.

Il recupero di comportamenti virtuosi da parte sammarinese è un presupposto imprescindibile per ridare credibilità ed autorevolezza alla nostra politica estera e tale considerazione è condivisa dall’intera coalizione.


Per concludere, dia un voto al governo uscente e alla sua politica estera.


Il governo uscente ha ben lavorato al Consiglio d’Europa ed ha cercato di svolgere un ruolo più attivo quanto a presenza all’Onu. Tuttavia per San Marino i rapporti con l’Italia e con l’Unione Europea sono assolutamente prioritari, credo che lo saranno sempre. Su questo fronte l’insufficienza è grave e manifesta. Così come ben poco è stato fatto nella pratica per mettere un po’ d’ordine nella folta schiera dei rappresentanti diplomatici e consolari sammarinesi, rispetto ai quali una ricognizione e l’adozione di chiare scelte si impongono a mio avviso con urgenza.

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