Intervista di Patrizia Cupo a Ivan Simetovic. Avalon, Sorpresa

Intervista di Patrizia Cupo a Ivan Simetovic. Avalon, Sorpresa

E.C.S.O.: CONTRO LA CRISI,
“MODELLO SVIZZERO E BOUTIQUE FINANZIARIE”
FONTE AVALON / SORPRESA
DI Patrizia Cupo
 
 

L’INTERVISTA – L’esperto Ivan Simetovic, presidente di Ecso dà  la sua ricetta contro il collasso del sistema: “Ci vuole credibilità”. E poi, puntiamo tutto sul turismo di eccellenza

La crisi economica e finanziaria da una parte, l’avvertita esigenza di un cambio generazionale e di una svolta nella politica e nell’economia, hanno spronato la nascita di voci nuove tra i cittadini. Ecso è una di queste: si tratta di un’associazione – il cui acronimo sta per “Economia, crescita, sviluppo, opportunità” – nata nel maggio del 2009, formata da giovani sammarinesi “impegnati nella promozione, crescita e sviluppo di nuove opportunità nell’antica terra della libertà”, così si presentano nella home page del proprio sito web. Il presidente di Ecso, Ivan Simetovic, ha 35 anni: attualmente lavora a Mediobanca e vanta un curriculum – di specializzazione estera – di tutto rispetto.

Partiamo dalla fine: la crisi finanziaria sta colpendo San Marino. Prima la scure dello scudo fiscale, e poi un paio di sapienti inchieste di mafia che hanno portato al collasso una banca e una finanziaria. Lei, come soluzione, ha consigliato il modello svizzero, ossia?                     La crisi del sistema finanziario di San Marino è diventata estremamente grave anche perche si è sovrapposta alla crisi globale iniziata nel 2008. E’ utile rilevare come proprio la Svizzera già dal 2008 abbia beneficiato della crisi subprime prima e dei debiti sovrani poi, riuscendo ad attrarre capitali in cerca di sicurezza e stabilità. Inoltre tra le banche svizzere quelle che hanno fatto meglio in termini di raccolta sono proprio le realtà indipendenti che hanno sottratto raccolta ai colossi UBS e Credit Suisse. Come si spiega questa dinamica? Credibilità, reputazione e competenze, sono le tre parole chiave a mio avviso.

Dice che servono “boutique finanziarie”, professionisti e competenze: crede che a San Marino, vi siano queste caratteristiche, o serve pescarle fuori?

Dalla mia esperienza internazionale purtroppo devo rilevare come servizi e prodotti offerti da noi non siano adeguati all’evoluzione che l’industria bancaria ha avuto negli ultimi dieci anni, del resto sono i numeri che parlano: una volta tolto il segreto bancario la raccolta si è vaporizzata come acqua nel deserto. Le banche sammarinesi hanno prodotti e servizi peggiori degli equivalenti italiani a prezzi nettamente superiori, perché tenere allora ancora capitali a San Marino? Lugano, Ginevra o Zurigo attraggono professionisti di calibro mondiale nella gestione di patrimoni, riuscendo a “rubare” le migliori professionalità dalla city di Londra grazie ad una fiscalità vantaggiosa oltre che alla reputazione del loro sistema paese. Solidità, reputazione e credibilità oltre alla spasmodica attenzione alle esigenze del cliente sono i pilastri sui quali le banche svizzere riescono a fare raccolta anche in tempi di crisi e non solo in Europa ma sempre di più nel ricco oriente. Insomma la Svizzera in tempi di crisi ha consolidato il proprio primato di “safe haven”, ovvero di “porto sicuro” per i patrimoni di mezzo mondo, mi sembra giusto guardare a loro come modello. 
 
Qual è la ricetta immediata, secondo lei, per guarire l’emorragia di raccolta che sta vivendo San Marino?
Non credo ci siano scorciatoie. In questo business la reputazione è tutto e per riconquistarla ci vuole tempo. A mio avviso banche e paese devono tracciare una linea di demarcazione netta col passato, e soprattutto comunicarla efficacemente. Leggi e regolamenti sono solo il primo passo, poi bisogna attrarre capitale umano ovvero professionalità, sviluppare business a valore aggiunto, come gestioni di patrimoni e consulenza finanziaria, sviluppare i prodotti giusti per ogni fase del ciclo e comunicarlo efficacemente all’estero, magari con un agenzia, che vada a Londra o Zurigo a raccontare il cambiamento avvenuto e le opportunità che il Paese e le sue banche offrono. 
 
