Karnak e la spedizione dei mille (agenti invisibili al Fisco). Lionello Mancini, IlSole24Ore

Karnak e la spedizione dei mille (agenti invisibili al Fisco). Lionello Mancini, IlSole24Ore

IlSole24Ore

Karnak e la spedizione dei mille (agenti invisibili al Fisco)

di Lionello Mancini

Tra il 2005 e il 2009 almeno mille italiani hanno lavorato senza versare un
euro al Fisco, come agenti per la sammarinese Karnak, la società che – grazie ai
suoi prezzi imbattibili – rifornisce di materiali per ufficio tutti i nostri
ministeri.

Una situazione incresciosa, resa possibile grazie al sistema di pagamento
estero su estero – conti correnti e bancomat sammarinesi – ideato proprio dalla
Karnak che, grazie alla sua rete clandestina, in cinque anni ha incassato oltre
500 milioni di euro. Questo lo scenario messo nero su bianco dalla Guardia di
finanza dopo oltre un anno di lavoro, attualmente al vaglio della Procura della
Repubblica di Brescia. Al momento, le indagini hanno dato un nome a 812
agenti-evasori e indicato un fatturato di cui debbono rispondere al Fisco; altri 45 agenti sono stati solo identificati, mentre sono stati individuati 21
ispettori della rete.
Dalla collaborazione tra Fiamme Gialle bresciane e
riminesi, poi, è stato possibile accertare che 432 agenti erano (o sono)
intestatari di conti correnti sammarinesi – 248 presso la Banca agricola
commerciale e 184 presso la Cassa di risparmio di San Marino – accessibili via
bancomat dall’Italia. Nei cinque anni considerati, la base imponibile nascosta
dalla rete Karnak in Italia sarebbe stata pari a 81,5 milioni per un omesso
versamento (Iva, Irap, imposte dirette) di oltre 29 milioni.

Nel solo bimestre dicembre 2007-gennaio 2008, su quei conti sono stati
accreditati 1,85 milioni di euro. «Dalle dichiarazioni degli stessi agenti –
annota la Gdf – emerge che le società interposte con apparenti funzioni di
agenti generali come Karnak service, K-Consulting, Inter.co.» sono in realtà
solo uno schermo, poiché «tutti i rapporti commerciali (come quelli relativi
alla formazione, organizzazione, l’apertura dei c/c a San Marino, il pagamento
delle provvigioni) venivano intrattenuti dagli agenti con la casa madre, la
Karnak S.A.». Cosa sia la Karnak, della famiglia Bianchini, lo leggiamo
direttamente sul sito ufficiale: «Con un fatturato di oltre 120 milioni di euro,
Karnak è tra le realtà leader nel mondo delle forniture per ufficio. Dalla carta
alle stampanti, dai toner alle penne, dai raccoglitori alle pinzatrici, dal
mobilio al materiale per la pulizia del tuo ufficio»: tutto vero, certamente.
Con l’aggiunta che mentre ogni concorrente italiano paga quasi il 40% di tasse,
la sammarinese Karnak non arriva al 17% e la sua offerta è sempre la più
vantaggiosa.

Ma torniamo all’esercito segreto di agenti. L’inchiesta, tuttora in corso e
foriera di sicuri sviluppi, nasce in modo casuale nel febbraio 2010, durante la
verifica della Guardia di finanza presso un commercialista del Bresciano,
cliente della Karnak. «Sono anni che mi servo a San Marino, hanno prezzi
imbattibili. Pensa a tutto il loro agente di zona, signor “Tal dei tali”». I
militari cercano nelle loro banche dati, ma quel nome proprio non risulta:
dunque è un evasore totale.
Inizia la ricerca. Ogni fattura Karnak trovata
dal commercialista ispezionato, reca la dicitura «Cod. Ag.» seguita sempre dallo stesso numero. L’ipotesi investigativa è che a quel numerino corrisponda
l’agente Karnak clandestino al fisco. E qui, a dare una mano ai militari arriva
un po’ di fortuna sotto forma digitale. La New services consultants Srl con sede a Rimini, rappresentante fiscale di Karnak in Italia, è tenuta a conservare tutte le fatture emesse nel nostro Paese dal gruppo sammarinese. Perciò la Gdf chiede alla New services la documentazione relativa all’agente numero tot, inaspettatamente, si vede recapitare 3mila fatture, in formato elettronico, suddivise per anno. Restano di stucco, perché, per esperienza, si aspettavano qualche pezzo di carta da cui (tentare di) ricostruire gli incassi nascosti.

A quel punto hanno in mano i ricavi Karnak, ma come arrivare a quelli del
singolo venditore? Parte della soluzione arriva da Rimini, la frontiera
selvaggia dell’evasione italiana con il Titano. Nel marzo 2008, il nucleo di
polizia tributaria romagnolo aveva intercettato un furgone di plichi spediti da
Karnak con il rendiconto mensile delle provvigioni maturate dai suoi agenti
italiani. Emerge così non solo l’identità del rappresentante lombardo, completa
del “codice agente”, ma viene anche calcolata la media annua di provvigione per
ciascun agente. E quando i militari, forti delle prove così acquisite, si
presentano all’alba a casa dell’agente “conosciuto” a febbraio, non solo l’uomo
conferma serenamente di essere l’agente Karnak nel Bresciano, ma esibisce anche
il bancomat sammarinese con cui ritirava i soldi dal conto estero con le sue
provvigioni.
Alla solita New services viene chiesto l’elenco di tutti gli
agenti attivi in provincia di Brescia, ricevendone un’altra risposta da Bingo
(per la Gdf): «Non abbiamo le fatture divise per Provincia». «Dateci tutte
quelle del 2005-2009 – rispondono gli investigatori – I nomi li cerchiamo da
soli». Da questa enorme mole di materiale (digitale) vengono classificati 1.063
codici corrispondenti ad altrettanti agenti; i loro nomi vengono forniti via
questionario dai soggetti (società, professionisti, partite Iva) intestatari
delle fatture et voilà, ecco un altro spaccato di allegra evasione
italo-sammarinese.

Se la Procura di Brescia confermerà l’impianto delle Fiamme gialle, Karnak e
i suoi presidenti del periodo contestato (Marco Bianchini e Maria Cristina
Serra) dovranno rispondere di gravi reati. E non è detto che anche questa volta
il potente gruppo che serve tutti gli uffici ministeriali di carta, penne e
graffette, riesca a farla franca com’è avvenuto, per esempio, dopo la verifica
fiscale del 2006

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