Ucciso due giorni fa un soldato israeliano, mentre un altro è rimasto ferito al confine della Striscia di Gaza, mentre in un raid israeliano hanno perso la vita ieri alcuni militanti palestinesi.
Non si ferma la violenza in Medio Oriente.
Due giorni fa numerosi studenti israeliani sono rimasti vittime di un attentato in una scuola religiosa vicino Gerusalemme, a causa di un attentatore palestinese che si è fatto esplodere, in risposta alle centinaia di morti di palestinesi, in gran parte civili, provocati dai raid dell’esercito israeliano nei giorni scorsi. La strage, che è stata rivendicata da Hamas, è stata accolta con festeggiamenti nella Striscia di Gaza.
Per Israele si tratterebbe di un tentativo dei gruppi terroristici di Hamas di sabotare il percorso di pace con l’Autorità palestinese e, pertanto, ha annunciato che i colloqui andranno avanti.
Lo stesso presidente palestinese Mahmoud Abbas ha condannato l’attacco suicida alla scuola religiosa ebraica.
Intanto, gli Usa nelle ore successive alla strage nella scuola religiosa ebraica avevano preparato una bozza di documento da presentare al Consiglio di Sicurezza Onu, riunitosi in emergenza, per ottenere la condanna dell’attacco come “attacco terroristico”. Gli Usa hanno accusato la Libia di aver bloccato con il proprio veto la condanna, ma il governo di questo Paese ha chiesto che venga considerata la situazione nel suo complesso, dovendosi bilanciare i morti della Striscia di Gaza con i morti di Gerusalemme.
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