Il sistema sammarinese sta andando verso una veloce contrazione dei soggetti autorizzati: fusioni, chiusure, vendite. Le banche e le finanziarie stanno riducendo la propria presenza sul territorio. Penso alla fusione Ibs-Bac, alla vendita di Smib, a quella di Bcs, alla chiusura del Credito sammarinese. Alla vendita del Cis. Crede sia un destino segnato e il solo modo per combattere la crisi, o non è d’accordo con la riduzione dell’offerta?
Oggi il mercato della raccolta estera “onshore” è di fatto chiuso per le banche sammarinesi, di conseguenza è inevitabile una riduzione del numero di soggetti autorizzati. Fare raccolta “offshore” invece, seppur possibile, è molto difficile proprio per la forte competizione sul fronte dei prodotti, delle competenze e della credibilità del sistema paese, ma se si vuole crescere questa nell’immediato è l’unica via. Non ci sono scorciatoie, e necessario guadagnare la fiducia di nuovi clienti con umiltà e professionalità coscienti che l’epoca del segreto bancario non tornerà mai più. I clienti che vogliono solo il segreto bancario sono già emigrati verso Singapore o altre piazze più esotiche e non torneranno più da noi. 
 
Grandi inchieste di mafia hanno lambito, anzi penetrato il Titano, facendo scoprire come il malaffare proprio dei reati finanziari a San Marino trovasse il suo pane. E s’è scoperto che malavitosi vantavano rapporti importanti con banche e fiduciarie del paese: qual è la soluzione per combattere questo virus? San Marino sta andando nella giusta direzione o le maglie legislative sono ancora troppo larghe?
La direzione intrapresa è senza dubbio quella giusta. Bisogna aderire a tutti gli standard internazionali in tema di antiriciclaggio, anzi dobbiamo cercare di diventare i primi della classe in tema e comunicarlo efficacemente al mondo. Migliore reputazione ancora una volta aiuterà ad attrarre capitali sani. Insisto sulla comunicazione, una volta fatta pulizia va fatta una campagna mediatica massiccia in Italia ed all’estero per raccontare il cambiamento.
 
 
Quali altre vie di sviluppo vede per il Paese?
Io credo nelle potenzialità di San Marino, sono fermamente convinto che le sorti del paese si possano invertire molto rapidamente. San Marino come qualsiasi piccolo Stato deve trovare sostentamento economico dall’estero, che si tratti di interscambio commerciale, turismo o finanza. Il turismo potrebbe essere una risorsa formidabile ma oggi pur con un centro storico protetto dall’Unesco non c’è niente da offrire ad un ospite esigente e disposto a spendere. Non abbiamo alberghi né “Spa” adeguati, non abbiamo negozi di grandi firme. Si parla di collegamenti aerei con la Cina, ma che ci viene a fare un cinese benestante da noi? Non saprebbe dove spendere i propri soldi. Sono stato di recente a Hong Kong e Macao: è incredibile vedere che lusso, che alberghi, che infrastrutture, quanti negozi di tutte le più importanti firme europee vantino. Non possiamo pensare di attrarre turismo da quei paesi senza offrire nulla di quello che loro vogliono!
 

Cosa proporrebbe quindi?

Secondo me ci vuole un grande slancio pubblico, lo stato potrebbe attrarre con esenzioni fiscali un importante gestore alberghiero internazionale che ci possa inserire nel suo carnet di destinazioni. L’arrivo di un turismo più ricco piano piano indurrebbe anche i commercianti del centro a riqualificare le proprie attività e farebbe da volano ad una nuova stagione di sviluppo turistico.
 
Ivan Simetovic, il curriculum 
Nato a San Marino 35 anni fa, attualmente lavora a Mediobanca. Dal 2000 al 2007 ha lavorato per Euromobiliare SIM, primario intermediario italiano, diventandone partner nel 2005. Simetovic ha sviluppato una profonda conoscenza dei mercati internazionali avendo seguito per oltre dieci anni gli investimenti di clientela istituzionale estera (fondi di investimento, fondi pensione, hedge funds) specializzandosi in investimenti alternativi e strategie di ritorno assoluto, long short e relative value. Si è laureato in economia politica all’università Bocconi di Milano con indirizzo in econometria con il massimo dei voti avendo frequentato parte del master in finanza presso la York University nel Regno Unito oltre ad aver conseguito un master in comunicazione dall’Università di San Marino. Simetovic è stato più volte premiato come migliore specialista in Italia nel sondaggio Reuters Extel (primo nel 2008 e 2010, e terzo nel 2009), al quale partecipano 1.800 gestori di capitali, rappresentativi di oltre 15mila miliardi di dollari in gestione.

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