Ivan Cimmarusti di Il Tempo: Fatture false per il dominus di Trony. Di mezzo San Marino

Ivan Cimmarusti di Il Tempo: Fatture false per il dominus di Trony. Di mezzo San Marino

Il Tempo
L’INCHIESTA
Fatture false per il dominus di Trony  
Operazioni sospette e prelievi anomali al bancomat per 3 milioni L’indagine per bancarotta fraudolenta su Febbraretti porta a San Marino
 
  
L’indagine è per bancarotta fraudolenta. E nelle movimentazioni finanziarie di Alessandro Febbraretti, 47 anni – dominus del gruppo Endom che controlla alcuni punti vendita Trony nella Capitale – ci sono operazioni bancarie sospette a San Marino, oltre a prelievi anomali da uno sportello bancomat per 3 milioni di euro in un solo anno.
Gli accertamenti sono del sostituto procuratore Stefano Rocco Fava, che ha coordinato gli investigatori del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza, al comando del generale Giuseppe Bottillo. Secondo l’impostazione accusatoria, Febbraretti avrebbe provocato la bancarotta attraverso presunte distrazioni di denaro della società. L’indagine ha subìto uno sprint dopo che negli atti è finita una segnalazione per operazioni sospette della Banca d’Italia, secondo cui l’imprenditore aveva interessi patrimoniali a San Marino. Nello stesso documento, inotre, compare il nome di un’altra persona, Filippo De Angelis, cui è riconducibile la Fidens Project Finance spa, finanziaria «sammarinese plurisegnalata alla Procura della Repubblica di Roma» e finita negli atti di Mafia Capitale. I recenti risultati della rogatoria inviata alle autorità di San Marino hanno consentito di provare l’esistenza di operazioni patrimoniali riconducibili proprio a Febbraretti. Inoltre, gli investigatori avrebbero trovato prova di prelievi in contanti (nell’arco di un anno) per tre milioni di euro. Denaro di cui si sarebbe persa traccia.
L’imprenditore è stato già condannato dal Tribunale della Capitale a tre anni e sei mesi di carcere per una presunta evasione fiscale da 10 milioni di euro compiuta attraverso il gruppo Endom. Stando agli atti, Febbraretti si sarebbe macchiato di «una condotta criminosa non occasionale» nell’ambito di «un sistema illecito ben collaudato», rappresentato «dall’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse dalla società Gruppo Edom» e dalla «creazione di un numero impressionante di documenti fittizi». Ed è proprio nelle fatture che rimbalzano tra le società satellite e la casa madre Edom che gli inquirenti sono certi di avere trovato il materiale che inchioderebbe il manager dei nuovi giocattoli elettronici alle proprie responsabilità con il fisco. Stando all’accusa, «il sistema di controllo da parte della capogruppo (Endom, ndr) è parso fin dalle battute iniziali dei controlli assolutamente totale, sia per ciò che attiene l’aspetto commerciale sia per quanto attiene agli aspetti finanziari. La Gruppo Edom Spa funge in effetti da Gruppo di acquisto e risulta, pertanto, essere pressoché l’unico fornitore delle società operative che detengono i punti vendita». Per l’accusa della Procura della Repubblica, come confermato anche dal Tribunale, le varie società controllate dalla Endom, si sarebbero rimbalzate fatture fittizie e note di credito gonfiate che, negli anni presi in esame, avrebbero consentito al gruppo di nascondere elevate somme di denaro al fisco.
 
Ivan Cimmarusti

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