L’antimafia di San Marino. Pier Luigi Vigna ad Anna De Martino, NQRimini San Marino

L’antimafia di San Marino. Pier Luigi Vigna ad Anna De Martino, NQRimini San Marino

Anna De Martino  di NQRimni San Marino ha pubblicato ieri una lunga intervista a Pier Luigi Vigna sulla impostazione dei mezzi antimafia  (fra cui una agenzia investigativa sammarinese antimafia, Aisa) di cui la Repubblica di San Marino intende dotarsi scendendo anche nei particolari.

Da chi sarà composta  l’Aisa?  “Si pensa anche da personale  italiano”

Stando alle indiscrezioni,  30 nuovi agenti italiani?  “Sono tutte voci senza fondamento,  ci potrà essere qualche  esperto italiano che riterrà  opportuno avanzare una  domanda. Ma naturalmente  saranno più che altro soggetti  di San Marino”

Si parlava anche di repressione  del fenomeno.  “Sì, è il secondo profilo con  il quale si combattono mafia e  i reati collegati. In questo contesto  nelle leggi presentate viene  riformulato il delitto di associazione  di tipo mafioso e  viene costituito un organismo,  la Dsa, Direzione sammarinese  antimafia, formata  da magistrati inquirenti al  quale organismo dovranno  pervenire tutte le notizie di  reato che concernono la criminalità  organizzata e i reati  collegati, in modo che questo  organismo possa avere una visione  completa, attraverso  l’acquisizione di tutte le notizie  di reato, del fenomeno e  possa intervenire efficacemente”.

Quindi è una sorta di  Procura “specializzata”?  “Diciamo che per ora nella  nostra prospettiva è inserita  all’interno del Tribunale, però  sicuramente ha funzioni investigative,  quelle che in Italia  sono proprie del Procuratore  della Repubblica. Fondamento  importante è che pervenendo  lì tutte le notizie relative ai  reati di questa tipologia, non  si avrà più difficoltà nello  scambio di informazioni perché  le informazioni saranno  tutte accentrate”.

Quanti saranno i magistrati?  “Ci sarà un dirigente, i magistrati  potranno essere due o  tre”.

Quindi un dirigente nuovo  rispetto al dirigente del  Tribunale Unico?  “Penso di sì, che siano due  cose differenti”.

Si tratta quindi di un’indipendenza  rispetto al Tribunale?  “Usiamo la parola autonomia,  ma all’interno del Tribunale,  dove deve essere comunque  autonoma”.

Chi vaglierà gli atti di  questa Procura?  “Un giudice. Se si chiedono  intercettazioni, l’inquirente  non le potrà disporre da solo”.

Sembra la rivoluzione del  sistema?  “Questi sistemi sono anziani,  ma siccome tutta l’Unione  Europea va verso un’omologazione  delle norme, ed è da  tenere presente che le organizzazioni  mafiose cercano di infiltrarsi  nelle zone dove non ci  sono apparati di contrasto, mi  sembrerebbe opportuno che  questi apparati ci fossero. Poi  c’è anche la Commissione antimafia  varata dal Congresso  la quale potrà audire il dirigente  e i sostituti per farsi  un’idea di come l’ufficio procede,  perché anche secondo le  nostre leggi italiane la commissione  antimafia deve vigilare  sull’applicazione della  normativa, oltre che proporre  le eventuali innovazioni”.

Scusi se mi ripeto, ma nel  vostro progetto di legge  questo giudice che vaglia gli  atti della Procura è previsto?  “Certo, perché ci sono degli  atti che non può fare il procuratore  da sé, è una garanzia  giurisdizionale. Perché quando  si invadono le libertà della  persona ci vorrà l’intervento  del giudice. Vorrei che fosse  chiaro che queste sono semplici  prospettazioni da inserire  in un dibattito. Una volta che  la commissione Giustizia  avrà esaminato i documenti,  ci si rivedrà per aggiustarli,  ma anche per respingerli. Non  sono norme capestro”.

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